Si apre la corsa
per il referendum del 25 e 26 giugno. Bonelli: "Aboliamo una riforma
sciagurata". L'appello dei comitati. Pubblicazione in edicola con
Manifesto e Liberazione
Dopo le
amministrative, anche se in numerosi centri urbani si andrà al
ballottaggio tra poco più di una settimana, si apre la corsa verso il
referendum, che si terrà il 25 e 26 giugno, sulla riforma
costituzionale varata dalla precedente maggioranza di centrodestra.
Un
referendum che “spacca la Cdl”, rileva il capogruppo alla Camera dei
Verdi Angelo Bonelli. “La pessima riforma costituzionale votata sotto
il ricatto della Lega – dice Bonelli - sta spaccando il
centrodestra, indeciso sulla linea da tenere al referendum. La
dimostrazione che si tratta di una riforma scritta male che avrebbe
effetti devastanti per il Paese”.
"I Verdi -
prosegue Bonelli - voteranno no per difendere la Costituzione e
l'unità del Paese. Se la riforma dovesse essere approvata creerebbe
innumerevoli problemi istituzionali e dividerebbe il Paese".
Ma saranno
i cittadini a giudicare "con il loro voto la superficialità e l'arroganza
- conclude l'esponente del Sole che ride - con cui il precedente governo
ha approvato questa sciagurata riforma".
Il
centrosinistra si sta mobilitando
per affrontare la prossima scadenza referendaria. Una mobilitazione
chiesta a gran voce dai comitati referendari guidati dall’ex capo dello
Stato Oscar Luigi scalfaro di cui è portavoce Franco Bassanini.
“A questo punto è
necessario che scendano in campo in modo massiccio e impegnato anche
i partiti dell’Unione, dopo che Prodi ha dato dei
messaggi e delle indicazioni molti forte e chiare per respingere col voto
referendario questa sgangherata riforma costituzionale”, ha detto
Bassanini in un’intervista all’Unità.
Bassanini ritiene
importante per la vittoria
“tenere insieme tutti quella che contrastano" la riforma della Cdl
"indipendentemente dalle idee che hanno sulle riforme future. Il comitato
promotore del referendum – dice - non può che comprendere gli uni e gli
altri: chi vuole tenere la Costituzione com’è, chi vuole cambiarla, chi
vuole aggiornarla e riformarla solo in alcuni punti”. Di come
eventualmente cambiare e aggiornare la Carta se ne parlerà da dopo il 27
giugno.
Materiali
e appuntamenti referendari
sono disponibili
sul sito
del comitato, dovè scaricabile anche il
controdecalogo firmato dal costituzionalista Leopoldo Elia
contrapposto a quello dell’ex ministro Roberto Calderoli.
Anche la
stampa di sinistra si dà da fare per cominciare una più fitta opera di
sensibilizzazione e informazione dell’opinione pubblica. Domani il
Manifesto e Liberazione usciranno in edicola
accompagnati da uno stesso testo scritto da diversi costituzionalisti, da
Gaetano Azzariti a Francesco Bilancia e Maurizio Oliviero.
Scelgo
la Costituzione - No alla Controriforma,
è il titolo della pubblicazione. "L'informazione è importante per
rimettere in ordine la Costituzione che è stata violata dalla
controriforma", spiega Gabriele Polo. "Dobbiamo vincere il referendum
e poi almeno tenercela questa Costituzione fino a quando avremo una
Costituzione Europea degna di questo nome". "L'informazione è compito
anche dei giornali - osserva la vicedirettrice di Liberazione
Simonetta Cossu - quello che sarà in edicola vuole essere un
libretto di istruzioni per l'uso".
"Dobbiamo impegnarci immediatamente in una grande discussione di massa e
mobilitarci contro questa controriforma costituzionale che ha
un'impostazione autoritaria, accompagnata da una ipotesi di frantumazione
del corpo sociale del paese”, dice Franco Giordano, leader del Prc.
Per il
segretario dei Ds Piero Fassino è importante convincere anche gli
elettori del centrodestra sulla necessità di dire no alla riforma della
Cdl: “Noi lavoreremo per chiedere il no al referendum e lo
chiederemo anche agli elettori del centrodestra, perché non c'è
un meccanismo di sovrapposizione tra il voto politico e il voto sulle
riforme costituzionali".
Necessario
votare no anche per il governatore del Friuli Venezia Giulia Riccardo
Illy che ha espresso preoccupazione sui contenuti della riforma per
quel che riguarda il rafforzamento dei poteri dell'esecutivo: attribuire
il potere "al presidente del consiglio di sciogliere il parlamento", ha
detto, potrebbe portare "al rischio di trasformare la Repubblica
parlamentare in un premierato. Uno stravolgimento che può portare a
derive pericolose di tipo autoritario" stravolgendo “il
principio dei pesi e contrappesi previsti dalla Costituzione
20/05/2006 Tutto sul Referendum Costituzionale del 25 Giugno
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