Il 25 e 26 giugno prossimi, i cittadini della Repubblica italiana sono
chiamati a votare SI oppure NO alla modifica della Costituzione.
Modifica pensata e voluta (ci hanno detto) da 4 saggi della politica.
Volete conoscere i nomi degli illuminati (non proprio di Baviera)?
Andrea Pastore (Forza Italia), Francesco D'Onofrio (Udc), Roberto Calderoli
(Lega) e Domenico Nania (An).
Questi grandi luminari e statisti, che tutto il mondo c’invidia -
soprattutto il Calderoli - si sarebbero riuniti in una baita in Cadore e lì al
fresco avrebbero partorito le numerose modifiche della Costituzione.
E’ bene sapere che
la Costituzione
italiana è composta da 139 articoli, dei quali i primi 12 riguardano i
PRINCIPI FONDAMENTALI della Repubblica, i successivi 42 articoli
costituiscono la prima parte dedicata ai DIRITTI E DOVERI DEI CITTADINI.
I rimanenti 85 articoli rappresentano la seconda parte della Costituzione e
disciplinano l’Ordinamento della Repubblica.
Proprio la seconda parte verrebbe, più che modificata completamente
stravolta, se passasse il SI a fine giugno. Gli articoli che verrebbero
cambiati sono 53 su 85, quindi oltre il 60% della seconda parte della
Costituzione!!! Ma essendo la prima parte dei PRINCIPI FONDAMENTALI strettamente
interconnessa con la seconda, modificando quest’ultima verrebbe di conseguenza
modificata anche la prima, quindi anche i DIRITTI DEI CITTADINI.
In definitiva i 4 saggi,
(marionette usate per tale scopo dai poteri economici che come sempre stanno
dietro certe importanti decisioni), hanno messo nero su bianco una modifica
costituzionale che rientra a tutti gli effetti nel famoso “Piano di Rinascita
democratica” (seppur aggiornato) dell’ex maestro venerabile Licio Gelli.
Prendete tale programma e costaterete che non sto scherzando. Già alla fine
degli anni ‘70 (il programma è stato scoperto nel doppio fondo di una valigia
nel 1981) si parlava di Premierato, controllo e separazione delle
carriere in magistratura, controllo della stampa (come libertà di stampa siamo a
livelli del Terzo mondo), creazione di un club di natura rotariana (che sia per
caso Forza Italia?), ecc.
Tutto già visto, ma non si
tratta di un deja-vu, ma della realizzazione politica di un programma ben
preciso e conosciuto.
Noi italiani abbiamo dunque una grossa e doppia responsabilità il 25 e 26
giugno.
Primo perché qualche personaggio losco vorrebbe stravolgere
la Costituzione
(in cui, è giusto dirlo, andrebbero modificati alcuni articoli, ma NON
certamente 53 su 85) e secondo non essendoci il quorum, anche se voterà una
persona sola, potrà ribaltare
la Costituzione
mettendo a repentaglio le libertà di tutti.
Ricordiamo che qui non si tratta di bandierine o banderuole politiche, non si
tratta di presunta destra o presunta sinistra: qui si sta parlando dei nostri
sacrosanti e inviolabili diritti.
Vediamo, a grandi linee, cosa entrerà in vigore se dovesse passare il SI alla
modifica della Costituzione:Devolution:
S’intende il
passaggio di competenze, soprattutto legislative, dallo Stato alle Regioni.
Devolution
è un termine che sentiamo nominare sempre più spesso, è di origine anglosassone
e significa “delega” ma anche - guarda caso - “degenerazione”.
Infatti si tratta proprio della degenerazione sociale ed economica partita dalla
riforma dell’articolo V della Costituzione (votata a maggioranza dal governo di
centrosinistra).
In pratica la sinistra ha passato la palla, cioè preparato il terreno alla
destra per il caos totale tra competenze dello Stato e competenze delle Regioni.
