Vero o falso? Le affermazioni sotto le elezioni
Ritorna la campagna elettorale e ritornano a
imperversare i politici in ogni trasmissione
televisiva sciorinando dati che sovente, come
abbiamo visto due anni fa, non sempre
corrispondono a realtà. Ritorniamo dunque con
la nostra rubrica "Vero o falso" in cui
verifichiamo la veridicità delle affermazioni
dei maggiori leader politici. Ai lettori
chiediamo di aiutarci a fare i cani da
guardia, segnalandoci i passaggi "sospetti"
delle trasmissioni tv. Scrivete una email al
seguente indirizzo: verofalso@lavoce.info
(oggetto: Segnalazione), indicando la
trasmissione, la data, il personaggio
politico.
“Romano Prodi ha trovato una
situazione finanziaria, che ieri è stata
descritta dall’OCSE, non sono le mie
parole, ieri l’OCSE ha detto tra il 2001
e il 2006 questo paese si è fermato,
avevamo un debito pubblico che cresceva,
avevamo la spesa pubblica che aumentava,
di solito la destra taglia la spesa
pubblica quella italiana l’aveva
aumentata del 2 e mezzo…”(Veltroni,
Porta a Porta, 9 Aprile 2008)
L’8 Aprile è stato presentato il
rapporti Factbook 2008 dell’OECD. Dal
rapporto emerge che l’Italia si colloca
tra i paesi membri con il più basso
tasso di crescita della produttività del
lavoro che nel periodo 2001 – 2006 è
rimasta sostanzialmente immutata, con
una crescita solo dello 0.5%, inferiore
sia alla media Europea (1.7%) sia a
quella dei paesi OECD (1.4%). Dallo
stesso rapporto emerge la crescita del
debito pubblico per l’Italia e della
spesa pubblica (2.75%).
L’affermazione di Veltroni è quindi
corretta.
Per ulteriori dettagli si veda
http://caliban.sourceoecd.org/vl=6295900/cl=11/nw=1/rpsv/factbook/
“…sul sole 24 ore, credo
proprio sul sole 24 ore, è stato
dimostrato, 14 miliardi di euro vengono
buttati via dalle imprese per
adempimenti che non dovrebbero svolgere”
(Veltroni, Porta a Porta, 9 Aprile
2008)
Il 7 Aprile 2008, su Il Sole 24 Ore
sono stati pubblicati i risultati della
“Misurazione degli Oneri Amministrativi”
svolta dal Ministero per le Riforme e
le Innovazione della P.A. vola a
imprimere un cambiamento orientando
verso la politica della semplificazione.
Dalla misurazione condotta emerge che le
piccole e medie imprese nel 2007 hanno
sostenuto oneri per 14 miliardi di euro
per adempimenti di obblighi informativi
dell’attività svolta, procedure di
autorizzazione e passaggi fiscali.
La dichiarazione è quindi corretta.
Per ulteriori dettagli si veda
http://www.funzionepubblica.it/dipartimento/attivita/politiche_semplificazione/attivita_4926.htm
“Prodi ha portato la
pressione fiscale al 44%” (Berlusconi,
Radio anch’io, 9 Aprile 2008)
La pressione fiscale ovvero il
rapporto tra l’ammontare delle imposte
(dirette, indirette e in c/capitale),
dei contributi sociali (effettivi e
figurativi) e il Prodotto interno lordo,
è aumentata negli ultimi due anni. I
dati provvisori per il 2007 indicano un
livello pari al 43.3% lievemente
inferiore a quanto riportato dall’On.
Berlusconi.
Per ulteriori dettagli si veda
http://www.istat.it/salastampa/comunicati/in_calendario/continaz/20080229_00
“…la casa di proprietà per le
famiglie che ancora non ce l’hanno che
sono il 13%”(Berlusconi,
Radio anch’io, 9 Aprile 2008)
Dall’ultima indagine su “I Consumi
delle famiglie” (ISTAT – Luglio 2007) il
73.4% delle famiglie residenti in Italia
vive in un’abitazione di proprietà
mentre il 17.7% delle famiglie residenti
in Italia occupa un’abitazione in
affitto e non il 13% come dichiarato
dall’On. Berlusconi. Le famiglie
sostengono per il canone di locazione
una spesa media di 340 euro al mese, in
lieve aumento rispetto ai 308 euro della
precedente indagine. I costi sono più
elevati nelle regioni del Centro (393
euro) e del Nord (372 euro) e più bassi
nelle regioni del Sud (266 euro).
“…siamo stati l’unico governo
dal 1968 ad oggi a diminuire di 2 punti
la pressione fiscale” (Berlusconi,
Radio anch’io, 9 Aprile 2008)
Durante i 5 anni
del governo di centro destra, la
pressione fiscale, comprensiva delle
imposte in conto capitale, si è ridotta
di 0,7 punti. Lo stesso risultato si
ottiene considerando la pressione
fiscale al netto delle imposte in conto
capitale. Durante gli anni del
precedente governo di centro – sinistra
la pressione comprensiva delle imposte
in conto capitale si era ridotta di 2,4
punti mentre al netto delle imposte la
riduzione è stata di 1,8 punti. La
dichiarazione non è quindi corretta.
PER VISUALIZZARE LA TABELLA
CLICCARE QUI (Fonte: ISTAT)
“…quindi mentre io pensavo
che avevo l’orgoglio di aver intavolato
molto, 36 riforme strutturali, 12
codici, più di quelli che hanno fatto
tutti i 56 governi della precedente
storia della repubblica……. Diminuzione
della pressione fiscale, 1.850.000
pensionati cha hanno avuto un aumento
della pensione a 500 e passa euro…”
(Berlusconi, Radio anch’io, 9 Aprile
2008)
Durante il governo di centrodestra
sono stati approvati 12 codici (Codice
delle comunicazioni, Codice per la
tutela dei beni culturali, Codice della
nautica da riporto, Codice della
navigazione aerea, Codice della
Proprietà industriale, Codice del
consumatore, Codice della strada e
patente a punti, Codice
dell’amministrazione digitale, Codice
delle assicurazioni, Codice
dell’ambiente, Codice degli appalti,
Codice per la protezione dei dati
personali). Le riforme strutturali
adottate sono state 13 (Riforma del
mercato del lavoro, Riforma fiscale,
Riforma delle pensioni, Legge obiettivo
per le grandi opere, Riforma del diritto
societario, Riforma del diritto
fallimentare, Riforma del risparmio e
della Banca d'Italia, Riforma del
mercato dell'energia,Riforma del sistema
radiotelevisivo, Riforma
dell'agricoltura e della pesca, Riforma
delle misure di sostegno all'imprese,
Riforma degli incentivi e fondo unico
per il Mezzogiorno, Riforma dell'impresa
sociale). Altre, presenti sul sito
www.governoberlusconi.it non le
riteniamo tali da definirsi strutturali.
Tra gli oltre sei milioni di pensionati
presenti in Italia nel 2001 che
percepivano pensioni mensili molto basse
solo 1.600.000 hanno ottenuto l’aumento
a 516 euro deliberato dal Governo di
centro - destra con la Finanziaria del
2002. Per beneficiare dell’aumento,
infatti, non era infatti sufficiente
percepire una pensione inferiore ai 516
euro, ma bisogna anche avere almeno
settanta anni e disporre di un reddito
familiare inferiore a determinate
soglie, che tengono conto anche del
reddito dell’eventuale coniuge, e di
altri redditi diversi dalle pensioni
quali per esempio gli interessi sui
depositi postali o su titoli di Stato.La
dichiarazione non è falsa, ma presenta
alcune imprecisioni.
