Il governo italiano è stato richiamato da Bruxelles rispetto all'aiuto
di 300 milioni di euro concessi alla compagnia aerea in difficoltà. Le
autorità nazionali saranno chiamate a fornire i chiarimenti nei prossimi
giorni.
Bruxelles nutre seri dubbi sul prestito ponte di
300 milioni di euro concesso dal governo italiano alla compagnia
aerea Alitalia. La Commissione europea si riserva comunque alcuni giorni per
decidere e annuncia che a breve chiederà chiarimenti alle autorità italiane.
L'Ue potrebbe bocciare questo intervento perché le sembra proprio "un aiuto
di Stato illegale". Il quotidiano economico Wall Street Journal,
ha scritto oggi nella rubrica Breakingviews che ''Roma sta preparando un
altro piano per continuare a far volare Alitalia''e ha invitato il
commissario europeo ai trasporti Jacques Barrot, a ''puntare i piedi''. Una
reazione negativa alla cordata italiana è arrivata anche dalle altre
compagnie aeree, tra cui Ryanair e British airways.
Il portavoce di Barrot Michele Ceccone ha spiegato che
un aiuto di Stato "non deve essere concesso prima dell'autorizzazione" e che
se il ricevente non è considerato sufficientemente sicuro, anche un prestito
a tassi di interesse commerciali può costituire un aiuto di Stato".
Il governo italiano ha confermato che fornirà, entro i
10 giorni lavorativi indicati nella lettera, le informazioni richieste e, a
garanzia della certezza giuridica dell'intervento, espleterà le procedure
previste dal Trattato.
23/04/2008 Alitalia, volano solo i Francesi (Cinzia Frassi, http://www.canisciolti.info)
Nell'ultimo
Consiglio dei Ministri, l'uscente Presidente
Romano Prodi accorda un sostanzioso prestito
alla compagnia aerea di bandiera, gettando
sostanzialmente alle ortiche ben 300 milioni
di euro. Staremo a vedere le reazioni
conseguenti di Bruxelles, che potrebbe dire
no ad un prestito che in realtà concretizza
un aiuto di Stato, anche se la fantasia
tutta italiana prova a giustificarlo in nome
“dell’ordine pubblico”. Alitalia brucia 1
milione di Euro al giorno, con un bilancio
che pare un incubo: come si può immaginare
che possa restituire 300? Ma ciò che appare
paradossale, anche se in perfetto stile
bipartisan, sono le dichiarazioni di Prodi:
"L’onorevole Berlusconi ha chiesto di
provvedere ad un prestito ponte più
sostanzioso di quel che avevamo
prospettato". Infatti pare che inizialmente
Prodi e l'uscente ministro dell'Economia
Padoa-Schioppa limitassero il "prestito" a
circa 150 milioni. Poi deve essere arrivata
la telefonata del Cavaliere.
Pensare che proprio a quest’ultimo va
addebitato il passo indietro di Air
France-Klm, sulla base delle fantasie da
cordata italiana. Insomma l’ennesima boutade
da campagna elettorale. Nonostante tutto
però, colui che ha come sogno quello di
passare alla storia come “statista”,
dichiara che “sarebbe stato meglio lasciare
al governo attuale di concludere con Air
France. È una patata bollente tra le mani,
ma interesse nazionale è non perdere la
compagnia di bandiera. Questo per orgoglio
nazionale e per interesse economico”.
La vicenda Alitalia ha dell'incredibile
oltre che essere tremendamente emblematica
delle concezioni localistiche economiche
italiane, delle mosse in stile "furbetti del
quartierino" e del protezionismo cui si
ispira senza nemmeno nasconderlo molto.
Così, tanto l'uscente governo che quello che
a breve si insedierà, si fanno in quattro in
nome del patriottismo in tricolore
fantasticando sulle sorti di una società che
secondo molti commentatori anche
internazionali è sicuramente destinata a
portare i libri contabili in Tribunale.
Infatti, basti vedere le reazioni dei
mercati, che proprio non ci credono e che,
nonostante il maxi prestito e l’interesse di
Aerflot, lasciano andare sotto di tre punti
teorici il titolo.
