La lotta ad ogni forma di criminalità organizzata e a tutte le mafie è
parte del codice genetico del Partito democratico. Nasciamo anche per
questo, per far sentire meno soli e non indifesi tutti coloro che alla
“normalità” della mafia non si rassegnano e che con coraggio portano
avanti quella resistenza civile che è la condizione indispensabile per
vincere e debellare il cancro del fenomeno mafioso.
Reagire all’idea che la mafia debba continuare a tenere prigioniere
intere aree del nostro Paese, contrastarla duramente con tutti i mezzi
per colpirla nella sua organizzazione e nei suoi interessi, mettere
nelle condizioni di operare nel modo più efficace chi la mafia la
combatte ogni giorno, per affermare al suo posto il rispetto della
legalità e la difesa delle regole, questo è lo spirito con il quale il
Pd intende fronteggiare la questione.
Ho detto nelle piazze siciliane e calabresi una cosa chiara, e cioè la
'ndrangheta, la mafia e la camorra decidano quello che vogliono, ma
decidano solo una cosa: di non votare per il Partito democratico,
perchè devono sapere che il Pd se governerà l'Italia cercherà di
distruggere quei poteri che impediscono al sud di esprimere tutta la
sua forza e la sua energia.
Il Pd mette in campo 10 punti per il contrasto alle mafie, che abbiamo
accolto e fatto nostri nel programma di governo.
Primo, potenziare gli strumenti legislativi e di controllo per un
effettivo attacco ai patrimoni criminali, attraverso l’approvazione
del testo unico antimafia, l’istituzione dell’anagrafe dei conti e dei
depositi bancari e dell’albo degli intermediari finanziari,
l’attivazione della Legge Mancino e l’istituzione dell’Agenzia unica
dei beni confiscati.
In secondo luogo, liberare l’economia del sud dalla morsa mafiosa
attraverso il monitoraggio degli appalti e la riduzione delle stazioni
appaltanti, il controllo della gestione del movimento terra ossia la
verifica dell’utilizzo corretto delle risorse nazionali erogate per le
infrastrutture, la promozione e il sostegno delle attività delle
associazioni antiracket, la promozione di un tutor per le imprese e il
rilancio del consumo critico.
Terzo punto, potenziamento del sistema di contrasto, con il
rafforzamento dell’impegno per la cattura dei latitanti,
l’integrazione delle polizie nazionali e delle polizie locali, la
realizzazione di un sistema di sicurezza integrata con l’approvazione
della proposta di Legge nazionale definita unitariamente nel 2003 da
Anci Upi e Regioni e aggiornata in questi mesi, l’aumento delle
dotazioni strumentali delle forze di polizia, l’integrazione operativa
polizia e carabinieri e la riapertura dei concorsi pubblici per le
forze armate.
Ancora, al quarto punto del programma del Pd proponiamo l’adeguamento
normativo efficace e sostegno alle attività d’indagine da ottenersi
mediante il potenziamento della dda, della dna e della dia, il
mantenimento della piena efficienza del 41 bis, la certezza della pena
attraverso una riduzione della possibilità per gli indagati per reati
di mafia di ricorrere al patteggiamento allargato, evitando in tal
modo che le maglie del sistema consentano a persone assicurate alla
giustizia, grazie all’impegno delle forze dell’ordine, di tornare
fuori, e infine l’aumento di organici di magistrati.
Al quinto punto del decalogo antimafia del Pd, l’impegno nel contrasto
dei fenomeni mafiosi a livello europeo e internazionale con la
costituzione di uno spazio giuridico antimafia europeo e globale, il
contrasto alle nuove schiavitù e la promozione di una grande
iniziativa europea sul contrasto ai fenomeni mafiosi.
Sesto, spezzare definitivamente il legame tra mafia e politica, la
vera grande sfida che la classe dirigente del Paese deve fare propria
senza esitazioni né zone d’ombra.
E dunque attuare un monitoraggio dei comuni già sciolti per mafia e di
quelli che sono attualmente in fase di commissariamento affiancando a
questo l’adeguamento della normativa in materia di scioglimenti di
consigli comunali e l’allontanamento di tutti i rappresentanti
pubblici con condanne per associazione a delinquere o favoreggiamento.
Poi, al settimo punto la lotta contro i clientelisimi, la promozione
del merito nello studio e nell’accesso al mondo del lavoro da
raggiungere con il ripristino della legalità dei concorsi, la
valorizzazione dei talenti, il rilancio dell’offerta formativa locale,
l’attivazione dei centri per l’impiego, una campagna di educazione
alla legalità e alla lotta alle mafie, nella scuola e nelle
istituzioni, l’istituzione di corsi universitari di storia della mafia
e dell’antimafia e lo sviluppo di un piano globale di promozione della
legalità e di sviluppo nel territorio.
Ancora, ottavo punto, il contrasto al lavoro nero, con premi alle
imprese virtuose, un coordinamento stato regioni, la semplificazione
delle procedure amministrative e la definizione di piani territoriali
di emersione.
Al nono punto del nostro decalogo, la lotta all’abusivismo edilizio e
alle ecomafie, da realizzarsi con una maggiore repressione
dell'abusivismo edilizio nelle aree soggette a vincoli di tutela e un
controllo efficace del sistema di gestione dei rifiuti.
Ultimo punto del decalogo del Pd, il mantenimento di un’attenzione
continua sul fenomeno con la promozione di iniziative, inchieste e
convegni nei territori a rischio, il sostegno alle vittime di mafia
con la promozione della legge sulle vittime, che deve essere approvata
prevedendo l’equiparazione dei fondi per le vittime della mafia a
quelli per le vittime del terrorismo e la promozione della giornata
nazionale della memoria per le vittime di mafia. Sarebbe significativo
istituzionalizzare il 21 marzo che da più di dieci è la giornata che
l’associazione Libera ha dedicato a questo scopo.
E’ un grande impegno, enorme, quello che ci viene richiesto. Non uso
il termine “straordinario” perché in realtà io credo che si debba
stare attenti a non far rientrare il problema della mafia, di tutte le
mafie, nella dimensione dell’emergenza.
I riflettori non si devono accendere solo quando si raggiungono
livelli estremi di criticità, quando accadono avvenimenti tragici come
quello di questa estate a Duisburg. E nemmeno, per certi versi, quando
si raggiungono risultati importanti come i recenti straordinari
successi nella cattura di pericolosi latitanti come il boss Lo
Piccolo.
Può sembrare un paradosso questo i recenti omicidi in Calabria e
Campania, ma il fenomeno criminale non è più così forte come un tempo.
Sono stati inferti molti colpi. Adesso dobbiamo dare il colpo più
grande, dobbiamo distruggere mafia, camorra e 'ndrangheta.
Un modo per tenere sempre, in ogni istante, altra l’attenzione nei
confronti dei fenomeni di mafia sarebbe se la nostra frase rivolta
alle cosche a non votare per noi fosse ripetuta da tutti i leader
politici, come ho già più volte invitato a fare. Un appello, questo,
che rinnovo anche in questa occasione, non per la convenienza di
questa o quella parte politica ma per il bene del Paese. Walter
Veltroni
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