Osservare il tessuto del cuore danneggiato da un infarto per localizzare
esattamente le lesioni e dirigere proprio in quei punti le cellule
staminali destinate a riparare il danno: potra' essere utilizzata cosi' la
risonanza magnetica, una delle tecniche che permettono di osservare il
cuore senza disturbarlo e del cui uso nella cardiologia dei prossimi anni
si e' discusso nel congresso mondiale di Ecocardiografia e imaging
cardiovascolare che si e' concluso a Roma.
Se le terapie basate sulle cellule staminali sono fra le attese maggiori
della cardiologia del futuro, un aiuto indispensabile in questo campo
verra' dalle tecniche che permettono di osservare il cuore e lo stato di
salute dei suoi tessuti in modo non invasivo e assolutamente indolore.
'Sara' la risonanza magnetica a indicare il punto del cuore in cui il
tessuto e' danneggiato, indicando cosi' la sede piu' adatta a ricevere le
cellule staminali', ha osservato il direttore della I cattedra di
Cardiologia dell'universita' di Roma La Sapienza, Francesco Fedele.
Risonanza magnetica, TAC cardiologica, tomografia a emissione di positroni
combinata con la TAC (PET-CT) sono le tecniche destinate a diventare
sempre piu' 'amiche del cuore'. Sono tecnologie disponibili fin da ora, ma
utilizzate ancora poco nella routine, soprattutto per gli alti costi (dai
circa 2 milioni per la Risonanza magnetica e la TAC ai cinque milioni
della PET-TC).
La risonanza magnetica, ha proseguito Fedele, 'e' la tecnica piu'
promettente, soprattutto perche' permette di analizzare esattamente la
composizione del muscolo cardiaco'. In questo modo, per esempio, e'
possibile valutare quanta parte di esso e' stata distrutta, oppure
verificare quante cicatrici sono comparse in seguito a un infarto.
Un'informazione, quest'ultima, utile ad esempio per stabilire l'opportunita'
o meno di un defibrillatore impiantabile.
Ancora meno diffuso ma altrettanto promettente e' l'uso della PET-TC per
avere diagnosi piu' precoci e precise. Questa tecnica, ha proseguito
Fedele, permette infatti di valutare le condizioni del cuore di pazienti
con una sospetta cardiopatia, oppure di osservare l'anatomia delle
coronarie, o ancora di sapere se nel miocardio sono avvenute alterazioni
del metabolismo provocate da un'ischemia.
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