Queste differenze sono importanti perché i cambiamenti nei prezzi delle case influenzano i
programmi di spesa delle famiglie essenzialmente attraverso il ruolo di garanzia svolto dall'immobile. Il nostro lavoro mostra infatti che sia la correlazione tra consumi e prezzo delle case alle frequenze del ciclo economico sia la propensione marginale al consumo al di fuori della ricchezza immobiliare sono più forti nelle economie con valori più alti dell'indice dei mutui.
I cambiamenti nel sistema di finanziamento immobiliare negli ultimi venti anni possono certamente aver aumentato il ruolo potenziale degli effetti di garanzia del prezzo delle case, ma il loro effetto sulla volatilità del consumo e del prodotto è ambiguo, perché possono agire due effetti che si controbilanciano. Primo, la capacità delle famiglie di mantenere inalterati i livelli di consumo di fronte a shock avversi che colpiscono il reddito può essere migliorata attraverso un più facile accesso al finanziamento garantito dalla ricchezza immobiliare.
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Secondo, le fluttuazioni macroeconomiche possono essere accentuate da variazioni endogene nei vincoli di garanzia legati ai valori della ricchezza immobiliare, “l'acceleratore finanziario” di Kiyotaki e Moore.
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Il nostro lavoro mostra che il secondo effetto può essere prevalente: si stima che i
contagi dal settore immobiliare al resto dell'economia siano maggiori nelle economie dove è più facile l'accesso ai mutui e l'utilizzo delle case come garanzia. Questo accade perché movimenti nel prezzo degli immobili influenzano i piani di spesa delle famiglie attraverso il ruolo di garanzia svolto dalle case: per esempio, incrementi di prezzo degli immobili fanno salire il valore delle garanzie che le famiglie possono dare, allentando i vincoli al prestito e sostenendo la spesa.
MECCANISMI DI TRASMISSIONE DELLA POLITICA MONETARIA
La politica monetaria può addolcire l'impatto degli andamenti del mercato immobiliare sull'economia in generale? Alcuni osservatori dubitano che sia ancora così, perché la maggiore integrazione dei mercati dei mutui con il resto del sistema finanziario può aver ridotto l'importanza della disponibilità del credito ipotecario come canale di trasmissione della politica monetaria. (5) Tuttavia, i nostri risultati dicono che la deregolamentazione finanziaria può aver rafforzato il ruolo degli immobili nel meccanismo di trasmissione della politica monetaria, perché il più facile accesso alle garanzie immobiliari può aver legato più strettamente i prezzi delle case alla politica monetaria. E dicono anche che gli effetti dei cambiamenti di politica monetaria sul prodotto sono maggiori in quelle economie nelle quali i mercati finanziari immobiliari sono più sviluppati e competitivi.
POLITICA MONETARIA PIÙ AGGRESSIVA
Sulla base di questi risultati, la risposta della politica monetaria ai mutamenti nel settore immobiliare dovrebbe variare a seconda del livello di sviluppo del mercato ipotecario.
In primo luogo, i responsabili della politica monetaria possono avere necessità di rispondere in modo più aggressivo agli shock di domanda immobiliare nelle economie con un mercato ipotecario più sviluppato, cioè con un più alto rapporto prestito-valore e, si suppone, un più alto stock di debito ipotecario. E potrebbero anche avere necessità di rispondere in modo più aggressivo a shock finanziari che colpiscono l'ammontare di credito disponibile per ogni dato livello di prezzo degli immobili. Quindi, il modello che abbiamo utilizzato dovrebbe “prevedere” una più forte riduzione dei tassi di interesse negli Stati Uniti rispetto all'area euro in conseguenza delle recenti turbolenze nei mercati del credito, in linea con quanto abbiamo osservato finora. In secondo luogo, nelle economie con mercati ipotecari più sviluppati, la stabilizzazione potrebbe essere migliorata da un approccio di politica monetaria che risponda agli andamenti del prezzo delle case, oltre che a quelli dell'inflazione dei prezzi al consumo o del prodotto.
Alcune cautele sono però necessarie. Primo, data l'incertezza sui fattori che determinano le dinamiche dei prezzi immobiliari, in particolare se riflettono cambiamenti nei fondamentali o l'effetto di forze speculative, e il loro impatto sull'economia, i prezzi delle case dovrebbero essere considerati all'interno di un approccio di gestione del rischio alla politica monetaria. Secondo, prestare attenzione agli andamenti dei prezzi degli immobili non richiede un cambiamento negli attuali approcci di politica monetaria. Piuttosto, questi dovrebbero essere interpretati in modo più flessibile, per esempio estendendo l'orizzonte temporale nel quale l'inflazione e il prodotto rientrano al livello-obiettivo. Tuttavia, è importante che un tale approccio sia applicato in modo simmetrico: un forte allentamento della politica monetaria potrebbe essere giustificato in risposta a preoccupazioni dovute a un rapido rallentamento del settore immobiliare, ma anche un certo “assecondare il vento” può rivelarsi utile nel limitare il rischio della formazione di squilibri nei mercati finanziari e immobiliari.
(1) Vedi i lavori presentati al Jackson Hole Economic Symposium 2007.
(2) Il capitolo si trova all'indirizzo web http://www.imf.org/external/pubs/ft/weo/2008/01/index.htm.
(3) Dynan, Karen E., Douglas W. Elmendorf e Daniel E. Sichel, 2006, “Can Financial Innovation Help to Explain the Reduced Volatility of Economic Activity?” Journal of Monetary Economics, Vol. 53 (January), pp. 123–50.
(4) Kiyotaki, Nobuhiro e John Moore, 1997, “Credit Cycles,” Journal of Political Economy, Vol. 105 (April), pp. 211–48.
(5) Bernanke, Ben S., 2007, “Housing, Housing Finance, and Monetary Policy,” relazione al Federal Reserve Bank of Kansas City’s Economic Symposium, Jackson Hole, Wyoming.
* Il testo in lingua originale è pubblicato su Vox.