Il No
stravince al referendum costituzionale. Pecoraro: "E’ una grande vittoria del
buonsenso della maggioranza dei cittadini sull’arroganza di chi voleva sfasciare
il Paese"
Una vittoria schiacciante, respinto nettamente il disegno di
legge di modifica della Costituzione proposto dal centrodestra. Il No supera il
60% e il centro sinistra e i Verdi festeggiano il risultato elettorale. Per il
presidente dei Verdi Alfonso Pecoraro Scanio è il terzo gol in
fila per la coalizione: “Dopo le politiche e le amministrative il referendum
costituzionale ha chiuso un lungo confronto elettorale tra Unione e Cdl. Il
risultato è un tre a zero netto"
“E’ una grande vittoria del buonsenso della maggioranza dei cittadini
sull’arroganza di chi voleva sfasciare il Paese - ha aggiunto Pecoraro -. Con
questo voto a larga maggioranza gli italiani hanno salvato la Costituzione e
l’unità del Paese da una riforma pastrocchio che avrebbe sfasciato anche scuola
e sanità”.
Per i Verdi è stato dunque sventato il tentativo di stravolgere la Costituzione
a colpi di maggioranza. Grande la soddisfazione in
particolare per la bocciatura della devolution, da sempre definita provvedimento
Frankenstein per la sua vocazione caotica e
secessionista a favore della Lega Nord.
All’interno dell’Unione uno dei primi commenti viene dal leader dei Ds Massimo
Dalema: "E' stato respinto il tentativo di chi voleva lo
sfascio”, ha detto senza mezzi termini. "Una vittoria importante e significativa
in primo luogo per l'alta partecipazione al voto e tanto più importante perchè
il no prevale nella stragrande maggioranza delle province italiane compreso quel
Nord che in una rappresentazione strumentale e infondata, viene descritta come
terra di egemonia del centrodestra".
Nell’opposizione, invece, Lega Nord non ha voluto smentire
nemmeno in questa occasione la propria fama di partito dal linguaggio colorito.
“Sono incazzato nero”, ha detto Francesco Speroni in un'intervista ad Affari
Italiani, e ha aggiunto in seguito: “Gli italiani fanno
schifo, l’Italia fa schifo”. Meno dura invece la posizione dell’ex ministro
Umberto Bossi che ha minacciato di trasferirsi in Svizzera per protesta.
Ironicamente a Bossi ha risposto Franco Grillini, deputato
ds e presidente onorario di Arcigay: “Glielo sconsigliamo vivamente: quel Paese
civile rispetta le minoranze, compresa quella omosessuale, per la quale ha
previsto per legge, grazie ad un plebiscitario referendum popolare, il
matrimonio gay. Consigliamo, a Bossi, e soprattutto a Calderoli, di scegliere un
Paese più confacente alla loro indole bigotta e clericale come, ad esempio, una
delle tante dittature islamiche”
20/05/2006 Tutto sul Referendum Costituzionale del 25 Giugno
|