"...paghiamo 70 miliardi di
interessi tutti gli anni di debito, la
Francia ne paga 40." (Bersani,
Ballarò 6 Aprile 2008)
"…il governo Prodi si è trovato
a gestire una situazione in cui il
debito pubblico ammontava a circa 70
miliardi di soli interessi all’anno."
(Franceschini, Ballarò 6 Aprile
2008)
La spesa per interessi sul debito nel
2007 in Italia è stata di quasi 77
miliardi di euro mentre in Francia di
circa 51.5 miliardi. La dichiarazione di
Bersani riporta non correttamente dati
inferiori per entrambi i paesi. Se si
considera la media degli interessi
pagati dal 2001 a oggi, l’Italia si
attesta su circa 70 miliardi mentre la
Francia su 46. Anche interpretando in
questo modo la frase, la dichiarazione
non è corretta.
La media della spesa per interessi nei
due anni del governo Prodi è stata di
circa 72.5 miliardi come correttamente
riportato da Franceschini.
Interessi sul debito in milioni di
euro |
|
2001 |
2002 |
2003 |
2004 |
2005 |
2006 |
2007 |
Italia |
78764 |
71519 |
68350 |
65509 |
64700 |
68244 |
76726 |
Francia |
45560 |
45495 |
44864 |
45441 |
45326 |
45305 |
51413 |
Fonte: OECD |
|
|
|
|
|
|
|
"Unioncamere del Veneto, non
l’ufficio studi della lega, ha calcolato
che se ci fosse in Italia un sistema di
federalismo fiscale come c’è in
Catalogna, che è quello che proponiamo
noi, ci sarebbero in un anno meno
sprechi per 26 milioni di euro, 26
milioni di euro risparmiati…"
(Maroni, Ballarò 6 Aprile 2008)
Il 12 Marzo è stato presentato il
rapporto di Unioncamere del Veneto
“Spesa pubblica e federalismo –
Allocazione delle risorse umane e
finanziarie ed efficienza delle
Amministrazioni pubbliche”. Lo
studio stima i risparmi potenziali che
si avrebbero adottando diversi schemi di
federalismo presenti in Europa in
particolare quello della Germania e
quello della Spagna. Secondo il
rapporto, adottando il modello
utilizzato dalle PA tedesche, l’Italia
potrebbe ottenere un risparmio nella
spesa pubblica di quasi due punti
percentuali del Pil, pari ad oltre 26
miliardi di euro l’anno e non 26
milioni. Avendo invece come riferimento
il modello spagnolo, il risparmio
stimato sarebbe di circa 13,8 miliardi
di euro.
Il risparmio citato dall’On. Maroni non
è quindi quello che si avrebbe adottando
lo schema spagnolo bensì quello tedesco
a meno dell’errore nell’unità di misura
dichiarata, milioni al posto di
miliardi.
Per vedere la figura cliccare
qui.
Per ulteriori dettaglia si veda
http://www.ven.camcom.it/pubblicazioni/pub/QdRnove.pdf
"…quando parliamo di povertà
parliamo dell’11% del totale delle
famiglie, di 7 milioni di persone, il
39% è collocato nel mezzogiorno…"
(Savino Pezzotta, Porta a Porta, 3
Aprile 2008)
La prima parte dell’affermazione è
corretta. Secondo l’ultimo rapporto
disponibile sulla povertà relativa, le
persone che vivono in situazioni di
povertà sono 7 milioni 537 mila pari
all’11.1% del totale delle famiglie
residenti sul territorio nazionale. La
parte dell’affermazione sulla povertà
nel mezzogiorno non è corretta. Nel
mezzogiorno infatti le famiglie sotto la
linea di povertà relativa sono il 22,6%
e non il 39% come dichiarato, e
rappresentano il 65% del totale delle
famiglie povere.
Indicatori di povertà relativa per
ripartizione geografica. Anni
2005-2006 (migliaia di unità e
valori percentuali) |
|
|
|
|
|
Nord |
Centro |
Mezzogiorno |
Italia |
|
2005 |
2006 |
2005 |
2006 |
2005 |
2006 |
2005 |
2006 |
Migliaia di
unità |
|
|
|
|
|
|
|
|
famiglie povere |
510 |
595 |
270 |
315 |
1.805 |
1.713 |
2.585 |
2.623 |
famiglie
residenti |
11.227 |
11.378 |
4.533 |
4.598 |
7.507 |
7.591 |
23.268 |
23.567 |
persone povere |
1.343 |
1.447 |
750 |
889 |
5.484 |
5.201 |
7.577 |
7.537 |
persone
residenti |
26.253 |
26.458 |
11.165 |
11.244 |
20.66 |
20.669 |
58.077 |
58.371 |
Composizione
percentuale |
|
|
|
|
|
|
|
|
famiglie povere |
19,7 |
22,7 |
10,4 |
12,0 |
69,8 |
65,3 |
100,0 |
100,0 |
famiglie
residenti |
48,3 |
48,3 |
19,5 |
19,5 |
32,3 |
32,2 |
100,0 |
100,0 |
persone povere |
17,7 |
19,2 |
9,9 |
11,8 |
72,4 |
69,0 |
100,0 |
100,0 |
persone
residenti |
45,2 |
45,3 |
19,2 |
19,3 |
35,6 |
35,4 |
100,0 |
100,0 |
Incidenza della
povertà (%) |
|
|
|
|
|
|
|
|
famiglie |
4,5 |
5,2 |
6,0 |
6,9 |
24,0 |
22,6 |
11,1 |
11,1 |
persone |
5,1 |
5,5 |
6,7 |
7,9 |
26,5 |
25,2 |
13,1 |
12,9 |
Intensità della
povertà (%) |
|
|
|
|
|
|
|
|
famiglie |
17,5 |
17,8 |
18,9 |
16,9 |
22,7 |
22,5 |
21,3 |
20,8 |
Fonte: ISTAT
2007 |
|
|
|
|
|
|
|
|
"…sette milioni di poveri
sono li da 4 anni, sempre quelli (da 4 o
5 anni) come quantità, poi magari
cambiano nella composizione però il
grado di povertà relativa è abbastanza
stabile." (Emma Bonino,
Porta a Porta, 3 Aprile 2008)
L'On. Bonino aveva fatto un’analoga
dichiarazione nel corso della puntata di
Ballarò del 19 Febbraio 2008 e come già
documentato nella nostra rubrica
l’affermazione è corretta.
"…c’è una sottovalutazione
totale del patrimonio di energia
femminile, in Italia 6 milioni di donne
non hanno accesso o sono fuori dal
mercato del lavoro." (Emma
Bonino, Porta a Porta, 3 Aprile 2008)
Nel quarto trimestre del 2007 le
donne, con un’età superiore ai 15 anni,
che non appartengono alla forza lavoro
sono risultate oltre 16 milioni.
Tuttavia limitandoci alla fascia d’età
prettamente lavorativa (15-64 anni) il
dato si riduce a circa 9.500.000
comunque superiore al dato citato
dall’On. Bonino. In Italia sono oltre 6
milioni le donne che non appartengono al
mercato del lavoro ma in età superiore
ai 65 anni. L’affermazione non è
corretta e avrebbe necessitato di
maggiori argomentazioni e dettagli.
