Nei prossimi mesi l'economia mondiale continuerà
ad essere debole e la domanda interna continuerà a ristagnare. E'
quanto emerge dalle analisi del Consiglio direttivo della Banca Centrale
Europea che ha pubblicato oggi il bollettino mensile. Se dovessero
migliorare le tensioni finanziarie l'area euro dovrebbe segnare una graduale
ripresa, sostenuta dal calo delle quotazioni delle materie prime.
La BCE prevede un tasso di crescita annuo del PIL in termini
reali compreso in un intervallo tra lo 0,8 e l'1,2% nel 2008, tra
il -1,0 e lo 0,0% nel 2009 e tra lo 0,5 e l'1,5% nel 2010. Anche le
previsioni delle organizzazioni internazionali sono state corrette al
ribasso, in linea con quelle dell'Istituto di Francoforte.
Passando ai prezzi, il tasso di inflazione annuale
misurato sullo IAPC registra da luglio una flessione significativa; secondo
la stima rapida dell'Eurostat, a novembre è stato pari al 2,1%, dopo il 3,2%
di ottobre e il 4,0% di luglio. Questo riflette "il marcato arretramento dei
prezzi internazionali delle materie prime negli ultimi mesi, il quale ha più
che compensato l'impatto del brusco rialzo del costo del lavoro per unità di
prodotto nella prima metà dell'anno".
Il tasso di inflazione armonizzata dovrebbe continuare a ridursi
nei prossimi mesi, per poi raggiungere livelli in linea con la stabilità dei
prezzi nell'orizzonte rilevante per la politica monetaria. Secondo gli
esperti dell'Eurosistema, dunque, il tasso di inflazione annuo misurato
sullo IAPC resta compreso in un intervallo tra il 3,2 e il 3,4% nel 2008,
per poi ridursi all'1,1-1,7% nel 2009, situandosi tra l'1,5 e il 2,1% l'anno
seguente.
"Nel complesso, il livello di incertezza resta eccezionalmente
elevato" si legge nel bollettino BCE. Il Consiglio direttivo
seguiterà a preservare il saldo ancoraggio delle aspettative di inflazione
in linea con il proprio obiettivo di medio termine, al fine di favorire la
crescita sostenibile e l'occupazione e di contribuire alla stabilità
finanziaria.
Sul fronte delle politiche fiscali, è d'importanza cruciale
"mantenere la disciplina di bilancio e una prospettiva di medio termine,
tenendo conto di tutte le conseguenze di ogni intervento di breve periodo
sulla sostenibilità dei conti pubblici". Bisogna - dice la BCE - preservare
la fiducia del pubblico nella solidità delle politiche di bilancio,
applicando integralmente l'assetto dell'Ue per i conti pubblici, basato su
regole, e mantenendone appieno l'integrità.
"Le disposizioni del Trattato di Nizza e del Patto di stabilità
e crescita richiedono una prospettiva di medio periodo e consentono la
necessaria flessibilità. Gli stabilizzatori automatici sono relativamente
ampi nell'area dell'euro e rappresentano un valido strumento di sostegno
fiscale a un'economia in fase di rallentamento".
Passando alle politiche strutturali, risulta necessario
rafforzare la capacità di tenuta e la flessibilità dell'economia
dell'area euro. Le riforme dei mercati dei beni e servizi dovrebbero
promuovere la concorrenza e accelerare un'efficace ristrutturazione, mentre
quelle dei mercati del lavoro dovrebbero contribuire ad agevolare un
adeguato processo di negoziazione dei salari, nonché la mobilità del lavoro
a livello settoriale e regionale. Nella situazione corrente dovrebbe
pertanto essere ravvisata la possibilità di catalizzare l'attuazione delle
necessarie riforme interne in linea con il principio di un'economia di
mercato aperta e in libera concorrenza.
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