Gli appelli
e le messe
Il
Libro verde sulla spesa pubblica reso pubblico giovedì scorso dal
ministero dell’Economia parla più ai ministri che al paese. Formula un
accorato appello al concorso di "passione politica e amministrativa" che non
può che essere rivolto ai titolari di dicasteri e autorità locali, gli unici
a poterle esercitare congiuntamente. Quanto l’appello possa trovare ascolto,
lo si intuisce dalle reazioni del ministro Mastella: "senza soldi non si
cantano le messe". Il timing, del resto, non poteva essere peggiore. I
tagli alla spesa pubblica richiedono, come riconosce lo stesso
documento, un orizzonte più lungo delle tre settimane che ci separano dalla
presentazione della Legge Finanziaria. Un simile esercizio andrebbe fatto al
di fuori di un’imminente sessione di bilancio.
Quali indicazioni operative?
Difficile che il documento sia la premessa per "passare
dalla conoscenza all’azione" anche perché solo su giustizia e università
fornisce indicazioni operative. Per l’università, le proposte sono le
stesse del
patto proposto dal governo agli atenei il 2 agosto scorso (questa parte
del Libro verde è in gran parte un "taglia e incolla" di quel documento),
che ha inferto un duro colpo a qualsiasi speranza di migliorare la
qualità della spesa in questo campo. Solo al massimo l’1,5 per
cento dei fondi (il 30 per cento del 5 per cento) potrà un giorno essere
distribuito guardando ai risultati della valutazione degli atenei. E questa
valutazione avverrà (quando mai avverrà) sulla base di criteri astrusi tanto
quanto gli acronimi coniati dal ministro dell’Università (l'Anvur che
dovrebbe rimpiazzare il Cnvsu e il Civr). E pensare che bastava soltanto
aggiornare la valutazione fatta due anni
fa.
Più promettenti le indicazioni sul fronte della giustizia, dove si
prospetta un accorpamento dei tribunali, che dovrebbe portare a recuperi di
efficienza, più che a risparmi di spesa nell’immediato. In prospettiva potrà
comunque ridurre le richieste di aumento di organici della magistratura. E,
in ogni caso, la spesa per la giustizia conta per circa l’1 per cento
della spesa pubblica.
Il comma 504
Molti in questi giorni si ostinano a discutere se
convenga tagliare prima la spesa o prima le tasse, Bene mettersi il cuore in
pace: il Libro verde ci conferma che non ci sarà alcuna riduzione di
spesa nel bilancio 2008.
Lo si evince guardando al modo trionfale con cui viene descritta
l’operazione comma 504 della Finanziaria 2007. Avrebbe dovuto tagliare del
10 per cento gli stanziamenti ai ministeri, lasciando a questi ultimi
la facoltà di stabilire su quali programmi incidere. Leggendo attentamente
il testo, si intuisce però che i tagli previsti dal comma colpivano ancora
un volta i consumi intermedi (sì,
sempre quelli), che in realtà i tagli "non erano tutti vincolanti" e che
"vi era carenza di incentivi a riallocare le risorse dopo il taglio" (pagina
89). Eppure l’operazione viene presentata come un successo che ha portato a
un "sostanziale risparmio per lo Stato". Peccato che non ci sia una sola
indicazione quantitativa sui risparmi nei singoli ministeri. Se questo è il
grande successo del comma 504, ci preoccupa il solo pensiero di quello che
può essere successo agli altri (1600) commi della Finanziaria 2007.
Verso la Finanziaria
Oggi abbiamo non due, ma tre scenari di finanza
pubblica: il tendenziale, lo scenario a politiche invariate e il
programmatico. Il fatto è che nel
Dpef il governo ha indicato un obiettivo di finanza pubblica
coerente con la situazione a "legislazione vigente". Il bilancio tendenziale
a legislazione vigente, uno dei concetti meno trasparenti della nostra
finanza pubblica, indicava un disavanzo pari al 2,2 per cento del Pil. Tra
le pieghe del
Dpef è venuto invece a galla il concetto di "bilancio a politiche
invariate". Si tratta di 21 miliardi indicati nel Documento che non
rappresentano tecnicamente legislazione vigente, bensì programmi di spesa in
qualche modo inderogabili, senza che nei tre mesi seguenti al
Dpef si sia capito di che cosa si tratti. Nessun ulteriore dettaglio è
stato nel frattempo fornito su cosa vi sia dietro ai generici titoli di
questa tabella, che riproponiamo qui sotto a beneficio dei nostri lettori.
