Muscoli nuovi grazie a 'supercellule' staminali isolate in Italia. La
promessa contro gravi malattie ancora senza cura arriva da uno studio
disponibile su 'Pnas' online, condotto da ricercatori dell'universita'
Cattolica di Roma in collaborazione con l'Irccs San Raffaele di Milano.
Gli scienziati hanno isolato per la prima volta nell'uomo particolari
staminali adulte dette mesoangioblasti, dotate di una capacita'
proliferativa tale da permetterne l'uso efficace in terapia. La scoperta
-che il 7 novembre sara' pubblicata anche su 'Pnas' in versione cartacea-
e' firmata da Roberta Morosetti e Massimiliano Mirabella del
Dipartimento di Neuroscienze della Cattolica romana diretto Pietro
Attilio Tonali, ed e' stata condotta tra il Policlinico Gemelli
(Laboratorio interdisciplinare per le cellule staminali e le terapie
cellulari) e l'istituto San Raffaele di Milano, grazie alla collaborazione
con il responsabile dello Stem Cells Research Institute dell'ospedale di
don Verze', Giulio Cossu.
Gli studiosi -riferisce una nota- hanno dimostrato che e' possibile
isolare i mesoangioblasti umani, caratterizzarli ed espanderli fino a
ottenerne quantita' necessarie per possibili terapie cellulari nell'uomo.
Il tutto partendo da semplici frammenti di biopsie muscolari fatte a
pazienti con miopatie infiammatorie. In particolare, per la prima volta e'
stato possibile provare che nella miosite a corpi inclusi (Ibm), la piu'
frequente miopatia acquisita dopo i 50 anni, tipicamente resistente alle
terapie immunosoppressive e con decorso progressivo e invalidante, i
mesoangioblasti sono presenti in numero normale, ma non riescono a dare
origine a cellule del muscolo scheletrico. I ricercatori italiani sono
quindi riusciti a individuare e correggere in vitro il blocco maturativo,
inducendo tali cellule a differenziarsi efficientemente in muscolo come si
osserva in altre forme di miopatia infiammatoria studiate (polimiositi e
dermatomiositi). La 'bonta' del nuovo muscolo e' stata verificata nel
topo.
Una volta 'ricondizionati', ossia rieducati a differenziarsi in cellule
muscolari mature, i mesoangioblasti dei malati di Ibm trapiantati in
topini di laboratorio (del tipo 'mdx-scid') sono stati in grado di dare
origine a nuove fibre muscolari. Lo studio -assicurano gli autori- apre
nuove prospettive per la terapia della Ibm. In questi malati la speranza
e' di incrementare la scarsa capacita' di rigenerazione del muscolo,
utilizzando cellule ottenute dalle biopsie muscolari degli stessi pazienti
che, dopo adeguata stimolazione per favorirne la differenziazione,
potrebbero essere reinfuse tramite cateterismo intra-arterioso selettivo
per riparare i muscoli lesi.
L'uso di questa popolazione di staminali autologhe eliminerebbe la
necessita' di farmaci antirigetto. I mesoangioblasti, che con la tecnica
descritta su 'Pnas' possono essere isolati e coltivati anche da tessuto
muscolare bioptico adeguatamente congelato -evidenziano gli specialisti-
sono staminali adulte associate ai vasi e sono multipotenti, quindi in
grado di differenziarsi in vari tessuti di derivazione mesodermica come
osso, muscolo liscio, cardiaco e scheletrico. E in modelli di topo con
distrofia muscolare hanno mostrato una importante capacita' di riparare la
struttura e la funzionalita' dei muscoli, riuscendo a raggiungerli
attraverso il sangue quando iniettate per via intra-arteriosa. Queste
cellule sono potenzialmente utilizzabili per una terapia cellulare
rigenerativa del muscolo senza necessariamente essere geneticamente
modificate. Ora, avvertono gli autori, ulteriori studi preliminari e trial
di fase I sono indispensabili prima di verificare l'efficacia terapeutica
di queste 'superstaminali' nei pazienti con Ibm o con altre patologie
muscolari degenerative.
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