Non
forze di lavoro in età 15 anni ed
oltre per sesso, classe di età e
ripartizione geografica
(migliaia di unità) |
|
|
|
|
Femmine |
|
15-24 |
25-34 |
35-54 |
55-64 |
15-64 |
65 e + |
Totale |
Nord |
796 |
356 |
996 |
1,301 |
3,449 |
3,209 |
6,658 |
Nord-Ovest |
457 |
198 |
591 |
783 |
2,030 |
1,889 |
3,919 |
Nord-Est |
339 |
158 |
405 |
518 |
1,419 |
1,319 |
2,739 |
Centro |
392 |
205 |
535 |
544 |
1,676 |
1,385 |
3,061 |
Mezzogiorno |
1,012 |
771 |
1,624 |
957 |
4,363 |
2,077 |
6,440 |
Italia |
2,199 |
1,333 |
3,155 |
2,802 |
9,489 |
6,670 |
16,159 |
Fonte: ISTAT - Rilevazione sulle
forze lavoro IV trimestre 2007 |
|
|
"…questo è un paese che da 10
anni non cresce." (Savino
Pezzotta, Porta a Porta, 3 Aprile 2008)
L’affermazione necessiterebbe di
maggiori argomentazioni e non è
completamente corretta. Negli ultimi 10
anni, come già documentato da noi in
altri articoli, l’Italia ha registrato
una crescita limitata, non un’assenza di
crescita. Come già rilevato l’aspetto
cruciale è stato il differenziale di
crescita rispetto agli altri paesi
industrializzati.
Si veda
http://www.lavoce.info/articoli/pagina1000279.html
"..Sui mercati il premio di
rischio Italia, cioè il costo di Prodi,
della sinistra e di Veltroni, sul debito
pubblico mal gestito, ai nostri tempi
era 20 punti adesso è salito del 300%."
(Tremonti, Porta a Porta,
19 Marzo 2008)
L’affermazione dell’On. Tremonti fa
riferimento allo spread tra il
rendimento dei buoni del tesoro
decennali italiani e dei Bund tedeschi
che a fine febbraio ha raggiunto il
massimo dal marzo 2001 arrivando a 44
punti base.
Lo spread medio nel periodo 2001-2006 è
stato di 21 punti base e negli ultimi 2
anni di 27 punti base. Se si fa quindi
riferimento ai valori medi non si
riscontra un incremento del 300%. E’
sicuramente vero però che nell’ultimo
anno il differenziale dei rendimenti è
progressivamente aumentato triplicando
rispetto al minimo raggiunto nel giugno
2003. Tuttavia, se si considera il
valore raggiunto dal differenziale al
termine del governo di centro destra
nell’aprile 2006 emerge che rispetto al
minimo lo spread era già aumentato di
circa 2 volte e mezza. Gran parte
dell’aumento dello spread rispetto al
minimo del giugno 2003 è quindi avvenuto
durante il governo di centro-destra.
L’affermazione di Tremonti non è quindi
completamente corretta e avrebbe
necessitato di maggiori argomentazioni.
Grafico sull’andamento dello spread
medio – periodo 2001-2006
Bindi: "Non è aumentata la
pressione fiscale…gli italiani non
pagano più tasse…complessivamente le
entrate fiscali sono aumentate non
perché è aumentata la pressione sul
singolo cittadino e sulla singola
impresa che sono diminuite ma perché c’è
stata la lotta all’evasione fiscale".
Fini: "Il carico fiscale è
aumentato" (Bindi - Fini,
Porta a Porta, 18 Marzo 2008)
Tecnicamente l’indicatore sulla
pressione fiscale, elaborato da ISTAT, è
ottenuto come il rapporto tra
l’ammontare delle imposte (dirette,
indirette e in c/capitale), dei
contributi sociali (effettivi e
figurativi) e il Prodotto interno lordo.
L’indicatore, sostanzialmente stabile
nel 2004 e 2005, è aumentato negli
ultimi due anni passando dal 42.1% del
2006 al 43.3% del 2007. L’aumento della
pressione fiscale è ascrivibile, secondo
il governo, alla lotta all’evasione
fiscale e non all’aumento
dell’imposizione fiscale sul singolo
cittadino. Nei documenti presentati il 6
Marzo dal Ministro Visco si legge
infatti che: “Tra il 2006 ed il
2008, sono state approvate riduzioni
d’imposta sia alle famiglie sia alle
imprese per oltre 10 miliardi di euro
l’anno. Sebbene vi siano stati aumenti
di imposta (ad esempio i bolli auto)
questi sono stati ampiamente inferiori
alle riduzioni. Gran parte del maggior
gettito è derivato da misure
antievasione che non incidono affatto
sui contribuenti onesti.”. Sebbene
quindi l’affermazione del Ministro Bindi
presenti alcune imprecisioni lessicali
(parlando di pressione fiscale per
riferirsi al carico fiscale sul singolo
cittadino e sulla singola impresa), il
concetto che vuole esprimere è nel
complesso corretto.
Per maggiori dettagli si vedano
le dichiarazioni del Ministro Visco
e il
comunicato stampa ISTAT.
|
Pressione
fiscale |
2004 (a) |
40.6 |
2005 (b) |
40.5 |
2006 (b) |
42.1 |
2007 (c) |
43.3 |
a) dati
definitivi |
|
b) dati
semidefinitivi |
|
c) dati
provvisori |
|
Fonte: ISTAT |
|
"Noi siamo un paese che per
l’85% dipende per l’energia dell’estero"
(Casini, Ballarò, 25 Marzo 2008)
La dipendenza energetica di un paese
dall’estero è misurata come il rapporto
tra le importazioni nette (importazioni
meno esportazioni) e il consumo totale
di energia. Utilizzando gli ultimi dati
disponibili del Bilancio Energetico
Nazionale 2006 emerge che l’Italia
dipende dall’estero per circa l’87%.
L’affermazione dell’On. Casini, sebbene
il dato citato sia lievemente inferiore,
è quindi nel complesso corretta.
BILANCIO DI SINTESI DELL'ENERGIA IN
ITALIA (milioni di tonnellate
equivalenti di petrolio) |
|
ANNO 2006 |
|
|
|
|
|
|
Disponibilita' e Impieghi |
Solidi |
Gas naturale |
Petrolio |
Rinnovabili (a) |
Energia elettrica |
Totale |
1. Produzione |
0.510 |
9.058 |
5.769 |
13.395 |
|
28.732 |
2. Importazione
|
16.786 |
63.854 |
106.997 |
0.838 |
10.251 |
198.726 |
3. Esportazione
|
0.187 |
0.304 |
27.336 |
0.002 |
0.354 |
28.183 |
Importazioni
nette |
16.599 |
63.550 |
79.661 |
0.836 |
9.897 |
170.543 |
4. Variaz.
scorte |
-0.045 |
2.910 |
0.219 |
0.000 |
|
3.084 |
5. Consumo
interno lordo (1+2-3-4) |
17.154 |
69.698 |
85.211 |
14.231 |
9.897 |
196.191 |
6. Consumi e
perdite del settore energ. |
-0.741 |
-0.828 |
-5.985 |
-0.094 |
-42.885 |
-50.533 |
7.
