L'area euro continua a crescere in modo moderato,
ma i rischi al ribasso prevalgono sempre di più. In più "gli
obiettivi di risanamento dei conti pubblici rischiano di non essere
raggiunti in diversi Paesi dell'area dell'euro". E' quanto si legge nel
bollettino mensile della Banca centrale europea, pubblicato oggi, in cui si
sottolinea il rischio di "una maggiore possibilità che i disavanzi si
avvicinino o persino superino il valore di riferimento del 3% del Pil".
Nonostante i fondamentali della politica economica europea
restino solidi, l'occupazione dell'area euro sia aumentata negli
ultimi anni in modo significativo, spingendo la disoccupazione a livelli
storicamente bassi, non si riesce a compensare la perdita di potere
d'acquisto causata dai rincari di energia e dell'alimentari. I rischi
principali per la crisi derivano "dall'effetto frenante su consumi e
investimenti di ulteriori rincari imprevisti dei prodotti energetici e
alimentari", cui si aggiunge la perdurante crisi dei mutui e le possibili
spinte protezionistiche.
L'attenzione della Bce si concentra, inoltre sulle fasi della
contrattazione salariale che, per non generare "uno shock al rialzo
dell'inflazione, con conseguenti ricadute negative sull'occupazione e sulla
competitività dei Paesi", deve evitare "forme di indicizzazione" delle
retribuzioni nominali ai prezzi al consumo. Una soluzione, secondo la Bce, è
quella di fare "più riforme contro il caro dei prodotti alimentari,
rimuovendo "gli ostacoli alla concorrenza in diversi stadi della catena di
approvvigionamento alimentare nei settori del commercio al dettaglio e della
distribuzione"; tutto questo "andrebbe a beneficio dei consumatori europei
dando luogo a un abbassamento dei prezzi". Sostegno anche a tutte le azioni
orientate ad aumentare la concorrenza, innalzare la produttività e
promuovere la flessibilità dei mercati.
Il Consiglio Direttivo di Francoforte, dopo aver deciso di alzare
i tassi di interesse dello 0,25%, ha ribadito il suo forte sostegno
"a favore di una rigorosa attuazione dei bilanci pubblici dei Paesi
dell'area nel 2008 e di programmi di politica fiscale prudenti per il 2009".
Secondo la Bce, "solide posizioni strutturali di bilancio sono essenziali
per la stabilità delle finanze pubbliche". Nell'anno in corso, "la domanda
sia interna sia estera dovrebbe sostenere l'espansione del Pil in termini
reali nell'area dell'euro, sebbene in misura minore che nel 2007". Allo
stesso tempo, la crescita dell'economia mondiale, "malgrado una
moderazione", dovrebbe "sorreggere la domanda estera dell'area".
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