Cassa depositi e prestiti “privatizzata” sta
considerando l’acquisto del 29,9 per cento di Terna dall’Enel, mentre
ha già deciso quello del 6-11 per cento di StMicroelectronics da
Finmeccanica. Queste operazioni, come pure la progettata acquisizione del
49 per cento di Az Service da parte della Fintecna, suscitano perplessità.
C’è una ampia liquidità (in Fintecna) e capacità d’indebitamento
(nella Cassa depositi), il cui utilizzo non pare adeguatamente
disciplinato.
I compiti di Fintecna e Cdp
La missione di Fintecna era quella di completare la liquidazione
dell’Iri e trasferire il ricavato allo Stato. Si tratta in
sostanza di fondi pubblici e sarebbe opportuno che il loro utilizzo per
altri scopi venisse approvato dal Parlamento. C’è il rischio che si
crei un’altra, sia pur piccola, Iri, senz’altra logica se non quella
di rispondere a contingenti pressioni per il salvataggio di imprese in
difficoltà. È difficile resistere alle tentazioni, quando c’è la
possibilità di disporre liberamente di fondi esclusi dai vincoli del
consolidato delle amministrazioni pubbliche.
Per quanto riguarda la Cassa depositi e prestiti e la sua controllata
Infrastrutture Spa, sembrerebbe opportuno fissare principi che vadano
oltre il vincolo di preservarne il rating. La loro missione dovrebbe
essere quella di finanziare a medio-lungo termine investimenti in opere
pubbliche.
Oltre a questo, mi pare appropriato che la Cassa depositi investa nel
capitale di società, come la Terna, che gestiscono reti
in monopolio, che offrono rendimenti stabili di natura parafiscale (le
tariffe sono fissate da autorità pubbliche), e che è d’interesse
mantenere sotto controllo pubblico. Nella stessa logica, mi pare
auspicabile che la Cdp investa nel capitale di società
autostradali (a pedaggio) vecchie o costruende, per recuperare
allo Stato parte degli enormi profitti dei concessionari privati e per
evitare i ben noti conflitti d’interesse cui oggi è soggetta l’Anas.
Quanto ai finanziamenti per infrastrutture e opere pubbliche, la Cassa
depositi e prestiti (o l’Ispa) può agire utilmente come “banchiere”
per quelle che genereranno nel tempo ricavi sufficienti ad ammortizzare il
debito, contribuendo anche a valutarne e modularne i rischi.
I finanziamenti delle grandi opere
Meno chiara è invece l’opportunità di finanziare opere il cui
debito dovrà essere pagato dallo Stato. Un buon (o forse cattivo) esempio
è il progetto della Tav Milano-Genova: verrà a costare,
tra investimento e gestione, ben 11 miliardi di euro. Ma già da ora si
prevede che, se tutto andrà bene, i ricavi del traffico potranno coprire
al massimo il 15 per cento dei costi. Il Tesoro dovrà intervenire per
pagare, ogni anno, il “canone” a Infrastrutture Spa, per un totale di
9,5 miliardi di euro.
È evidente che, in questo caso, il debito che Ispa contrarrà per
finanziare l’operazione è in realtà debito del Tesoro: si tratta solo
di una operazione di “ingegneria finanziaria” per escluderlo dal
computo del “debito Maastricht”.
Operazioni di questo tipo sono una grave lesione dei principi di trasparenza
della finanza pubblica. Ingannano gli elettori, perché sottostimo il
carico del debito accollato alle generazioni future, e rendono possibile
l’attuazione di progetti di poca o nessuna redditività (economica e
sociale), che non verrebbero realizzati se sottoposti al vincolo di
bilancio cui è soggetta la finanza pubblica.
La Cassa depositi e prestiti “privatizzata” è già stata ampiamente
usata per ridurre il “debito Maastricht”, anche con la cessione di
quote Eni ed Enel. Ora, con l’acquisto di una quota importante della
StMicroelectronics, si usa la Cassa anche per far affluire liquidità alla
Finmeccanica. C’è il rischio che, con questo precedente, la Cdp sia
costretta in futuro a subire pressioni per l’acquisto di altre
partecipazioni, trasformandosi in un ibrido tra banca e
holding di partecipazione.
In conclusione, è auspicabile che i principi operativi della Cdp e di
Ispa vengano meglio definiti, magari in Parlamento, per sottrarre enti così
importanti all’arbitrio delle pressioni politiche
contingenti. E per limitare la possibilità dei Governi di usare questi
strumenti per creare debito pubblico occulto
|