Grazie al servizio di "Trasferibilità automatica
delle domiciliazioni RID", gestito dal consorzio
PattiChiari, è possibile trasferire automaticamente presso la nuova
banca le domiciliazioni gestite tramite il servizio RID (es. le utenze della
luce, del gas, ecc.). Lo si fa sottoscrivendo presso la nuova banca un
semplice modulo con il quale il cliente stesso autorizza la banca ad
addebitare tutte le posizioni precedentemente domiciliate presso la vecchia
banca.
Da febbraio 2007 ad oggi sono state oltre 3 milioni le
richieste di trasferimento di domiciliazione RID, e il 92,5% sono state
concluse con successo.
Da luglio 2009 è possibile trasferire anche le rate di mutuo
e di prestito da una banca all'altra, lasciando l'operazione di mutuo e
prestito sulla banca originaria. Basta compilare lo stesso modulo di
"richiesta trasferibilità delle domiciliazioni RID"; è poi la nuova banca ad
occuparsi di tutto, fornendo al cliente la certezza dell'avvenuta
attivazione delle domiciliazioni sul nuovo conto; la conoscenza di eventuali
domiciliazioni che non è stato possibile attivare automaticamente sul nuovo
conto; la conoscenza preventiva dei tempi entro i quali il processo di
trasferibilità verrà concluso; l'informazione diretta alle aziende
erogatrici delle domiciliazioni e del mutuo sulle nuove coordinate di
addebito e la comunicazione alla vecchia banca circa la chiusura delle
domiciliazioni. Con queste procedure di autoregolamentazione le banche
italiane hanno anticipato l'ingresso dei principi europei sulla mobilità
della clientela bancaria.
"La concreta e corretta applicazione di procedure informatiche
avanzate che gestiscono milioni di clienti e miliardi di transazioni -
commenta Filippo Cavazzuti, Presidente di PattiChiari - richiede sforzi
organizzativi ed investimenti economici ingenti. Semplificare le scelte dei
clienti di cambiare banca è il segno più evidente della scelta del settore
bancario verso un mercato moderno, efficiente e concorrenziale".
21/01/2010 Tassi di interesse in su a dicembre 2009, Federconsumatori: 350mila famiglie in difficoltà (GA, http://www.helpconsumatori.it)
In Italia a novembre 2009 i mutui hanno registrato
una crescita del 6%, di molto superiore alla media dell'area euro. E' quanto
si legge nel
report mensile dell'Abi diffuso ieri. L'Associazione bancaria italiana
spiega che il principale stimolo che ha spinto le famiglie italiane ad
accendere un mutuo è stata la sensibile riduzione dei tassi di interesse
applicati dalle banche per le nuove
operazioni di acquisto di immobili, rispetto allo scorso anno. A fine 2008,
infatti, il tasso d'interesse era del 5%, mentre a novembre 2009 è sceso al
2,9%; già nel mese di dicembre, però, si è registrato un aumento dello 0,5%.
Secondo Federconsumatori questo rialzo dei tassi dei mutui
appare ancora più grave alla luce della fortissima diminuzione dell'Euribor
da un anno a questa parte. "È chiaro che, per non intaccare i propri
profitti, le banche si sono quindi rivalse sui clienti, compensando la
discesa dell'Euribor con un aumento spregiudicato dello spread, cioè del
proprio guadagno, e facendo così lievitare le rate dei mutui. Si tratta -
aggiunge Federconsumatori - di una condotta inaccettabile, soprattutto in
una situazione delicata e complessa come quella che le famiglie stanno
attraversando". Federconsumatori stima che sono oltre 350 mila le famiglie
che si trovano in difficoltà con il pagamento delle rate dei mutui.
19/01/2010 Federconsumatori e Adusbef: "I banchieri continuano ad aumentare i costi" (BS, http://www.helpconsumatori)
Un Governo serio "ha il dovere di interrompere
queste micro-rapine quotidiane a danno dei consumatori e delle
famiglie" a partire dalla restituzione della commissione di massimo
scoperto da parte delle banche, pari a cinque miliardi di euro. È
durissimo il commento di Federconsumatori e Adusbef nei confronti delle
voci di spesa e dei costi applicati dalle banche - le due associazioni
usano la parola "banksters", unione delle parole inglesi bankers e
gangsters - di fronte alle diverse commissioni e ai tassi praticati
dagli istituti bancari italiani. "Dopo aver spalmato a rate per
lunghissimi anni gli effetti della crisi sulla pelle di consumatori,
piccole e medie imprese e famiglie con tassi più elevati (attualmente lo
0,52% in più sui mutui rispetto alla media UE) e condizioni più onerose
(250 euro il costo di un conto corrente italiano secondo l'ultima
indagine europea, ossia ben 7 volte in più della media UE),i banksters
italiani - affermano le due associazioni in una nota stampa - continuano
imperterriti ad aumentare costi, commissioni e condizioni con sempre più
nuove voci di spesa".
La denuncia di Federconsumatori e Adusbef è che gli
istituti impongono canoni periodici elevati e nuove voci di spesa.
Secondo il monitoraggio Adusbef, "pagano il denaro raccolto in depositi
da uno zero spaccato, fino ad un massimo dello 0,20% (MPS-Antonveneta) -
ossia 1,46 euro netti l'anno su una giacenza media di 1.000 euro, ma
fanno pagare costi di gestione del conto fino a 820 euro, imponendo
nuove voci di costo". Unicredit farà pagare dal primo febbraio tre euro
per prelevare contanti allo sportello, affermano le due associazioni.
"Pagano la raccolta tra lo zero e l'1%, se chiedono
somme in prestito alla Bce, ma applicano tassi sui mutui tra il 3,5% se
variabili ed il 6% se tassi fissi - continua Adusbef - mentre sui
prestiti personali applicano un Taeg del 12,176 % (BPM) fino al 15,09% (MPS);
chiedono un tasso debitore del 12,879% (BNL) oltre un 2% di commissioni
sui tassi passivi; pretendono 1,95 euro per prelevamenti bancomat altre
banche (BPM); 1 euro per prelevare fino a 500 euro di contante allo
sportello senza utilizzo di assegno (Intesa San Paolo, Unicredit - fino
al 28 febbraio 2010-Banca Fideuram); 4,50 euro per pagare una utenza per
cassa allo sportello (Unicredit); chiedono 0,10 centesimi come costo di
1 assegno ed applicano 3 giorni di valuta sugli assegni versati da altre
banche (Carige)".
http://www.helpconsumatori.it
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