Trasformazioni in energia elettr. |
-11.857 |
-26.023 |
-9.501 |
-12.152 |
59.533 |
0.000 |
8. Totale
impieghi finali (5+6+7) |
4.556 |
42.847 |
69.725 |
1.985 |
26.545 |
145.658 |
- industria |
4.413 |
16.418 |
7.659 |
0.292 |
12.114 |
40.896 |
- trasporti |
- |
0.439 |
43.069 |
0.153 |
0.879 |
44.540 |
- civile |
0.008 |
24.887 |
5.959 |
1.371 |
13.079 |
45.304 |
- agricoltura
|
|
0.150 |
2.588 |
0.169 |
0.473 |
3.380 |
- usi non
energetici |
0.135 |
0.953 |
6.927 |
0,000 |
- |
8.015 |
- bunkeraggi |
- |
- |
3.523 |
|
- |
3.523 |
(a) Al netto
degli apporti da pompaggio. |
|
|
|
|
|
|
Fonte:
Ministero dello sviluppo economico |
|
|
|
|
|
|
"…Lui ci ha lasciato, meno di
due anni fa, una procedura di infrazione
da parte dell'Unione europea, infrazione
per il deficit, in questi giorni la
procedura si sta chiudendo perché noi
abbiamo risanato e l'Unione europea, che
è un arbitro neutrale, chiuderà quella
procedura.
L'indebitamento netto era 4,20
nel 2005 e adesso è 1,90; l'avanzo
primario era lo 0,30 adesso è il 2,50;
il debito pubblico era 106,20, nel 2007
era 104 e nel 2008 probabilmente 103."
(Franceschini, Porta a Porta, 19
Marzo 2008).
I dati elaborati dell’Istituto
Nazionale di Statistica e resi pubblici
il 28 Febbraio 2008, confermano che
l’indebitamento netto si è ridotto dal
2005 al 2007, passando da 4.2 a 1.9,
come dichiarato da Franceschini. E’
corretto il dato sull’avanzo primario
nel 2005, pari a 0.3, e del progressivo
aumento nei due anni successivi fino al
3.1 nel 2007 e non al 2.5 come
dichiarato. Il rapporto debito Pil era
del 106.2 nel 2005 e ha raggiunto il 104
a dicembre 2007. Le previsioni per il
2008 sul rapporto debito/Pil, fatte dal
Ministero dell’Economia e delle Finanze
con la Relazione Unificata sull’Economia
e la Finanza Pubblica, sono
effettivamente del 103%.
(si veda
http://www.governo.it/GovernoInforma/Dossier/economia_relazione08/relazione_mef.pdf)
INDICATORI DI BILANCIO DELLA PA ( %
del PIL) |
|
|
|
2004 |
2005 |
2006 |
2007 |
Avanzo Primario |
1.24 |
0.3 |
1.26 |
3.1 |
Indebitamento netto |
3.47 |
4.23 |
3.35 |
1.9 |
Debito |
103.8 |
106.2 |
106.8 |
104 |
Fonte: ISTAT |
|
|
|
|
Brambilla: "Il piano industriale
di Air France è quello di eliminare
completamene il trasporto merci cargo
che è l’unico che rende".
Fassino: "Bisognerebbe sapere di
cosa si parla Dott.ssa Brambilla…Non
dica che si vuole chiudere il cargo
Alitalia". Brambilla:
"Si, nel 2010". Fassino:
"Sa quanti aerei occupa dell’Alitalia
il cargo Alitalia?" Fassino:
"Cinque aerei, cinque aerei"
(Brambilla – Fassino, Ballarò, 25
Marzo 2008)
Come ci ha segnalato il nostro
lettore Antonino Chiummo, il dato citato
dall’On. Fassino è corretto. Sul totale
della flotta Alitalia (179 aeromobili),
solo 5 sono dedicati al servizio cargo.
Si veda per dettagli
http://www.alitaliacargo.com/Default.aspx?tabid=88
"L’incremento del PIL nel 2007 è
stato nettamente superiore
dell’incremento del prodotto interno
lordo degli anni precedenti"
(Fassino, Ballarò, 25 Marzo 2008)
L’incremento del PIL nel 2007 è stato
dell’1,5% grazie soprattutto alla
crescita delle esportazioni. La crescita
è stata lievemente inferiore a quella
del 2006 ma superiore, in media, a
quella degli anni precedenti. La
crescita nel 2007 non è stata tuttavia
nettamente superiore ed è stata comunque
inferiore alla media europea come già
documentato sul nostro sito (http://www.lavoce.info/articoli/pagina1000279.html).
Variazioni percentuali sull'anno
precedente del PIL ai prezzi di
mercato - anno di riferimento 2000 |
|
|
2001(b) |
1.8 |
|
2002(b) |
0.5 |
|
2003(b) |
0.0 |
|
2004(b) |
1.5 |
|
2005(c) |
0.6 |
|
2006(c) |
1.8 |
|
2007(d) |
1.5 |
|
(b)
dati definitivi
(c) dati semidefinitivi
(d) dati
provvisori |
|
Fonte: ISTAT |
|
"Negli ultimi 12 mesi sono
aumentate del 50% le persone che si
trovano sotto la soglia della povertà.
Oggi in Italia sono 5 milioni le persone
che soffrono il problema della povertà"
(Bondi, Ballarò, 18 Marzo 2008)
I dati ufficiali al momento
disponibili sulla povertà relativa
arrivano al 2006 (La povertà relativa in
Italia -Istat, 4 Ottobre 2007) e danno
il dato pressoché stabile negli ultimi 4
anni. Gli individui poveri sono stimati
pari a 7 milioni 537 mila individui
poveri, circa 12,9% dell’intera
popolazione. Anche i dati di Banca
d’Italia dell’indagine campionaria “ I
bilanci delle famiglie italiane”
confermano che in termini di reddito
equivalente la quota di individui che
vive in famiglie a basso reddito nel
2006 era pari al 13,2 per cento e si è
mantenuta pressoché costante dal 2000.
Utilizzando invece come indicatore del
benessere i consumi equivalenti, la
quota di persone che vive in famiglie
con un consumo inferiore alla metà del
consumo mediano risulta pari al 6,9 per
cento e si è ridotto rispetto al 2000.
Non essendoci al momento statistiche
ufficiali per il 2007 sarebbe
interessante sapere quale sia la fonte
usata per affermare che il numero di
coloro che vivono sotto la soglia della
povertà è aumentato del 50% negli ultimi
mesi.
"..il nostro paese anche se
negli ultimi due anni ha registrato una
crescita intorno al 2% esce da un
periodo abbastanza difficile di crescita
zero degli ultimi 5 anni"(Bindi,
Porta a Porta, 18 Marzo 2008)
Secondo i recenti dati ISTAT, il PIL
reale con anno di riferimento il 2000 è
cresciuto nel 2006 dell’1.8% e nel 2007
dell’1.5%. Considerando la media degli
ultimi 5 anni (2003-2007) la crescita è
stata dell’1%, mentre nei 5 anni
precedenti al biennio del governo
Berlusconi la crescita è stata inferiore
all’1%, una crescita sicuramente bassa
ma non assente.
