
Barack Obama non prende i soldi delle lobby
I giornali incassano
un miliardo di euro all’anno dallo Stato. Si tagliano i fondi
alle Università e li si regalano ai Mieli, ai Mauro, ai Ferrara, ai
Polito, ai Feltri. La lista è lunghissima, ma quanti sono i mantenuti foraggiati
dalle nostre tasse. La libertà di esprimere l’opinione dei loro editori è
possibile grazie ai contributi dell’operaio o della pensionata.
I cittadini non lo sanno, ma una parte di Giuliano Ferrara è di loro proprietà.
In altri tempi, per i finanziamenti, si poteva invocare la libertà di stampa,
ora si può solo celebrare la libertà di disinformazione. A
spese nostre. Sono fantastici. Solo da noi i servi anticipano il pensiero del
padrone. Perché le aziende possono fallire e
Il Riformista o
Libero devono ricevere dei sussidi di Stato?
Una buona notizia. Finalmente. La stampa sta morendo. Il costo
della carta, delle redazioni, la diminuzione degli incassi pubblicitari e la
possibilità di navigare on line sposta ogni giorno un granello di informazione
dai giornali alla Rete. E’ una clessidra che non si può
fermare. Il primo quotidiano nazionale americano a chiudere i battenti e a
trasferirsi sulla Rete è, notizia di questi giorni, il “Christian
Science Monitor” di Boston. Ha più di cento anni di storia e sette premi
Pulitzer in organico. Non è l’ultimo arrivato, ma è il primo a migrare.
Gli altri seguiranno. Il New York Times e il Wall
Street Journal entro un paio d’anni. Nel frattempo Obama
vince le elezioni grazie alla Rete, ai fondi raccolti on line
direttamente dagli elettori, Un miliardo di dollari con 100 dollari medi di
donazione. Risponderà agli americani, non alle lobby delle armi
e del petrolio che hanno finanziato Bush. Non alla Fiat, a Mediaset o a Benetton.
On line le regole cambiano.
The Huffington Post
è il blog politico più influente d’America. Molto più della maggior parte dei
quotidiani e dei canali televisivi. Ha solo 42 giornalisti in
organico e vive di accessi spontanei. Più persone lo leggono, più incassa
attraverso la pubblicità. Se pubblica il falso, chiunque può smentirlo in Rete.
La versione on line dei quotidiani italiani è sempre la stessa. Tra corriere.it,
repubblica.it o la stampa.it qual è la differenza? La testata? Sembrano tante
marche di detersivi. Diversi ingredienti, gli stessi padroni.
I vostri video su: "La clessidra dell'informazione"
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 Travaglio, vespa e linformazione
Lezione di giornalismo
http://www.beppegrillo.it
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