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11/10/2005 L'Antidroga sulla Diffusione della Cocaina (www.aduc.it)

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    La cocaina e' ormai una droga trasversale, che coinvolge tutte le classi sociali ed e' sempre piu' diffusa in Italia, come dimostra anche l'aumento dei sequestri (+20%) registrato quest' anno. Per contrastarla non basta la repressione, occorre rimuovere i motivi che ne sostengono al domanda. L'analisi, dopo il caso Lapo Elkann, e' del tenente colonnello Umberto Zuliani, che dirige la sezione cocaina della Direzione centrale dei servizi antidroga.
    "Negli ultimi anni si e' assistito ad un allargamento trasversale dell'uso di cocaina; fino ad un decennio fa era la droga dei ricchi, ora e' invece diffusa in tutte le classi sociali. Anche perche' il prezzo e' diminuito: una buona dose, pari a circa mezzo grammo, costa sui 40 euro. Ma per quelle piu' tagliate, con un basso principio attivo, si scende anche a 12 euro a dose: a Napoli se ne spaccia in quantita' consistente". E nella sua espansione, la cocaina ha in qualche modo soppiantato l'eroina, il cui consumo e' invece in netto calo. Molti, osserva il dirigente dell'Antidroga, "ritengono che la cocaina non faccia male e che quindi si possa gestire piu' facilmente. Non e' invasiva come l' eroina e nell'immaginario dei giovani e' legata ad ambienti sociali di successo. A differenza dell'eroina, che crea subito dipendenza, la cocaina ha una lunga latenza, per i primi tempi sembra facile da gestire, poi pero' si aumenta il dosaggio e' diventa difficile uscirne. E l'overdose da cocaina non e' diversa da quella di eroina".
    Un problema che sta venendo alla luce sempre piu' frequentemente e' quello dei cosiddetti cocktail di droghe, che possono diventare fatali. Talvolta, rileva Zuliani, "la cocaina, che ha un effetto eccitante, viene mescolata anche all'eroina, che invece ha un effetto calmante e spesso questi cocktail sono micidiali". Sono i giovani dai 16 ai 34-35 anni i maggiori consumatori della polvere bianca. Il consumo e' diffuso nelle grandi metropoli, ma anche nei centri minori il problema si fa sempre piu' sentire. Della cocaina, rileva il colonnello, "se ne parla quando sono coinvolti personaggi famosi, ma sono anni che le forze di polizia cercano di contrastare il traffico ed i risultati ci sono: su una produzione di 680 tonnellate stimate tra Colombia, Peru' e Bolivia, le forze di polizia di tutto il mondo ne hanno sequestrato il 44%. Fino a pochi anni prima la quota dei sequestri non arrivava al 20-30%. L'Italia e' il terzo Paese per quantita' di cocaina sequestrata. Nel primo semestre del 2005 sono stati 2.040 chili, contro i 1.700 del primo semestre 2004 (+20%)". In Lombardia (890 kg) e Lazio (550 kg) i maggiori quantitativi sequestrati.
    Ma i sequestri, osserva, "spesso non sono indicativi, l'importante e' disarticolare i grossi cartelli di narcotrafficanti. In Italia e' la 'ndrangheta ad avere il monopolio del traffico. Esponenti dell' organizzazione criminale di origine calabrese hanno contatti in Colombia e svolgono spesso la funzione di 'brokers' per gli altri gruppi criminali (mafia, camorra, ecc.)".
    Ma come arriva la droga in Italia? In questo periodo, spiega il dirigente della Direzione antidroga, "i trafficanti usano qualsiasi tipo di rotta. I porti di primo stoccaggio sono in Paesi dell'Africa occidentale, come Togo e Suriname. Di qui carichi piu' piccoli arrivano in Spagna e Olanda e poi nei porti italiani: quelli di Gioia Tauro, Livorno, Salerno e Savona sono i piu' utilizzati. Ma carichi di coca arrivano in Italia anche su camion, macchine attrezzate appositamente e tir. E' una battaglia difficile quella che noi combattiamo che non puo' essere combattuta solo a livello repressivo, occorre lavorare a rimuovere i motivi per cui tanti giovani fanno ricorso alla cocaina


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