Ieri il Governo ha sbandierato un accordo con l'associazione delle
banche prevedendo "un risparmio pari a circa 850 euro all'anno" per
1.250.000 famiglie circa.
Peccato che la notizia sia falsa. Nel comunicato dell'Abi si
legge che l'accordo non prevede alcun risparmio, ma solo una
dilazione nel pagamento: si concede un ulteriore finanziamento (a tassi
abbastanza agevolati: l'IRS decennale piu' lo 0,5%).
Le famiglie, quindi, non risparmieranno alcunche', ma pagheranno
ulteriori interessi!
Il forte sospetto e' che questa operazione sia un ulteriore
tentativo di bloccare le surroghe che sono, invece, un vero risparmio
per i mutuatari (e quindi un costo per le banche). In questi
anni gli spread di mercato applicati ai tassi (fissi o variabili) dei
mutui sono molto diminuiti. Sostituire un mutuo oggi implica, quasi
sempre, avere uno spread piu' basso. Con la negoziazione-beffa proposta
dal Governo e dalla banca si applicherebbe lo stesso spread. Questa
operazione consentirebbe alle banche di non perdere i vecchi mutui
(tanto remunerativi per loro e tanto costosi per i clienti).
Crediamo sia sintomatico che il Governo non abbia deciso di dare
attuazione (manca ancora lo specifico decreto) a quanto gia' previsto in
materia nella Finanziaria 2008, cioe' la sospensione di alcune rate da
pagare quando si e' in difficolta'. Ci rendiamo conto che faccia piu'
effetto populistico e mediatico un nuovo decreto che attuare una legge
prevista dal precedente Governo di una maggioranza politica diversa, ma
se al centro della propria politica ci fossero gli interessi dei
mutuatari questi problemi dovrebbero essere affrontati in modo
diverso. La falsa notizia del risparmio di 850 euro e' figlia di questa
logica e sintomatica di una partenza quantomeno sgradevole del nuovo
Governo.
La rinegoziazione proposta dal Governo e dall'Abi, puo' essere utile a
chi e' in difficolta' a pagare le rate aumentate (e non troverebbe
alcuna soluzione migliore nel mercato), per cui e' meglio bloccare la
rata ai tassi del 2006, anche se questo implica un aumento degli
interessi da pagare. Chi e' in grado di pagare il vecchio mutuo a
tasso variabile (o puo' accedere ad una surroga con tassi migliorati) e'
bene che non faccia questa rinegoziazione perche' non risparmia
niente, anzi aumenta gli interessi da dare alla banca.
In alcuni casi, una rinegoziazione (vera) del mutuo o una sostituzione
dello stesso implica dei risparmi, ma non in questo. Vediamo come
funziona questa rinegoziazione-beffa:
1) la nuova rata e' al tasso medio del 2006, quindi
–nell'immediato– si paga meno di oggi;
2) la differenza fra vecchia e nuova rata si paga
attraverso un nuovo finanziamento che la banca concede al tasso
IRS decennale piu' lo 0,5% (oggi sarebbe circa il 5,1%);
3) se i tassi dovessero scendere e la vecchia rata fosse
inferiore a quella rinegoziata, la differenza diminuirebbe il
finanziamento col quale si sono pagate parte delle precedenti rate. Il
tasso Euribor a sei mesi medio nel 2006 e' circa il 3,5%, oggi e' oltre
il 4,8%: prima che questo accada passera' molto tempo. Il grosso degli
interessi, quindi sara' gia' pagato (accumulando un nuovo debito non
indifferente);
4) quando si sara' finito di pagare le rate previste dal vecchio
mutuo, si continuera' a pagare le rate fino al rimborso completo del
nuovo finanziamento.
Questa rinegoziazione implica quindi dei costi e mai un risparmio.
Il Governo ha solo concordato con l'Abi un piano di
finanziamento agevolato per pagare parte delle rate dei mutui a tasso
variabile.
Ci dispiace dirlo, ma sul fronte della tutela degli utenti
bancari, il Governo e' partito male.
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