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05/12/2005 No grazie. La Maggioranza degli Europei contraria all'Energia Nucleare (www.verdi.it)

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    La maggioranza degli europei contraria all'energia nucleare. Lo rivela Eurobarometro, la consueta indagine promossa dalla Ue

     

    Gli europei dicono no, in maggioranza, all’energia nucleare. Dopo tanto parlare di ritorno all’atomo, soprattutto nel nostro  Paese, a sedare gli animi dei tifosi di una forma di produzione energetica bocciata in Italia dal referendum popolare nel 1987, ci ha pensato l’Eurobarometro, la consultazione promossa di frequente dalla Commissione di Bruxelles per tastare il polso dei cittadini dell’Unione sui principali argomenti.

     

    Secondo i risultati dell’indagine, il 55% dei cittadini europei si dice ''fortemente contrario'' a questa fonte mentre i favorevoli non superano la soglia del 37% e il restante 8% non risponde.

     

    In Italia coloro che si schierano per il nucleare sono in media anche di meno: soltanto il 30% del campione. I più favorevoli sono invece gli ungheresi (65%) e gli svedesi (64%). La maggioranza dei cittadini dell'Unione europea è inoltre contraria al nucleare anche se i rischi collegati alla gestione delle scorie dovessero diminuire.

     

    Per aumentare la propria conoscenza della materia, gli europei preferiscono chiaramente le organizzazioni non governative (39% degli intervistati) o i ricercatori indipendenti (38%). La fiducia per i governi e per i media in materia nucleare è invece in forte calo: rispettivamente al 19% rispetto al 29% registrato nel 2001, e al 13% dal 23%.

     

    Di fronte al forte rischio che i cittadini europei collegano al nucleare e alla gestione delle scorie, l'Unione europea è chiamata a svolgere un ruolo più ampio, soprattutto nel monitoraggio delle attività degli stati: ben l'89% degli intervistati si dice favorevole al fatto che ci pensi Bruxelles. La stessa percentuale del campione sostiene inoltre il bisogno di una politica armonizzata per il settore, visto il suo impatto internazionale.

     

    La ricerca, che ha interessato circa 25 mila persone negli stati membri, indica che, a livello nazionale, i pareri favorevoli e contrari sono molto diversi da stato a stato


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