Il caso Alitalia, una compagnia di bandiera fallita con lo
spettro della bancarotta e di migliaia di licenziamenti, non è isolato. Si
potrebbe usare l'alfabeto per indicare i problemi dell’Italia e l’urgenza di
intervenire in modo deciso. Il disastro di immagine causato dalla
mozzarella di bufala e dal vino sofisticato si sta
traducendo in pesanti perdite economiche, soprattutto all’estero.
La UE che ci chiede ogni giorno spiegazioni sui nostri
prodotti alimentari e il Giappone e la Cina che bloccano le importazioni sono
danni di lungo termine. Il consumatore all’estero tende ad associare il
prodotto a rischio all’Italia, non a una singola parte del Paese come
possono essere Napoli o la Toscana. La fiducia non si recupera in poco tempo e
neppure con rassicurazioni di rito. Il risultato può essere il rifiuto
dell’alimentare made in Italy nel suo complesso. Il Turismo soffre di problemi
simili. Alitalia è un simbolo dell’Italia nel mondo, vederla sulle pagine dei
quotidiani stranieri per le sue continue perdite, nel solo mese di febbraio
ammontano a 88 milioni di euro, insieme alle immagini della
spazzatura campana, allontanano i turisti dall’Italia. Potrei continuare a lungo
purtroppo.
La campagna elettorale si sta svolgendo in un clima di promesse
e di pagherò e allo stesso tempo di nuove urgenze quotidiane che vengono
rimandate al dopo voto. Come se dopo il 14 aprile i problemi trovassero una
soluzione per magia. L’Italia dei Valori ha chiesto le dimissioni di
Bassolino, ma Bassolino è ancora lì. L’Italia dei Valori ha
sottolineato l’ingerenza di Silvio Berlusconi nella trattativa
Alitalia-Air France. Una ingerenza dettata probabilmente dai
suoi alleati leghisti, quindi dalla politica, non da valutazioni industriali.
Una ingerenza passibile di insider trading e che ha fatto fallire l’accordo con
Air France, anche grazie al comportamento dei sindacati. Il periodo pre
elettorale non è una giustificazione per affossare il Paese spostando i problemi
o, addirittura, aggravandoli.
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