"...attenzione ai dati della
realtà. L'altro giorno stavo a Rieti, l'Istat
dice che c'è una disoccupazione del 5,6
- 5,7%, i sindacati sono reduci da uno
sciopero generale provinciale,
denunciano una disoccupazione del 28 -
30%. Capisco che ci possa essere qualche
dubbio tra il 5 e 7, ma tra il 5,6 e il
30 no, ci deve essere qualcosa che non
va. Voglio dire che la situazione è
peggiore di quella che sembra"
(Bertinotti, Ballarò 18 Marzo 2008)
Secondo i dati ISTAT di dicembre (non
usiamo per correttezza i dati resi
pubblici oggi da ISTAT sul mercato del
lavoro in Italia dato che sono
posteriori alla dichiarazione) la
disoccupazione in Italia è al 5.7% con
dati non destagionalizzati e al 5.9% con
dati destagionalizzati, in linea quindi
con quanto affermato da Bertinotti. A
livello provinciale gli ultimi dati
ufficiali danno per Rieti una
disoccupazione al 5.9%, che raggiunge il
19.7 per i giovani dai 15 ai 24 anni
(20.7 per le donne dai 15 ai 24 anni).
Le statistiche ufficiali non confermano
quindi quanto riportato da Bertinotti.
"..In Italia ci sono su 100
contratti di lavoro vigenti 13 sono a
tempo determinato, in Spagna sono 34.
Tra i giovani tra i 15 e 24 anni...in
Italia sono 40 in Spagna sono 66"(Maroni,
Ballarò 18 Marzo 2008)
L’affermazione è corretta. Secondo le
ultime statistiche disponibili dell’OECD
effettivamente in Italia il 13%dei
contratti sono a tempo determinato
(11.3% per i maschi e 15.3% per le
femmine) mentre in Spagna la percentuale
è del 34% (32.2 % per i maschi e 37.2%
per le femmine).
Per quanto riguarda invece i giovani dai
15 ai 24 anni, in Italia la percentuale
di contratti a tempo determinato è del
42.3%, lievemente superiore a quella
riportata da Maroni, (37.8% per i maschi
e 15.3% per le femmine ), mentre in
Spagna il 66% dei contratti sono a
termine (65.7% per i maschi e 67.8% per
le femmine).
Santanchè: “Con voi è aumentata
la spesa”.Ribatte Letta:
“No, è scesa”. Ancora
Santanchè: “E no, è aumentata”.
Controribatte Letta: “E’ scesa
più con noi di quanto sia scesa nei 5
anni in cui anche l’on. Santanchè ha
sostenuto il governo Berlusconi”
(Ballarò, 4 Marzo 2008)
Se si confrontano le medie dei
periodi 1998-2000 e del governo di
centro destra 2002-2005 (escludendo
quindi l’anno 2001, un anno controverso
su cui vi sono state, come è noto,
polemiche fra i due schieramenti sulla
responsabilità dei conti pubblici), la
spesa corrente è scesa durante il
secondo governo Berlusconi di mezzo
punto percentuale del PIL; tuttavia, al
netto degli interessi, essa è aumentata
di circa un punto percentuale e mezzo.
Il motivo è che la spesa per interessi è
scesa di ben due punti percentuali del
Pil, ma solo una piccola parte (appunto
mezzo punto percentuale) è stata
risparmiata; il resto è stato usato per
aumentare le altre spese correnti.
Durante il governo Prodi, la spesa
corrente è salita di 2.5 percento del
PIL; questa volta l’aumento è tutto da
attribuire alla spesa al netto degli
interessi, perché la spesa per interessi
è rimasta sostanzialmente immutata.
Risultati simili si osservano se si
guarda alla spesa totale (inclusa quindi
la spesa per investimenti). Essa è
rimasta invariata rispetto al periodo
precedente durante il secondo governo
Berlusconi, è aumentata di un punto
percentuale del Pil durante il governo
Prodi. In questo scambio, l’onorevole
Letta ha dunque torto.
(Dati: ISTAT, Conti economici nazionali,
29 febbraio 2008 e Banca d'Italia,
Relazione Annuale 2006)
“…5 anni di governo Berlusconi
hanno mantenuto la pressione fiscale
sostanzialmente allo stesso livello, era
sceso dello 0.7 ed è aumentato il
deficit di una cifra maggiore. Perché?
Perché…perché l’Italia nel passato ha
risolto i problemi di quel momento
scaricando sulle generazioni future,
cioè ha aumentato il debito e il
deficit.” (Letta, Ballarò,
4 Marzo 2008)
La prima affermazione dell’onorevole
Letta non corrisponde al vero. La
pressione fiscale è scesa durante il
governo Berlusconi da una media del 42.1
del PIL durante il periodo 1998-2000 ad
una media del 40.8 durante il periodo
2002-2005. Durante il governo Prodi la
pressione fiscale è risalita al 42.7 per
cento del Pil. L’onorevole Letta ha
invece ragione quando afferma che il
deficit è aumentato sotto il governo
Berlusconi. Più precisamente,
l’indebitamento netto è passato dal 2.2
percento del Pil nel periodo 1998-2000
al 3.5 nel periodo 2002-06. Sotto il
governo Prodi l’indebitamento netto è
ridisceso al 2.6 percento del Pil. Nel
valutare questi dati, bisogna anche
tenere conto del fatto che la crescita
del Pil (che di per sé contribuisce a
ridurre l’indebitamento) è stata più
sostenuta sotto il governo Berlusconi
che sotto il governo Prodi.
(Dati: ISTAT, Conti economici nazionali,
29 febbraio 2008 e Banca d'Italia,
Relazione Annuale 2006)
In relazioni alle morti bianche Cesare
Damiano, Ministro del lavoro dichiara:
"..1963, boom economico, 4400
morti all’anno, 2002 1481 morti in
quell’anno, 2006 1341 morti. 2007
previsioni INAIL, io esagero un po’, al
di sotto dei 1300". Interviene
la Armeni: "2004 meno di 1300".
Conferma Damiano: "Sì".
Interviene Sacconi: "il 2006 è
stato un anno brutto perché sono
risaliti". Puntualizza Damiano:
"Sono risaliti circa del 3%
rispetto all’anno precedente"
(8 e mezzo, 7 Marzo 2008)
Il Ministro Damiano ha fornito dei dati
molto dettagliati, perciò cerchiamo
anche noi di essere precisi nella
verifica. E’ esatto il numero delle
morti bianche riferito al 2002 (Tabella
INAIL che segue) 1.481 morti di cui
1.354 uomini e 127 donne. Non è corretto
il dato citato dalla Armeni perché nel
2004 le morti sul lavoro sono state
1.328, (1.225 uomini e 103 donne)
superiore e non inferiore a 1300. Nel
2006 non sono state 1.341 come
dichiarato da Damiano ma lievemente
inferiori e cioè 1.302. Effettivamente
dopo anni in cui il numero di morti era
in calo il 2006 ha registrato un
significativo aumento del numero degli
infortuni mortali che sono cresciuti dal
2005 al 2006 del 2.2%.
Anno |
Infortuni
mortali |
2001 |
1549 |
2002 |
1481 |
2003 |
1449 |
2004 |
1328 |
2005 |
1274 |
2006 |
1302 |
Fonte: INAIL |
|
"…in quegli stessi anni
(n.d.r. dal 2001 in poi) gli
altri paesi crescevano come treni e noi
eravamo fermi, abbiamo perso 11 punti di
prodotto interno lordo…noi siamo stati
fermi" (Veltroni, Porta a
Porta, 3 Marzo 2008)
L’affermazione non è corretta. Nel
periodo considerato la crescita
dell’Italia è stata inferiore a quella
della media europea. In termini
differenziali, dal 2001 ad oggi in media
l’Italia è cresciuta di un punto
percentuale in meno rispetto agli altri
paesi europei (dati OECD, Dicembre 2007.
