La Commissione di massimo scoperto, nonostante sia
stata ridimensionata per legge, continua a tormentare i
risparmiatori, magari sotto altre forme inventate ad hoc dalle banche. La
denuncia arriva da diverse Associazioni dei consumatori e oggi l'Aduc ha
inviato al Governatore della Banca d'Italia, Mario Draghi, la seguente
lettera, redatta dall'avv. Libero Giulietti, dell'ufficio legale
dell'associazione. "Gentile Governatore,
abbiamo più volte segnalato la scorrettezza del comportamento assunto da
molte banche in conseguenza del drastico ridimensionamento della commissione
di massimo scoperto.
Questo costo si contraddistingueva per iniquità ed esosità poiché colpiva il
cliente, sia che utilizzasse il fido (sul massimo scoperto appunto), sia che
non lo utilizzasse (venendo, in tal caso, calcolata sulla cosiddetta messa a
disposizione delle somme) e raggiungeva, non di rado, livelli usurari.
Commissione che, nonostante le severe critiche espresse dalla
giurisprudenza, che era sopravvissuta in quanto costituiva una voce tutt'altro
che secondaria fra gli introiti delle banche.
Il suo ridimensionamento (anche se lo 0,5% trimestrale consentito dalle
nuove disposizioni e' un introito tutt'altro che trascurabile) ha comportato
che le banche si "inventassero" e applicassero una serie di nuove clausole
(ad esempio, commissione di istruttoria urgente, penali ecc.) senza porsi il
problema di chiedere ed ottenere un esplicito consenso del cliente.
Tale comportamento è censurabile innanzitutto sul piano giuridico poiché
l'art. 118 del Testo Unico Bancario -cui le banche fanno riferimento per
introdurre le nuove clausole- non legittima una modificabilità
indiscriminata dei contratti bancari. Al contrario, in quanto norma di
eccezione, questo articolo va interpretato nel senso restrittivo ovvero nel
senso di limitare la variabilità:
1 alle sole condizioni di tipo economico (interessi, prezzi, commissioni,
spese);
2 alle sole condizioni esistenti.
Diversamente opinando, si arriverebbe ad ammettere che l'intero contenuto
economico e normativo del contratto e' rimesso all'arbitrio assoluto della
banca, il che e' contrario ai principi basilari che governano il diritto dei
contratti.
Non ci dilunghiamo sulle argomentazioni giuridiche a sostegno di quanto
detto, ci basta riportare le parole che codesto Istituto scrive nelle
Istruzioni di Vigilanza e, specificamente, in tema di Trasparenza Sez. IV
par. 2 pag. 24: "Secondo il Ministero dello sviluppo economico le
'modifiche' disciplinate dall'articolo 118 del T.U., riguardando soltanto la
fattispecie di variazioni previste dal contratto, non possono comportare
l'introduzione di nuove clausole".
E' evidente che l'avere introdotto tale interpretazione del Ministero nella
nuova disciplina di Trasparenza Bancaria ne trasforma la natura: da quella
di -appunto- autorevole interpretazione a norma che vincola controllore e
controllati.
Ci sembra difficile porre in discussione l'effetto precettivo della
prescrizione di cui sopra, se non altro per la banale considerazione che la
Banca d'Italia l'ha introdotta mentre avrebbe semplicemente potuto
ignorarla.
Al fine di tutelare piccole imprese e consumatori, e alieni da atteggiamenti
antagonisti o punitivi, confidiamo che codesto Istituto presti "ascolto"
alla nostra richiesta ed esamini la situazione con la determinazione del
caso.
Crediamo sia giunto il momento di porre un freno alla prepotenza delle
banche che sfocia spesso -come in questo caso- nell'illegalità (si pensi al
metodo di respingere le richieste dei clienti anche se corrette, alla
commercializzazione di prodotti nel solo interesse delle banche, alla
resistenza in giudizio per procrastinare restituzioni e risarcimenti ecc.).
Se fino ad ora le preoccupazioni della Banca d'Italia erano orientate alla
struttura del sistema bancario nel suo complesso o alla gestione e al
rafforzamento dei patrimoni delle banche, è giunto -secondo noi- il momento
di orientarsi alla tutela del sistema produttivo e dei consumatori, su cui e
di cui le stesse banche vivono.
Diamo atto volentieri a codesto Istituto che alcuni miglioramenti nel senso
richiesto sono stati introdotti, come ad esempio la nuova Trasparenza
bancaria e il Conciliatore bancario, ma altro ancora occorre fare.
Distinti saluti"
http://www.helpconsumatori.it
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