CASA. Odori e rumori sono le prime cause di
liti condominiali. La classifica dell'ANAMMI, sostenendo che
"la via della mediazione resta quella da preferire". "Arrivare alla
citazione non conviene, non soltanto per motivi finanziari e di tempo, ma
soprattutto perché il comportamento illecito, nel frattempo, si perpetua.
Meglio trovare una soluzione amichevole e cercare di essere tolleranti"
afferma il presidente dell'ANAMMI Giuseppe Bica. La realtà
conferma le statistiche del Ministero della Giustizia, che mettono
in evidenza come oltre il 50% delle procedure civili, nelle aule di
giustizia, riguardino il condominio. Per questo Giuseppe Bica ritiene
essenziale il ruolo dell'amministratore di condominio che "deve saper
mediare tra gli interessi, evitando lo scontro duro, quello che porta alla
denuncia".
Dall'odore di cucina all'automobile posteggiata nel
punto sbagliato, dal bambino che gioca in cortile al cane che abbaia: in un
condominio i motivi per litigare non mancano mai. E' quanto dimostra l'ANAMMI,
che ha stilato una "classifica" delle liti condominiali in base alla sua
attività interna e alle segnalazioni dei suoi associati (circa 13mila in
tutta Italia).
A primo posto tra le cause che più di frequente
provocano dispute tra gli abitanti di uno stesso immobile ci sono gli odori
e i rumori provenienti da altri appartamenti. Capita spesso quindi di
litigare per il continuo odore di cipolla o per gli aromi forti che emana la
cucina etnica; ma si perde la pazienza anche per il ticchettio delle scarpe
femminili a tutte le ore. Il secondo motivo è l'automobile parcheggiata in
uno spazio non autorizzato nel garage condominiale o qualsiasi collocazione
in ambito condominiale di oggetti o mezzi di un singolo condomino.
Ma anche le voci dei bambini che giocano in cortile non
sono più molto tollerate e poi dà fastidio chi innaffia le piante e fa
cadere l'acqua al piano di sotto o chi porta gli animali domestici in
ascensore. Infine bisogna stare attenti anche all'esterno del condominio:
non va bene stendere il bucato che sgocciola o che dà troppo all'occhio e
neanche sbattere le tovaglie dalla finestra.
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