Per maggiori dettagli e un confronto con
i
4 maggiori paesi dell’area Euro.
Calcolando il tasso di crescita composto
risulta quindi che l’Italia ha perso
circa 7 punti di PIL e non 11 come
dichiarato da Veltroni.
"…il governo è miracolosamente
riuscito a fare, e questo merito di
Romano Prodi, un’opera di risanamento
finanziario dei conti dello stato:
debito pubblico, deficit, avanzo
primario riduzione della spesa pubblica"
(Veltroni, Porta a Porta, 3 Marzo
2008)
Negli ultimi due anni i conti
pubblici sono effettivamente migliorati.
Dai dati sui conti economici nazionali
diffusi da ISTAT il 28 Febbraio 2008
emerge che il saldo corrente è tornato
positivo e ha registrato un notevolmente
aumentato proprio nel 2006 e 2007.
Similmente dopo il picco del 2005,
l’indebitamento netto si è notevolmente
ridotto nei due anni successivi e nel
2007 si è pressoché dimezzato rispetto
al 2005. Il saldo primario, sebbene
fosse già positivo, è ulteriormente
migliorato negli ultimi due anni.
La spesa pubblica tuttavia non si è
ridotta, ma ha continuato a seguire il
trend crescente degli anni precedenti.
Conto economico consolidato
delle amministrazioni pubbliche |
|
|
|
Milioni di
euro |
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
VARIAZIONI % |
VOCI ECONOMICHE |
2004 (a) |
2005 (b) |
2006 (b) |
2007 (c) |
2006 su 2005 |
2007 su 2006 |
|
|
|
|
|
|
|
|
USCITE |
|
|
|
|
|
|
|
|
|
Spesa per
consumi finali |
276,238 |
290,818 |
299,074 |
303,950 |
2.8 |
1.6 |
di cui:
redditi da lavoro dipendente |
149,866 |
156,542 |
162,889 |
164,645 |
4.1 |
1.1 |
consumi intermedi |
75,039 |
78,577 |
77,661 |
79,738 |
-1.2 |
2.7 |
prestazioni sociali in natura
acquistate direttamente sul mercato |
37,949 |
40,246 |
41,331 |
41,722 |
2.7 |
0.9 |
Prestazioni
sociali in denaro |
234,701 |
242,346 |
252,119 |
265,284 |
4.0 |
5.2 |
Imposte dirette
pagate dalla PA |
1,049 |
973 |
893 |
914 |
-8.2 |
2.4 |
Altre uscite
correnti |
35,063 |
34,762 |
35,136 |
38,058 |
1.1 |
8.3 |
Uscite
correnti al netto interessi |
547,051 |
568,899 |
587,222 |
608,206 |
3.2 |
3.6 |
Interessi
passivi |
65,509 |
64,700 |
68,244 |
76,726 |
5.5 |
12.4 |
Totale
uscite correnti |
612,560 |
633,599 |
655,466 |
684,932 |
3.5 |
4.5 |
Investimenti
fissi lordi |
33,426 |
33,711 |
34,792 |
36,134 |
3.2 |
3.9 |
Contributi agli
investimenti |
20,071 |
21,988 |
22,292 |
24,769 |
1.4 |
11.1 |
Altre uscite in
c/capitale |
1,482 |
2,678 |
16,924 |
7,590 |
532.0 |
-55.2 |
Totale
uscite in c/capitale |
54,979 |
58,377 |
74,008 |
68,493 |
26.8 |
-7.5 |
Totale
uscite complessive |
667,539 |
691,976 |
729,474 |
753,425 |
5.4 |
3.3 |
|
|
|
|
|
|
|
|
ENTRATE |
|
|
|
|
|
|
|
|
|
Imposte dirette |
185,378 |
189,815 |
213,308 |
233,660 |
12.4 |
9.5 |
Imposte
indirette |
195,455 |
202,736 |
220,181 |
225,928 |
8.6 |
2.6 |
Contributi
sociali effettivi |
172,393 |
179,972 |
186,072 |
200,911 |
3.4 |
8.0 |
Contributi
sociali figurativi |
3,575 |
3,473 |
3,611 |
3,861 |
4.0 |
6.9 |
Altre entrate
correnti |
50,246 |
49,600 |
52,194 |
55,272 |
5.2 |
5.9 |
Totale
entrate correnti |
607,047 |
625,596 |
675,366 |
719,632 |
8.0 |
6.6 |
Imposte in
c/capitale |
8,374 |
1,871 |
225 |
300 |
-88.0 |
33.3 |
Altre entrate in
c/capitale |
3,806 |
4,081 |
4,249 |
4,314 |
4.1 |
1.5 |
Totale
entrate in c/capitale |
12,180 |
5,952 |
4,474 |
4,614 |
-24.8 |
3.1 |
Totale
entrate complessive |
619,227 |
631,548 |
679,840 |
724,246 |
7.6 |
6.5 |
|
|
|
|
|
|
|
|
SALDI |
|
|
|
|
|
|
|
|
|
Saldo
corrente |
-5,513 |
-8,003 |
19,900 |
34,700 |
|
|
Indebitamento netto |
-48,312 |
-60,428 |
-49,634 |
-29,179 |
|
|
Saldo
primario |
17,197 |
4,272 |
18,610 |
47,547 |
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
Fonte: ISTAT
"...il compenso minimo legale
c'è in quasi tutti i paesi Europei"
(Veltroni, Porta a Porta, 3 Marzo
2008)
L’affermazione è corretta.
Effettivamente in venti stati membri
dell’Unione europea e in uno stato
candidato esiste un salario minimo
legale. La tabella di seguito riporta il
salario minimo mensile per il 2007 nei
paesi che lo contemplano.
Monthly minimum
wages |
|
|
2007 |
Belgium |
1259 |
Bulgaria |
92 |
Czech Republic |
288 |
Estonia |
230.1 |
Ireland |
1403 |
Greece |
658 |
Spain |
665.7 |
France |
1254 |
Latvia |
172 |
Lithuania |
173.8 |
Luxembourg |
1570.3 |
Hungary |
257.9 |
Malta |
584.7 |
Netherlands |
1301 |
Poland |
245.5 |
Portugal |
470.2 |
Romania |
114.3 |
Slovenia |
521.8 |
Slovakia |
217.4 |
United Kingdom |
1361.4 |
Turkey |
297.6 |
Source: Eurostat |
|
Currency Euro |
|
"…nel 2001 quando fu
sottoscritto il contratto i reati erano
2.163.830 nel 2006 alla fine di
questo contratto 2.805.000"
(Veltroni, Porta a Porta, 3 Marzo
2008)
Dall’ultimo Rapporto sulla
criminalità del Ministero degli Interni
emerge che in Italia i reati nel 2001
furono esattamente quanti dichiarati da
Veltroni, mentre il numero citato per il
2006 non è corretto sebbene
effettivamente si sia registrato un
aumento dei reati commessi che sono
arrivati a 2.579.124, circa 53.000 in
meno (52.725) rispetto a quanto
affermato da Veltroni.
La dinamica dei crimini nell’ultimo
decennio indica che i reati sono
diminuiti fino al 2001 e sono cresciuti
proprio sotto il governo Berlusconi dal
2001 al 2006.