Dalle pagine di La Repubblica
Giuseppe de Rita, sociologo del Censis,
sostiene che “al Nord si punta allo sviluppo
spontaneo del mercato, mentre al sud
arrivano i miliardi ma non sanno usarli per
lo sviluppo". In realtà pare che il
denominatore comune sia uno per tutto il
territorio nazionale: clientelismo e denaro
a pioggia. Alitalia è solo uno dei tanti. Ce
n’è per la Tav e il ponte sullo Stretto di
Messina nel futuro programma del Pdl, ce n’è
per le varie emergenze che immancabilmente
non si risolvono e che divorano milioni di
Euro, ce n’è per leggi “straordinarie” per
il salvataggio di compagnie da salvare.
Ricordiamo tutti il caso Parmalat, il crack
finanziario e la legge Marzano, mentre i
risparmiatori ancora aspettano.
Come aveva ipotizzato il ministro
dell'Economia Padoa-Schioppa, la legge
Marzano torna infatti in auge con Alitalia
ad un passo del fallimento. La legge, che
prevede interventi per salvare grandi
imprese in stato d’insolvenza e che fu
ispirata dai casi Parmalat e Cirio, viene
rispolverata oggi più che mai dopo il nulla
di fatto con i francesi di Ari France-Klm.
Sarà difficile, infatti, evitare la
dichiarazione dello stato di insolvenza. Va
da se che la conseguente amministrazione
straordinaria avrebbe 180 giorni per
stendere un convincente piano di
ristrutturazione. Guarda caso i 300 milioni
dovrebbero bastare per dare un po’ di
ossigeno fino alla fine dell'anno.
Ma queste previsioni non sembrano coincidere
con quelle del futuro presidente del
Consiglio Silvio Berlusconi, che rifiuta
categoricamente l’accusa di essere
responsabile per il dietro front francese di
Spinetta addebitandolo ai sindacati.
Due-diligence, niente insolvenza né
commissariamento, salvataggio della
compagnia e - ahimè - "dolorose riduzioni di
personale" cui andrà, assicura, "la debita
assistenza grazie ai mezzi che lo Stato ha
per chi perde il lavoro". Questa la
soluzione firmata Pdl. Perchè se non ci sono
risorse per aiutare la crisi delle tasche
degli italiani, né tanto meno per il
lavoratori di Alitalia, per tutto il resto
ce n’è per tutti.
Ma lui, il cavaliere statista è contento:
“Ora c'è il modo per cui la compagine di
imprenditori interessati ad Alitalia si
facciano avanti, chiedano di valutare i
conti e presentare una proposta. Il tutto
assistito da banche italiane, da società
importanti, da compagnie aeree italiane e
straniere che non pretendono di farla da
padrone” in Italia. Dove il padrone, sia
chiaro, è uno e uno solo: lui. I soldi
invece, sono i nostri.
26/04/2008 La cordata menzogna (http://www.antoniodipietro.com)
Riporto le mie dichiarazioni in un intervista, rilasciata ieri ad un
giornalista del quotidiano La Stampa, sul prestito ponte ad Alitalia.
"Personalmente in consiglio dei ministri ho ripetuto che nessuno deve potersi
permettere di prendere dei provvedimenti che sono illegittimi ed io ritengo che
la forzatura che ancora una volta ha voluto Berlusconi sarà
punita dall’Unione Europea perchè è un aiuto di Stato.
Sono testimone, in Consiglio dei ministri Berlusconi ha fatto arrivare
un ultimatum: voglio trecento milioni perchè voglio avere il tempo di
trovare una cordata. A chi gli faceva presente che era un aiuto
di Stato, lui ha replicato che non gli interessava e di volere un prestito
ponte. Tutti sono capaci di comprare qualcosa con i soldi degli italiani.
Sono contro all’utilizzo delle istituzioni per fare operazioni illegittime.
Credo che l’Unione Europea ci sanzionerà, che la cordata non ci
sia e che alla fine avremo il danno e la beffa. Il danno di avere perso Alitalia
per non avere aperto al dialogo con Air France, e la beffa di
perdere ulteriori trecento milioni a danno dei contribuenti italiani.
http://www.helpconsumatori.it
http://www.canisciolti.info
http://www.antoniodipietro.it/
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