Ancora una volta gli Italiani sono chiamati alle urne per l'ennesimo
referendum in cui verrà loro presentato una scheda con la solita frase amorfa e
senza significato, quanto più sintetica possibile per evitare "confusioni" nello
scrutinio.
Si chiederà al popolo italiano di esercitare il potere sovrano conferitogli
dalla Costituzione, per una questione tanto delicata quanto vuota, perché è
proprio di questo che si tratta, di un testo di legge che dietro i tecnicismi
non ha nulla di sostanziale. Quello che si vuole realizzare non è un vero e
proprio federalismo, così come le crociate del NO non sono critiche costruttive
: tutto è frutto di una grande propaganda politica messa in piedi dagli
schieramenti dell'uno e dell'altro colore per accontentare elettori ed eletti,
per dare un contentino alle regioni che chiedono non autonomia, ma sovranità. Le
amministrazioni locali credono di strappare qualche potere alla struttura
accentrata di Roma, perché vorrebbero riprendere possesso della gestione e della
"proprietà" del territorio, delle acque, dei cieli e delle terre, ma ottengono
solo le briciole. Il loro potere legislativo resterà comunque schiacciato dall'
"interesse nazionale", dall'esclusiva ( o concorrente ) competenza
dello Stato in materia di "grandi reti strategiche di trasporto e di
navigazione di interesse nazionale " e di "produzione strategica,
trasporto e distribuzione nazionali dell’energia" [ si veda Art. 117,co.1,
lett.s-bis) e s-quinquies), e art 118 della
Nuova Costituzione].
L'interesse nazionale è solo un'espressione che ha solo un grande effetto
sull'opinione pubblica, perché rappresenta la norma di salvaguardia contro il
"divisionismo" o la devoluzione. E stanno avendo già l'effetto sperato,
perché ci inducono a pensare che stiamo per fare una scelta politica, ma in
realtà è una scelta economica. In un periodo storico come quello che stiamo
vivendo, sono le infrastrutture per l'energia e il trasporto ad essere veramente
importanti e strategici per il futuro della nostra economia.
Le nostre regioni rischiano di impoverirsi e di degenerare sempre più perché la
liberalizzazione del mercato energetico, e la calata del gas russo, porterà
innanzitutto la totale dipendenza del fabbisogno energetico Dalla russia, e
anche dunque dalle crisi diplomatiche con l'Ucraina, con un forte aumento dei
prezzi e delle bollette. In secondo luogo assisteremo alla devastazione del
nostro territorio per consentire la costruzione di gasdotti, centrali
termoelettriche, rigassificatori, dinanzi alla quale le regioni, seppure
federaliste, non avranno mai una voce in capitolo. La chiave dunque del sistema
non è la politica ma l'economia, il controllo delle fonti di energia, delle
risorse, dei mezzi su cui queste viaggeranno: tolto questo, le restanti
competenze fanno scena, perché non potranno migliorare la situazione sociale.
Anche questa riforma, come tante altre leggi, è stata fermamente voluta dalle
lobbies che devono salvaguardare i propri interessi, a prescindere dalla forza
politica che regge il governo: tutti sono corrotti e corruttibili, perché in
nome dell'interesse nazionale sono pronti a vendere uno Stato.
Attenzione dunque a fare della lotta politica contro il SI o contro il NO,
perché sostanzialmente sono lotte vuote, che non ci portano a nulla, perché
ormai siamo arrivati al punto in cui crediamo di lottare per le nostre regioni,
ma facciamo gli interessi di altri.
Credere che altri facciano di meglio, riscrivendo una legge è sbagliato
comunque, perché nel loro subdolo modo di fare disinformazione, dicono che è un
referendum antidemocratico mentre stringono alleanze e promulgano leggi
coercitive. Prodi in questi giorni ha incontrato Putin, confermando l'assoluta
disponibilità a consentire che il gas russo arrivi sul mercato italiano,
cercando poi di esercitare tutta la sua influenza sull'Ucraina per impedire
crisi energetiche invernali. Sono già pronti i progetti per la rete di gasdotti
che dal Mar Caspio e da Rotterdam, crocevia del gas estratto in Norvegia,
giungeranno in Italia, ignorando anche in qualche modo la politica di
differenziazione delle fonti energetiche. Allo stesso modo la fusione con
Enel-Suez è sempre più vicina in quanto Chirac ha deciso di bloccare la
privatizzazione GdF-Suez, proprio quando Villepin, che da sempre preme per
questa fusione tutta francese, viene bersagliato dalle minacce dello scandalo
Clearstream.