Numero di Crimini |
1996 |
2.422.991 |
1997 |
2.440.754 |
1998 |
2.425.748 |
1999 |
2.373.966 |
2000 |
2.205.778 |
2001 |
2.163.830 |
2002 |
2.231.550 |
2003 |
2.456.887 |
2004 |
2.417.716 |
2005 |
2.579.124 |
2006 |
2.752.275 |
Fonte: Ministero degli Interni |
Pur non essendo strettamente
attinente ai temi della campagna
elettorale, il nostro lettore Massimo
Giannini ci segnala questa affermazione
di Berlusconi che ha suscitato vivaci
reazioni sulla stampa spagnola.
"..nel calcio non si può negare
il mio successo: sono il presidente che
ha vinto di più in
tutto il mondo. Il secondo è Santiago
Bernabeu, ma ha vinto meno della metà di
me." (Berlusconi, Porta a
Porta, 12 febbraio 2008)
Come riportato da più fonti come
goal.com e il
quotidiano.net, il Real Madrid sotto
la presidenza di Santiago Bernabeu
(1943-1978) ha vinto 29 titoli, contro i
16 fino ad ora vinti dal Milan di
Berlusconi (dal 1986). Si tratta di 16
scudetti contro i 7 vinti dal Milan, 6
Coppe del Rey contro una sola Coppa
Italia e 6 Coppe dei Campioni vinte
dagli spagnoli contro le 5 del Milan. Il
Milan ha vinto più Coppe
Intercontinentali, 3 contro una sola
vinta dalla squadra di Bernabeu.
Va considerato però, che il Santiago
Bernabeu ha ricoperto la carica di
presidente del Real per 35 anni, contro
i 23 di Silvio Berlusconi e per questo
ha avuto a disposizione 12 anni in più
per vincere scudetti e Coppe del Rey.
Diverso è il discorso per La Coppa dei
Campioni e per la Coppa
Intercontinentale. Infatti, la Coppa
Campioni esiste dal 1955, per cui
Santiago Bernabeu ha contato sullo
stesso numero di anni di Berlusconi per
poterla vincere, 23. La La prima Coppa
Intercontinentale, invece, fu disputata
nel 1960, questo vuol dire che
Berlusconi ha avuto 5 anni in più a
disposizione per poterla vincere.
"..i dati ISTAT degli ultimi
4 anni danno praticamente stabile i dati
della povertà relativa questo è un
problema che si è posto sotto il vostro
governo e che noi abbiamo, senza fare
miracoli nei 20 mesi, iniziato in
qualche modo a invertire"
(Bonino, Ballarò, 19 Febbraio 2008)
L’affermazione è parzialmente
corretta. Secondo l’ultimo rapporto
ISTAT sulla povertà relativa in Italia
del 4 Ottobre 2007, negli ultimi quattro
anni la povertà relativa è rimasta
pressoché stabile e non sono variate
sostanzialmente neppure le principali
caratteristiche delle famiglie in
condizione di povertà. Sul territorio
Italiano sono presenti significative
differenze geografiche: il fenomeno è
più diffuso nel Mezzogiorno, dove la
quota delle famiglie povere è quasi
cinque volte superiore a quella
osservata nel resto del Paese, tra le
famiglie con un elevato numero di
componenti (cinque o più), tra quelle
con tre o più figli, soprattutto se
minorenni. Nel 2006 le famiglie che
vivono in situazioni di povertà relativa
sono 2 milioni 623 mila e rappresentano
l’11,1% delle famiglie residenti; si
tratta di 7 milioni 537 mila individui
poveri, pari al 12,9% dell’intera
popolazione.
Dall’analisi della serie decennale
emerge tuttavia una sostanziale
stabilità dell’indicatore dal 1997 a
oggi, non appare quindi corretto
affermare che il problema si sia posto
sotto il governo Berlusconi.
Fonte: Elaborazione su dati ISTAT
"… abbiamo incontrato una
stagione economica molto difficile
soprattutto dopo l'11 settembre. La
crisi ha investito non solo l'America ma
anche l'Europa" (Berlusconi,
Porta a Porta, 13 Febbraio 2008)
"quando noi abbiamo iniziato
a governare nel 2001, avevamo previsto
tassi di crescita del 3% all’anno per 5
anni, siamo arrivati ad un terzo. La
sinistra ci ha accusati che era colpa
nostra, non era così ed era sbagliato
accusare che fosse colpa nostra perché
c’era una recessione mondiale, dopo l’11
settembre, i governi hanno poco capacità
di modificare le grandi macrovariabili…"
(Brunetta, Otto e mezzo, 22 Febbraio
2008 )
L’addurre all’11 Settembre la mancata
crescita è un’affermazione ricorrente
nell’acceso dibattito di questi giorni.
Un nostro lettore Alessandro Sciamarelli,
ci ha segnalato l’affermazione
dell’onorevole Berlusconi e ha rilevato
come quasi sempre queste dichiarazioni
vengono fatte senza alcuna supporting
evidence e dati che lo dimostrino.
Viceversa ci segnala come si tratti di
una tesi completamente smentita dai
fatti.
"Dal 2002 in poi, l'economia Ue ha
conosciuto una netta ripresa, così come
il ciclo internazionale.
Solo l'Italia è rimasta pressoché ferma.
I dati che seguono mostrano il tasso di
crescita composto del periodo 2002-2005
(prendiamo per correttezza, quelli in
cui Berlusconi ha governato per intero)
per: Pil reale, produzione industriale e
produttività del lavoro per Italia,
Germania, Francia, spagna e Regno Unito
e Ue15.
Sono dati verificabili da chiunque sul
sito Eurostat, oppure scaricando
direttamente dal sito della DG Economy
and Finance della Commissione europea
l'ultimo Statistical Annex in pdf.
In questo caso ho adoperato la media Ue
a 15 per un confronto fra economie più
omogenee.
Come chiunque può vedere, per ciascuno
dei 3 indicatori la performance di
periodo dell'Italia è stata nettamente
la peggiore. Appena positiva per il Pil
(ma inferiore anche alla Germania),
nettamente negativa per il resto.
Indicatori di economia reale, tasso
composto di crescita di periodo
2002-2005. Pil reale produzione
industriale (escluse costruzioni)
produttività del lavoro."
Paese |
Pil reale |
Produzione
industriale |
Produttività del lavoro |
Italia |
+1,6 |
-3,2 |
-0,4 |
Germania |
+2,7 |
+6,5 |
+5,5 |
Francia |
+6,4 |
+1,8 |
+5,1 |
Spagna |
+13,3 |
+3,6 |
+1,7 |
Regno Unito |
+1 |
-2,6 |
+6,3 |
Ue 15 |
+6,3 |
+4,4 |
+4,5 |
"…(alla
Brambilla) voi siete stati al governo
per 5 anni e ce lo ricordiamo: crescita
quasi uguale allo zero…(la Brambilla
ribatte che c’è stato l’11 Settembre) e
l’11 Settembre c’è stato per tutti,
compreso per la Spagna che invece
cresceva…" (Bonino, Ballarò,
19 Febbraio 2008)
Secondo i dati Eurostat la Spagna ha
subito una battuta d’arresto nel 2002,
per poi crescere costantemente. Quindi
l’affermazione dell’On. Bonino è vera ad
eccezione del primo anno dopo l’11
settembre.