Tabella III.13: Tassonomia delle spese
"eventuali" (milioni di euro)
|
2008 |
2009 |
2010 |
IMPEGNI
SOTTOSCRITTI* |
|
|
|
Tavolo di
concertazione su previdenza e lavoro (1) |
1,000 |
1,000 |
1,000 |
Contratti
pubblico impiego (inclusa scuola) |
2,354 |
561 |
561 |
Cooperazione
allo Sviluppo - Fondo AIDS e IDA XIV |
750 |
150 |
150 |
Totale
categoria 1 |
4,104 |
1,711 |
1,711 |
|
|
|
|
PRASSI
CONSOLIDATE* |
|
|
|
Ferrovie
dello Stato |
4,000 |
3,500 |
3,500 |
ANAS |
1,000 |
1,500 |
1,500 |
ENAV |
30 |
30 |
30 |
POSTE |
130 |
130 |
130 |
Fondo
compensazione effetti limiti di impegno |
800 |
1,000 |
1,000 |
Risorse perla
prossima tornata contrattuale del pubblico impiego |
da definire |
Proroga
agevolazioni fiscali |
1,200 |
1,500 |
1,500 |
Totale
categoria 2 |
7,160 |
7,660 |
7,660 |
|
|
|
|
Totale (cat.
1+2) |
11,264 |
9,371 |
9,371 |
Ipotesi di
nuove iniziative (Categoria 3)* |
10,000 |
10,000 |
10,000 |
Totale
complessivo (Cat 1+2+3) |
21,264 |
19,371 |
19,371 |
|
|
|
|
(*) Si tratta
di un elenco indicativo dei principali interventi mirante esclusivamente
a dare un ordine di grandezza. In particolare per la categoria 2 e 3 si
tratta di indicazioni di massima e non di specifiche quantificazioni. |
(1)
Aggiuntivi ai 1500 già considerati con il provvedimento di giugno (cfr
riquadro Sezione III.3) |
Fonte: DPEF 2008-2011
In questi giorni non si parla più dei 21 miliardi, bensì di 14 miliardi
di spesa da coprire. Perché? Affacciamo due ipotesi. La prima è che sia
stato fatto un taglio vero, togliendo ai 21 miliardi della tabella qui sotto
i 7 miliardi delle cosiddette "prassi consolidate". Se così fosse, saremmo
in presenza di un coraggioso ripensamento. Sarebbe comunque una riprova
della nebulosità del concetto di "politiche invariate": non abbiamo infatti
avuto notizia di scelte politiche che comportino tagli dei trasferimenti
alle ferrovie, Anas, Enav, Poste. eccetera.
La seconda ipotesi è quella che riteniamo più probabile. Grazie alla
crescita delle entrate, il ministero si sta preparando nuovamente a
rialzare, attraverso la nota di aggiornamento del
Dpef, il tendenziale delle entrate per il 2008. Questo significa che il
nuovo "tesoretto" è già stato interamente destinato a finanziare circa 7
miliardi di "spese eventuali".
Operazione trasparenza
Non è davvero più rinviabile l’operazione trasparenza sui
nostri conti pubblici che da anni ci chiedono tutti,
a partire
dalle organizzazioni internazionali.
L’unica vera e buona notizia del Libro verde è nell’appendice, che presenta
la riclassificazione del bilancio dello Stato in 34 missioni e 169
programmi. È un’operazione che
abbiamo a suo tempo auspicato e saremmo felici di scoprire che davvero
non ci sono più le tabelle A, B, C, D e F e così via della Finanziaria, ma
solo una struttura per programmi, cui corrisponda un’effettiva attribuzione
di responsabilità. Ma il mistero della Tabella III.13 conferma che la vera
operazione trasparenza si avrebbe abolendo il bilancio tendenziale o
"a legislazione vigente". Sia la Commissione Europea che il Fondo monetario
internazionale svolgono l’attività di monitoraggio ignorando il tendenziale.
Sembra invece che in via XX Settembre si stia andando nella direzione
opposta.
Allegati
Libro Verde sulla Spesa Pubblica
Patto per L'università e la Ricerca - 2 agosto 2007
Archivio Conti Pubblici
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