I farmaci per la disfunzione erettile possono prevenire le malattie
cardiovascolari. E' quanto hanno sostenuto alcuni ricercatori di Padova,
coordinati da Carlo Foresta, ordinario di Patologia Clinica
dell'Università di Padova, al XXI convegno di Medicina della riproduzione.
La ricerca -in pubblicazione su "International Journal of Impotence
Research" -dimostra che gli inibitori della fosfodiesterasi di tipo 5, e
cioe' i farmaci come sildenafil (Viagra), tadalafil (Cialis) e vardenafil
(Levitra), che curano la disfunzione erettile, agiscono anche sul midollo
osseo, stimolandolo a liberare cellule staminali che diventano poi cellule
endoteliali.
I ricercatori di Padova hanno dimostrato che nel midollo le cellule
staminali posseggono l'enzima fosfodiesterasi di tipo 5 e sarebbe proprio
l'inibizione di questo enzima a determina il rilascio e la maturazione di
queste cellule in senso endoteliale. Quindi mentre a livello del pene
questi farmaci determinano un maggiore afflusso di sangue, a livello del
midollo, la stessa azione consentirebbe di rilasciare cellule endoteliale
che nei soggetti con vasculopatie e quindi a serio rischio di infarto
miocardio, ictus risultano invece estremamente basse. Questa evidenza e'
stata documentata in oltre 300 soggetti affetti da disfunzione erettile, e
con fattori di rischio cardiovascolare come fumo, ipertensione, obesita' e
iperlipemia. "In questi soggetti", dice Foresta, "il numero di staminali
endoteliali circolanti era molto basso. Dopo il trattamento anti impotenza
nell'80% dei soggetti le staminali sono tornate ai livelli normali. E già
indirizzate in senso endoteliale".
Sembrerebbe inoltre che la stimolazione delle cellule midollari sia
ottenuta in modo proporzionale alla permanenza del farmaco in circolo.
Quindi la stimolazione più prolungata e la maggiore produzione di cellule
endoteliali, e' stata osservata con il tadalafil, che ha una emivita di
circa 18 ore.
Archivio cellulestaminali
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