Guarda il Grafico
"(alla Brambilla) voi siete
stati al governo per 5 anni e ce lo
ricordiamo…ci avete lasciato un
disavanzo pubblico al 4,4%, il debito
pubblico ce lo avete lasciato al 107 e
lo abbiamo portato adesso al 105, il
saldo primario è tornato positivo e in
crescita e voi lo avevate azzerato"
(Bonino, Ballarò, 19 Febbraio 2008)
Le stime del disavanzo erano
effettivamente al 4,4% secondo i dati
Istat. Il 29 febbraio, quindi dopo la
puntata in questione, l’Istat ha diffuso
il nuovo rapporto sui conti economici
2001-2007 e ha rivisto questa stima al
4,2% del Pil. L’affermazione dell’On.
Bonino non è sbagliata.
Secondo i conti economici nazionali
ISTAT, effettivamente il saldo primario
nel 2005 era pressoché nullo ed è
effettivamente tornato ad essere
positivo nei due anni scorsi.
Viceversa dalla Relazione annuale di
Banca d’Italia emerge che l’eredità del
debito pubblico del 2005 non era di 107
era 106.2. Il rapporto debito/PIL è
stato poi portato a 106.8 nel 2006 ma è
poi effettivamente sceso a 105 nel
2007. L’indebitamento netto sul Pil nel
2005 era al 4.2% e non al 4.4% come
dichiarato ed è diminuito negli ultimi
due anni.
CONTI
ECONOMICI NAZIONALI
ANNI
2001-2007 – ISTAT
Tavola 19. Rapporti
caratteristici del conto economico
consolidato delle amministrazioni
pubbliche (d) |
|
|
|
|
|
|
|
|
2004 (a) |
2005 (b) |
2006 (b) |
2007 (c) |
Indebitamento
netto / Pil |
-3,5 |
-4,2 |
-3,4 |
-1,9 |
Saldo primario /
Pil |
1,2 |
0,3 |
1,3 |
3,1 |
Pressione
fiscale |
40,6 |
40,5 |
42,1 |
43,3 |
Entrate correnti
/ Pil |
43,6 |
43,8 |
45,6 |
46,9 |
Entrate totali /
Pil |
44,5 |
44,2 |
45,9 |
47,2 |
|
|
|
|
|
Uscite correnti
/ Pil |
44,0 |
44,4 |
44,3 |
44,6 |
Uscite totali al
netto interessi / Pil |
43,3 |
43,9 |
44,7 |
44,1 |
Uscite totali /
Pil |
48,0 |
48,4 |
49,3 |
49,1 |
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
a) dati
definitivi |
|
|
|
|
b) dati
semidefinitivi |
|
|
|
|
c) dati
provvisori |
|
|
|
|
d)
Le possibili differenze nelle
diverse modalità di calcolo dello
stesso "rapporto caratteristico"
sono dovute agli arrotondamenti |
|
|
"…in questi due anni la
pressione fiscale è cresciuta di 2 punti
e mezzo, con il governo Berlusconi era
calata"(Brambilla, Ballarò,
19 Febbraio 2008)
"hanno aumentato le tasse, hanno
aumentato la pressione fiscale di 2
punti, hanno sperperato i tesoretti…" (Brunetta,
Otto e mezzo, 22 Febbraio 2008 )
In data 3 marzo il Tesoro ha rivisto
le stime dell’Istat sulla pressione
fiscale nel 2007. Nel comunicato dell’Istat
diffuso il 29 febbraio la pressione
fiscale si attestava al 43,3%. In questo
caso la differenza tra il 2005 e il 2007
era di ben 2,7 punti percentuali, di più
del 2,5% citato dall’On. Brambilla o del
2% dell’On. Brunetta.
Secondo le nuove stime del Tesoro la
pressione fiscale sarebbe del 42,5%,
1,9% in più rispetto al 1005. In ogni
caso l’affermazione era sbagliata.
Fonte: Banca d’Italia - Relazione
Annuale sul 2006
Fonte: Istat – Conti Economici, Anni
2001-2007 "..la crescita del
nostro PIL nel 2008 sarà addirittura
sotto l’1% cioè lo zero virgola
qualcosa.." (Brambilla,
Ballarò, 19 Febbraio 2008)
Le previsioni fatte dall’Eurostat
indicano per il 2008 una crescita
dell’1,4%, quindi superiore all’1% e
non inferiore come erroneamente
affermato dall’On. Brambilla. Per i
dettagli si veda
a questo
link
Aggiornamento:
Come ci segnala il nostro lettore
Roberto Arnaldo, in data 12 marzo l'ex
Ministro dell'Economia Padoa Schioppa ha
rivisto le previsioni di crescita per il
2008 allo 0,6%. Pertanto l'affermazione
della Brambilla è esatta.
"...in
questo paese le disuguaglianze sono
fortissime: il 10% delle famiglie più
ricche d’Italia possiede quasi il 45%
dell’intera ricchezza nazionale.."
(Finocchiaro Ballarò, 19Febbraio
2008)
Il dato del 45% della ricchezza
totale posseduto dal 10% delle famiglie
è corretto. E' un valore stabile da
molto tempo.
E' però sbagliato sostenere che questo
dato sia prova di diseguaglianze
fortissime. Si tratta infatti di un
valore piuttosto basso nei confronti
internazionali: analizzando i dati del
Survey of consumer finances
americano e dall'handbook of income
distribution della North-Holland in
Francia al 10% più ricco va circa il 50%
dellla ricchezza nazionale, in UK circa
il 55%, in Svezia il 53%. In Usa siamo
attorno al 70%. Del resto, visto che
circa l'80% delle famiglie possiede
l'abitazione, è naturale che in Italia
la diseguaglianza nella distribuzione
della ricchezza complessiva (reale e
finanziaria) non sia molto elevata.
"...Molte
famiglie non arrivano alla terza
settimana c’è prima di tutto una
responsabilità di chi ha governato in
questi due anni l’Italia che ha
determinato una situazione per le
famiglie peggiore rispetto a quella che
c’era nel 2006..." (Maroni
Ballarò, 19Febbraio 2008)
L'indicatore più attendibile circa la
quota di famiglie che "non arrivano alla
fine del mese" proviene dall'indagine
Istat su redditi e condizioni di vita
delle famiglie, da cui risulta che nel
2006 il 14.6% delle famiglie "arriva a
fine mese con molta difficoltà". Nel
2005 era il 14.7%. Non si dispone di
dati più recenti.
"...In
Italia non è che tutti si sono
impoveriti, una parte degli Italiani si
è impoverita e si sono impoveriti coloro
che percepiscono stipendi, salari e
pensioni perché aumentano molto di meno
di quanto aumentano i prezzi…bisogna
ridurre le tasse a questi Italiani, a
queste persone che hanno subito una vera
decurtazione dei loro redditi. E’
inutile, noifacciamo gli aumenti
salariali e vengono falcidiati dalle
tasse…si devono ridurre le tasse sugli
aumenti contrattuali, su tutti. Non solo
le 14esime che hanno una minoranza di
lavoratori ..." (Angeletti
9Febbraio 2008)
Negli ultimi anni si è verificata,
secondo l'indagine Banca d'Italia, una
redistribuzione di reddito a favore dei
lavoratori indipendenti e a danno dei
dipendenti, mentre i pensionati hanno
mantenuto le proprie posizioni relative.
I tassi di povertà delle diverse
tipologie di famIglie, classificate
sulla base della professione dei loro
componenti, non sono però cambiati in
modo significativo.
* A cura di Davide Baldi, Michela
Braga, Andrée Pedotti e Ludovico Poggi
per la Redazione de lavoce.info
http://www.lavoce.info
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