Le porte reali
della Cattedrale di Cristo Salvatore di Mosca aperte come nelle feste
solenni per sottolineare il valore di una giornata storica. Dopo 80
anni, la Chiesa ortodossa russa e la Chiesa ortodossa russa all'estero
si sono riunite sotto la guida del patriarca di Mosca, Alessio II. La
divisione risaliva agli anni '20, quando gli ortodossi filozaristi, in
seguito alle persecuzioni sovietiche e alla definitiva sconfitta per
opera dell'Armata rossa, ripararono prima in Turchia e poi in Serbia,
dichiarandosi Chiesa ortodossa russa all'estero. Una sorta di scisma di
clero e fedeli che fu sancito ufficialmente nel 1927, per durare fino a
ieri, quando con una solenne concelebrazione la frattura è stata
ricomposta.
Con indosso i paramenti verde brillante delle grandi occasioni, il
patriarca Alessio II, e il metropolita Lauro, guida della Chiesa
ortodossa all`estero - in veste celeste - hanno sottoscritto il
documento di riunificazione di fronte agli esponenti di spicco della
comunità religiosa e ai parenti dell'ultimo zar. Un rito lungo tre ore,
durante il quale – alla presenza di centinaia di fedeli e del presidente
Vladimir Putin – è stata riconosciuta la comunione canonica che ha
definito il nuovo ruolo di guida di Alessio II, garantendo tuttavia una
autonomia sostanziale alla ex Chiesa in esilio (molto diffusa
all'estero) che continuerà a nominare i suoi preti e a gestire proprietà
e affari quotidiani.
L'accordo è una tappa fondamentale per gli ortodossi russi che da oggi
potranno partecipare di nuovo insieme all'Eucaristia, ma anche per i
cattolici che esprimono soddisfazione per una prova significativa di
unità. "Siamo contenti”, ha detto all'agenzia Apcom, il presidente del
Pontificio consiglio per l'unità dei cristiani, cardinale Walter Kasper.
Per il porporato tedesco, da anni stretto collaboratore del papa,
"l'unità rappresenta un passo importante anche per noi e per il
riavvicinamento con la Chiesa ortodossa". È la stessa convinzione del
vescovo cattolico di Mosca, mons. Tadeusz Kondrusiewicz, secondo il
quale "la voce della Chiesa ortodossa, che difende le radici cristiane
dell'Europa anche di fronte alle sfide del mondo contemporaneo, sarà più
forte dopo questa unificazione".
“Un fatto molto, molto importante - dice il presule alla Radio Vaticana
- perché ogni unificazione avviene nella volontà di Gesù, perché è Lui a
chiedere che tutti siano uniti, anche se in questo caso parliamo degli
ortodossi”. Per mons. Kondrusiewicz, inoltre, l'accordo è significativo
perché “oggi tanti russi vivono fuori del Paese e anche loro hanno
bisogno della cura pastorale ed in questo caso la cura sarà più facile.
Io, come cattolico, sono molto soddisfatto, perché finalmente queste due
parti della Chiesa ortodossa sono unite. Auguro alla Chiesa ortodossa
russa - conclude - che sia forte nella proclamazione del Vangelo di
Cristo e nella difesa dei valori e delle radici cristiane del
Continente".
Archivio Chiesa
|