Ora l'Italia, come la Francia e la Inghilterra di pochi mesi fa, è terreno di
scontro delle grandi lobbies nella corsa all'accapparamento delle risorse.
Mentre l'una ha già piazzato tutte le sue società, l'altra certo non resterà con
le mani in mano e per salvaguardare la sua esistenza combatte a forza di
intercettazioni telefoniche che, grazie allo strano combinarsi delle parole,
mette fuori gioco gli avversari. Le pretese di Vittorio Emanuele e di Gheddafi
su Autostrade S.p.a. andavano totalmente neutralizzate, considerando che per
Abertis la fusione è più vicina dopo il benestare di Prodi, che parla
dell'esistenza di un problema con Anas ma non con la Spagna.
Dopo aver risolto i problemi per Enel e Gazprom, sicuramente Prodi appianerà le
difficoltà con la Val di Susa, perché occorre vendere tutto ciò che è rimasto
ora che ha ancora un valore, perché tra un po' non vi sarà nulla, neanche da
vendere. Le leggi che approveranno saranno sempre più tecniche e oscure, ma
l'obiettivo sarà quello di impedire, letteralmente, l'intralcio delle
amministrazioni locali nelle decisioni strategiche delle reti infrastrutturali.
Il vero problema è che ancora crediamo nella politica, ancora crediamo che un
voto possa cambiare la nostra vita, ma nessun politico farà più l'interesse per
il proprio popolo, perché se non è il ricatto, è la corruzione che li ferma. È
una grande presa in giro, nulla serve se non ci consegnano la sovranità delle
nostre risorse, essendo noi i legittimi proprietari in quanto cittadini.
Quando
occorreva salvare 500 mila imprese dall'anatocismo, non solo si è fatto di tutto
per ignorarle ma si è anche votato un decreto salva Banche. Quando esportano il
modello europeo in altri Stati ancora "non sviluppati" in realtà nessuno dice
che il popolo francese e quello olandese ha bocciato l'oligarchia che governa
sin dentro casa nostra, senza che nessuno gli abbia dato questo potere.
Minacciano di "isolamento", di conseguenze economiche, ma in realtà sono delle
persone insignificanti, vigliacchi, che non riescono a rispondere neanche ad una
sola delle nostre domanda.
Allora, signori, dove sta la nostra acqua? Chi controlla i cieli? Perché vi
intestardite a costruire centrali dalla tecnologia obsoleta, e poi perché non
possiamo disporre della nostra terra? Una volta che le vostre Ditte saranno le
uniche imprese in Italia, e dopo che deciderete il trasferimento o la
delocalizzazione in paesi Poveri, chi reggerà l'economia, l'alta finanza forse?
Se la gente si traveste da pompiere o da poliziotto per fare una truffa , non è
perché noi stiamo impazzendo, ma perché invece di andare avanti, stiamo andando
indietro. La colpa è del nostro sistema economico, nelle leggi, che non faranno
mai più evolvere le piccole e medie imprese, e così anche la nazione: questo è
il più grande etnocidio della storia dell'umanità. I comici si sono messi anche
loro nell'affare, ormai tutti venderebbero tutto, i comitati credono di essere
istituzioni, le Banche dei Santuari e gli psicologi credono di accompagnare i
malati nel loro cammino. La polizia privata crede di essere lo Stato e una
multinazionale un casta intoccabile. Ormai lo Stato e la Costituzione sono solo
nella nostra testa, non esiste più nulla, perché hanno venduto tutto. Forse se
la smettessimo di fare politica, potremmo fare davvero qualcosa.
Votare SI o Votare NO?
La vera domanda è: perché, o meglio per Chi, votiamo?
Per le Regioni o per le Banche?
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