Oggi
la Devolution,
tanto voluta dalla Lega
Nord, prosegue esattamente lungo quella intricata strada! Apro una parentesi per
ricordare che il partito della Lega, per la sua politica liberista radicale,
viene usato come strumento di penetrazione per la realizzazione della strategia
anglo-americana. Ecco perché la Lega è stata appoggiata dai media che fanno capo
alla City di Londra (il miglio quadrato più ricco del mondo, dove hanno la sede
le più potenti banche) come Economist e Financial Times; e Wall Street (Wall
Street Journal e Time)...(1)
Con la propaganda cercano di
fare credere ai pollastri, che la devoluzione renderà più autonome e
indipendenti le regioni. E’ vero esattamente il contrario! Molte competenze (per
la precisione tredici) su importantissime materie saranno dello stato centrale
(“ la Roma
ladrona” di bossiana memoria), e le regioni NON potranno
assolutamente concorrere alle decisioni dello Stato centrale! Dove sta allora
questa indipendenza?
Non per niente verrà introdotto anche il concetto di INTERESSE NAZIONALE…
Per concludere, avete idea
di quanto costerà a noi contribuenti questo ridicolo quanto stolto passaggio? Un
calcolo fatto da “Il Sole24Ore” (pubblicato il 12 giugno scorso) ha stabilito
che la devoluzione provocherà una emorragia di oltre 270 miliardi di euro, di
cui 180 miliardi coperti dal nuovo sistema fiscale, e gli altri 90 miliardi
dovranno essere trovati da nuove imposte! Cioè oltre 180.000 miliardi di vecchie
lire saranno pagati da noi italiani! Non so se mi sono spiegato.
Con il debito pubblico che
continua salire (ha sforato i 1.556 miliardi di euro) dove troveremo gli euri
necessari? Provate a indovinare?
Tutto questo per avere un senato federale composto da 252 senatori che
conteranno meno di niente, ma che riceveranno degli ottimi stipendi.
Primo Ministro:
Avremo, se
passerà il SI, un super Primo Ministro, i cui poteri saranno molto maggiori di
quelli che ha avuto all’epoca Benito Mussolini.
Con la scusa di voler impedire i ribaltoni di Governo, il Premier non avrà
bisogno della fiducia della Camera per insediarsi e il suo mandato non potrà
essere revocato dal Presidente della Repubblica, il quale perderà i suoi poteri
di garante diventando un semplice gregario.
Nel nuovo sistema parlamentare il Primo Ministro potrà imporre la sua volontà e
il suo potere, sciogliendo addirittura le Camere, e i Ministri saranno tutti
suoi semplici dipendenti.
Se da una parte potrebbe
essere anche legittimo aumentare i poteri del Primo Ministro, dall’altra bisogna
aumentare i poteri di controllo e controbilanciamento: Parlamento e Presidente
della Repubblica. Invece questi ultimi saranno svuotati dei loro poteri
In soldoni, stanno
preparando il terreno (se passerà il SI) per una vera e propria dittatura…
Per maggiori
informazioni:
Forum DAC - Speciale Referendum Costituzionale 2006
Note:
(1) La strategia anglo-americana dietro le
privatizzazioni in Italia: il saccheggio di un'economia nazionale.
http://www.movisol.org/./draghi3.htm
Un esempio: la trasformazione dell'Italia in “macroregioni” è una
politica ufficialmente promossa dalla Fondazione Agnelli, che alla fine del 1990
avviò un progetto chiamato “Padania”, poi presentato in un convegno tenutosi a
Torino l'11 e il 12 giugno 1992, con la partecipazione dell'ideologo della Lega,
Gianfranco Miglio. Scopo del convegno fu quello di discutere “soluzioni
specifiche, procedurali e/o istituzionali” per l'autonomia amministrativa della
“macroregione” Padania, allo scopo di valorizzarne le risorse con “opportune
competenze di governo”. Al di là del linguaggio formale, è chiaro che la
Fondazione Agnelli promuove il progetto leghista. La Fondazione Agnelli, come è
noto, fa capo alla famiglia Agnelli, legata a Enrico Cuccia, il “garante” degli
equilibri economico-finanziari tra le grandi famiglie italiane e i centri di
potere internazionali, ai quali è collegato tramite la banca Lazard
20/05/2006 Tutto sul Referendum Costituzionale del 25 Giugno
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