Il sole è il futuro, non c’è dubbio. Jeremy
Rifkin, nel suo “Economia all’Idrogeno”, delinea un futuro basato sull’idrogeno.
Quest’idea è verissima e validissima, tuttavia c’è una precisazione da fare.
L’idrogeno, per essere prodotto, ha bisogno di elettricità. Poiché l’obiettivo è
non inquinare, né nella produzione dell’idrogeno né nel suo stesso utilizzo,
l’elettricità non può certo provenire dalla combustione di petrolio o carbone
(come attualmente avviene). Deve invece arrivare da una fonte non inquinante e
rinnovabile, la migliore delle quali, come vi dimostrerò in quest’articolo, è il
sole.
La potenza del sole: Ogni
anno la nostra “piccola” stella inonda la superficie terrestre con un’energia
10.000 volte maggiore di tutta quella usata attualmente dall’uomo; in quaranta
minuti ci irradia con un’energia pari a quella che il mondo intero utilizza in
un solo anno. Secondo un rapporto dell’International Energy Agency, il 4% delle
aree desertiche del pianeta ricoperte a fotovoltaico fornirebbe elettricità
sufficiente ai consumi mondiali. Secondo il centro tedesco del Wuppertal
Institute, un immaginario e gigantesco pannello solare di
600 km
per 600 (con una superficie quindi di
3600 km
quadrati) impiantato nel pieno del Sahara basterebbe da solo a soddisfare tutta
la domanda di elettricità del mondo. Questo per dare un’idea della convenienza e
della potenza del sole. I raggi del sole che raggiungono la superficie terrestre
portano 10.000 volte più energia di quella che consumiamo – spiega Ted Sargent,
un ingegnere dell’Università
di Toronto. Se potessimo ricoprire lo 0,1 per cento della superficie
della Terra con pannelli solari molto efficienti, potremmo in teoria sostituire
tutte le nostre centrali con una fonte di energia pulita e rinnovabile.
Come sfruttare il sole: Il sole
splende dovunque e in particolar modo nei deserti, nel mediterraneo e in genere
nei luoghi con clima mediterraneo (ad es. la California). In questi luoghi, più
che in altri, potrebbero essere installati degli impianti che sfruttano
l’energia solare. Di questi impianti finora ne esistono quattro tipi: il “solare
termico” è costituito dai noti pannelli neri scalda-acqua; il “solare
termoelettrico” consiste nel riscaldare dei fluidi che vanno poi a muovere delle
turbine, le vere generatrici d’energia; il “solare fotovoltaico” trasforma la
radiazione solare in elettricità con celle di silicio; il “solare termodinamico”
è una variante del termoelettrico ed è utilizzato dall’ENEA in Sicilia, vicino
Siracusa, con il Progetto Archimede, ossia il più grande centro di pannelli
solari al mondo (www.enea.it).
Innovazioni che miglioreranno
l’efficienza: Alcuni scienziati hanno inventato una plastica in grado di
convertire la potenza del sole in energia elettrica persino nelle giornate
nuvolose. Il materiale sfrutta le nanotecnologie ed è costituito dalle prime
celle solari capaci di gestire l’invisibile radiazione infrarossa del sole. Il
raggiungimento di questo traguardo spinge a prevedere in futuro lo sviluppo di
pannelli solari cinque volte più efficienti di quelli possibili con le attuali
tecnologie. Come una vernice, il composto può essere spruzzato su altri
materiali e usato come generatore portatile. Un abito ricoperto di questo
materiale potrebbe alimentare un telefono cellulare. Un’automobile a idrogeno,
dipinta con uno strato di plastica, potrebbe convertire abbastanza energia in
elettricità da ricaricare continuamente la propria batteria.
I costi: Attualmente, un
impianto a pannelli solari per la propria casa o la propria azienda costa alcune
migliaia di euro. Benché ci siano dei finanziamenti statali che coprono dal 40
al 75% delle spese, il costo di produzione in sé resta alto; come ogni cosa,
però, più essa viene venduta e più diventa a buon mercato. I costi del solare
scendono costantemente e dal ’96 sono scesi ogni anno in media del 33%.
Tuttavia, manca in Italia un incentivo fondamentale che invece in Germania c’è
ed ha prodotto risultati considerevoli, portando il Paese ad essere uno tra i
maggiori produttori di energia solare al mondo (e pensare che in Germania non
c’è il sole che c’è in Italia): quest’incentivo si basa su due fattori, uno è
che ogni produttore di energia rinnovabile può vendere alla rete la propria
energia in surplus; il secondo è che a ogni produttore è garantito un prezzo
tale che la produzione renda economicamente. Una legge che preveda gli stessi
termini in Italia c’è ma non è stata ancora promulgata perché il governo
temporeggia (piuttosto chiaramente) per favorire gli interessi dell’ENEL. Per
ovviare a questo problema, tutti possiamo fare qualcosa: basta accedere a
internet, recarsi sul sito www.nimer.it e
firmare la seguente petizione.
“In Germania ogni anno si producono 700 MW dai
pannelli solari fotovoltaici, l'equivalente di una centrale nucleare. In Italia
soltanto 5 MW ogni anno. La causa di questo paradosso è di natura normativa. In
Germania ogni impresa e cittadino ottiene in cambio dell'energia prodotta dai
pannelli solari una tariffa d'acquisto elevata, garantita per 20 anni. Anche in
Italia il Dlgs 387 del
2003 ha
istituito un sistema simile detto "Conto Energia" cui doveva seguire entro un
anno la determinazione delle tariffe tramite decreto di attuazione... mai
realizzato. L'associazione NIM si fa portatrice di una petizione online per
chiedere al governo l'attivazione del conto energia entro il 2005.
Sottoscrivi anche tu la petizione, visita il sito
www.nimer.it.
Fonti:
·
LifeGate Magazine n° 22 gennaio-febbraio 2005;
·
www.lescienze.it;
·
http://www.wupperinst.org/Sites/home1.html;
·
“Un Futuro Sostenibile”, un video di Quarti e Gamboni con la
partecipazione di Beppe Grillo.
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