
Il nuovo ribasso degli indici di Borsa ha avuto un impatto sul mercato
finanziario con una risonanza molto più eclatante di quella che si potesse
pensare. L'incertezza e il timore di una crisi di liquidità ha indotto i
grandi fondi investimento a versare sul mercato i propri titoli, togliendo
dal portafoglio quelli più rischiosi o meno solvibili nel breve termine.Gli
effetti non si sono fatti aspettare, perché le Borse asiatiche hanno perso
fino a 4 punti con gravi ripercussioni soprattutto sulle Borse europee.
Rispecchia questo uno scenario più volte descritto e anticipato dagli
analisti, e non crediamo che sia una congiuntura, in quanto il sistema
speculativo sta rovinando proprio a causa della recessione economica
americana, a sua volta dovuto alla sua moneta che ha bruciato risorse
reali in cambio di carta e finzioni contabili. Una situazione che
rischierà di accelerare se presto non arriverà un uragano a dare ossigeno
al mercato, così come aveva fatto Katrina con i suoi 19 miliardi di
dollari: Alberto si sta già avvicinando alle coste della Florida, con
20000 sfollati e 4000 isolati.
Il timore per il rallentamento della crescita Americana, con un'inflazione
sempre più elevata e la continua diminuzione degli ordini industriali, ha
scatenato il panico su Tokyo, che ha bruciato più di 150 miliardi di
dollari di capitalizzazione, un quinto del mercato nipponico. Gli stessi
fondi di investimento che avevano tempo fa portato alle stelle l'indice
Nikkei, grazie ai bassi tassi di interesse, liquidano e provocano un
effetto urto che ricorda quello della caduta delle Torri Gemelle. Ad esso
si aggiunge lo scandalo che ha colpito il governatore della Banca Centrale
del Giappone, accusato di aver dato dei soldi, poco prima di assumere la
carica, ad un gestore di fondi di investimento arrestato pochi giorni fa.
Vi ricorda qualcosa? Non a caso questo affaire non dispiace affatto al
governo nipponico che intendeva cambiare la sua politica monetaria
cercando di elevare i tassi di interessi per frenare la fuga di capitali.

La contrazione della crescita del Pil americano è uno dei primi segnali
della recessione che potremmo già considerare in atto, considerando che la
politica delle autorità monetarie non sta cambiando: tra il 27 e il 29
giugno Bernanke annuncerà un'ulteriore aumento dei tassi di interesse
perché l'inflazione non accenna a placarsi. I prezzi più elevati stanno
deprimendo i consumi e soffocando le famiglie americane, schiacciate dai
tassi di interessi del credito al consumo, e dalla diminuzione del valore
delle proprietà immobiliari, con le quali garantiscono le loro carte di
credito. La distorsione del mercato economico sta proprio nella forte
dipendenza del credito al consumo, perché un aumento dei tassi si
ripercuote subito sui consumi e sugli investimenti. E mentre i tassi di
interesse si alzano sempre di più e i prezzi aumentano, una strana
anomalia colpisce il mercato delle commodities, che invece perdono in
pochi giorni alcuni punti percentuali, ma abbastanza da far temere lo
scoppio della bolla dei prezzi. L'oro è caduto a Londra di circa 10 punti,
quotandosi a 590$/oncia e fermandosi a New York a 562$.
Molti parlano di giusta manovra correttiva, noi invece vogliamo insinuare
il dubbio di una manovra speculativa che vada a deprezzare i titoli
dell'oro per spingere a vendere prima di un'ulteriore caduta, o ancor
peggio a mascherare qualcosa di terribile.
Le manipolazioni dei sistemi di definizione del prezzo dell'oro sono state
denunciate nel 1999 durante una causa condotta dal GATA - Gold Anti-Trust
Action Committee - dichiarando che le cinque ditte di Wall Street hanno
cospirato con i dirigenti della Federal Reserve, della Banca di Riserva
Federale di New York e del Reparto di Ministero del Tesoro, e della Banca
degli Stabilimenti Internazionali (BSI) per diminuire il prezzo dell'oro.
Così facendo, hanno evitato enormi perdite alle organizzazioni
finanziarie, che prendono in prestito l'oro dalla banca centrale con bassi
tassi di interesse per rivenderlo sul mercato. Se i prezzi
aumentano,
come sta accadendo ora ad esempio, la banca per restituire il prestito
compra più oro a prezzi più elevati. Per cui, in questi ultimi anni,
Goldman, Chase e Deutsche Bank sono stati degli importanti venditori di
oro per pareggiare lo scambio dei prodotti da New York. Il governatore
della National Bank svizzera, allora dichiarò che per mettere sul mercato
centinaia di tonnellate d'oro, la Banca ha incaricato la BSI per
contribuire a vendere 1.300 tonnellate di oro. Successivamente, nel
tentativo di non pagare i relativi azionisti, ha cercato di sostituire le
loro quote con le partecipazioni possedute dalle istituzioni finanziarie
internazionali. Vi ricorda qualcosa anche questo?L'obiettivo è stato
proprio quello di impedire che il prezzo dell'oro potesse segnalare
l'aumento futuro dell'inflazione, che avrebbe compromesso il ruolo
internazionale del dollaro e avrebbe attirato l'attenzione sull'enorme, e
senza precedenti, deficit commerciale.
L'inchiesta del Gata ha coinvolto l'allora Governatore Greenspan nel più
grosso scandalo finanziario del secolo, che avrebbe senz'altro distrutto
l'intero sistema bancario, la Fed e fatto crollare interi Stati. Tutto
questo non è accaduto, perché le Torri sono cadute e Greenspan è andato in
pensione, lasciando l'onere di proseguire la crociata a Bernanke.
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