Offriamo la terapia con le cellule staminali embrionali ai pazienti terminali.
E' questa la proposta lanciata, dalle colonne del quotidiano "The Scotsman",
dallo scienziato scozzese Ian Wilmut, noto come il "papa'" della pecora
"Dolly". "Anche se questo tipo di terapia non e' ancora stato sperimentato
completamente potrebbe aiutare a salvare delle vite umane o, al peggio
spingere in avanti la ricerca scientifica", ha spiegato l'illustre scienziato.
La proposta di Wilmut arriva dopo che lo scandalo che ha coinvolto in Corea
del Sud il suo collega Hwang Woo Suk ha profondamente turbato le aspettative
di molti pazienti e ricercatori che si aspettavano un beneficio diretto dallo
sviluppo della cosiddetta terapia rigenerativa.
Wilmut ha aggiunto inoltre di conoscere gia' alcuni pazienti che si
presterebbero volentieri ai trials necessari per sperimentare questi nuovi
tipi di trattamenti. "Se aspettiamo ancora che tutti gli elementi siano
sperimentati e testati -ha detto ancora- potremmo ritardare molto la messa a
punto di trattamenti efficaci".
Lo scorso mese di
febbraio,
lo scienziato scozzese aveva ottenuto il via libera dalla Human
Fertilisation and Embryology Authority -l'ente britannico che controlla le
attivita' di ricerca che coinvolgono embrioni umani- alla clonazione di
embrioni umani dai quali avrebbe potuto ottenere delle cellule staminali su
misura del paziente. La licenza era stata concessa per studiare la malattia
del moto-neurone (MND), una patologia che provoca la morte dei neuroni che
controllano i movimenti nel cervello e nel midollo spinale.
L'obiettivo e' quello di trovare farmaci in grado di arrestare la progressione
della patologia che, in media, porta alla morte in soli 14 mesi dalla
diagnosi. E proprio per la messa a punto di nuove terapie che coinvolgono
pazienti affetti da questo tipo di malattia, che Wilmut ha chiesto di poter
iniziare la sperimentazione sull'uomo della terapia con le staminali
embrionali. Inoltre Wilmut dall'inizio di questo mese e' diventato il primo
direttore del nuovo Centro per la Medicina Rigenerativa dell'Universita' di
Edimburgo. Proprio a questo nuovo centro si sarebbero rivolte le persone
malate disponibili a essere usate come cavie negli esperimenti. "Ho avuto
contatti con molte persone che soffrono a causa di malattie
neuro-degernerative che hanno davanti a se' una situazione davvero pesante
fatta da un lento, ma inesorabile declino e da una morte prematura", ha
aggiunto Wilmut. "Provate ad immaginare -ha chiesto ai lettori lo scienziato
scozzese- di soffrire di una malattia che vi immobilizza dalla testa in giu' e
che voi sentite dalla radio o dagli altri media, e da Internet che esiste una
terapia che potenzialmente, grazie alle facolta' delle cellule staminali, puo'
darvi qualche beneficio. Queste notizie susciterebbero in voi molto
entusiasmo". E questo, secondo lo scienziato andrebbe anche al di la' dei
potenziali rischi derivanti dall'uso di protocolli terapeutici non del tutto
definiti e consolidati. "I benefici -ha spiegato- per questo tipo di malati,
sarebbero comunque superiori ai rischi. Se aspettiamo di avere tutti i test e
i protocolli in regola, molti pazienti saranno andati".
Il Governo britannico ha assegnato un finanziamento di 50 milioni di sterline
al nuovo centro di Edimburgo guidato da Wilmut con l'incarico di mettere in
piedi una struttura che sia il centro di riferimento di tutta la Gran Bretagna
per la ricerca sulle cellule staminali embrionali umane.
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