Per la prima volta in Europa l'autotrapianto delle cellule staminali del
midollo osseo viene utilizzato per riparare e rigenerare il microcircolo
vascolare e arteriolare nei distretti corporei irrimediabilmente compromessi
da gravi arteriopatie ostruttive. E' quanto emerge da uno studio clinico su 12
pazienti condotto da Vincenzo Sica, ordinario di Patologia clinica
della Facolta' di medicina della Seconda universita' di Napoli e da Claudio
Napoli, professore associato presso la stessa cattedra.
La terapia, dopo la positivita' della fase preclinica del protocollo, condotto
per circa un anno sui topi (ricerca gia' pubblicata nei mesi scorsi su una
importante rivista americana) e' stata ora applicata in uno studio coordinato
dagli stessi docenti, su un gruppo di pazienti con arteriopatia ostruttiva in
fase avanzata per i quali, l'unica speranza di evitare la cancrena, e quindi
la morte, era l'amputazione dell'arto.
"L'innovativo trattamento -sottolinea il professor Sica- secondo le prime
evidenze cliniche consente il recupero della perfusione vascolare dell'arto
colpito con il ripristino di una buona funzione deambulatoria in soggetti gia'
fortemente compromessi e candidati all'amputazione a causa dell'insuccesso
delle altre terapie mediche e chirurgiche".
La fine dello studio e' prevista per febbraio 2006. La risposta clinica e' di
oltre il 70 per cento per i dodici pazienti trattati ai quali, negli ultimi
mesi, se ne sono aggiunti altri. Si tratta di persone anziane, tutti in fase
avanzata di malattia, non piu' deambulanti autonomamente, gravati da stati
iniziali di necrosi recidivanti non piu' rispondenti alle tradizionali terapie
mediche e chirurgiche di by-pass: "A distanza di alcuni mesi dalla terapia
praticata -sottolinea Sica- i soggetti che abbiamo trattato hanno recuperato
la motilita' e la sensibilita'. Il dolore, che accompagna inevitabilmente l'ischemia
e la necrosi tessutale e' scomparso o e' fortemente attenuato. I miglioramenti
sono stabili. Le cellule staminali utilizzate sono quelle di midollo osseo
autologo, prelevato a livello delle creste iliache".
"Nessuno dei pazienti trattati fino ad oggi -aggiunge Claudio Napoli,
che per anni ha lavorato negli Usa al fianco del premio Nobel Louis Ignarro,
scopritore dell'ossido nitrico quale principale fattore vasodilatatore- e'
dovuto ricorrere all'amputazione. Sono stati ottenuti buoni risultati
angiografici e clinici con la regressione di ulcere, miglioramento del flusso
ematico agli arti inferiori e tolleranza allo sforzo. L'efficacia del
risultato viene ottimizzata dall'uso concomitante di vitamine antiossidanti ed
l-arginina, un aminoacido precursore dell'Ossido Nitrico, un gas naturale che
ha azione vasoprotettrice".
L'efficacia della terapia e' testimoniata dal fatto che anche i pazienti piu'
compromessi e in condizioni cliniche critiche, per concomitanti patologie come
il diabete (tra i pazienti trattati c'e' anche un soggetto in dialisi) hanno
recuperato una soddisfacente perfusione tessutale. La ricerca clinica condotta
dagli scienziati napoletani gode di un piccolo finanziamento regionale ed e'
in corso di pubblicazione su una delle piu' importanti riviste scientifiche
americane, organo ufficiale dell'Accademia delle Scienze.
"Ma studi attualmente in corso stanno verificando la possibilita' di applicare
tale terapia nell'ictus ischemico, insufficienza epatica e renale, e,
soprattutto, nello scompenso cardiaco, tappa terminale di tutte le
cardiopatie
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