Un'iniezione di staminali addestrate in laboratorio per dire addio alle
dosi quotidiane di insulina. Le cellule staminali trasformate in fabbriche
di ormone anti-zucchero sono la maggiore sfida contro il diabete dei
bambini (tipo 1 o forma giovanile), che solo nel nostro Paese colpisce
oltre 20 mila persone. Una sfida che e' gia' realta', come dimostra
l'intervento eseguito poche settimane fa negli Usa su una paziente
italiana, e discussa al XV Congresso nazionale della Societa' italiana di
endocrinologia e diabetologia pediatrica (Siedp), 13-15 ottobre a Santa
Margherita di Pula (Cagliari).
Questa nuova frontiera sta' dando i primi risultati -ha spiegato a Milano
il presidente della Siedp, Gianni Bona- Le piu' promettenti sono le
staminali embrionali, il cui utilizzo in Italia non e' permesso, ma non e'
affatto escluso che possano funzionare anche le adulte. Relatore di punta
al convegno sardo sara' Mehboob Ali Hussain del Dipartimento di pediatria
del Johns Hopkins Medical Institut di New York, che proprio di recente ha
pubblicato su Lancet i risultati di un intervento eseguito su una paziente
di nemmeno 30 anni utilizzando staminali embrionali delle gonadi.
Ma la materia prima per ottenere cellule in grado di mimare l'attivita'
delle isole pancreatiche produttrici di insulina in futuro potrebbe
arrivare anche da staminali adulte o da cordone ombelicale, e convinto
Bona. E tra gli studi promettenti contro il diabete 1, ha aggiunto, ci
sono anche le ricerche sulle cellule produttrici di peptide inibitorio
gastrico, che grazie alle nuove tecniche di ingegneria genetica potrebbero
essere indotte a liberare insulina, oltre all'analisi del profilo genetico
dei malati, per terapie su misura piu' efficaci e sicure.
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