Ma cosa è successo al panorama
bancario italiano ? Come siamo arrivati noi italiani ad avere un pool di
istituti di credito, probabilmente i peggiori al mondo, che si contendono
ogni giorno il raggiungimento di posizioni dominanti nel mercato ? Cosa è
successo in meno di vent’anni da infrangere per sempre il rapporto
fiduciario tra banca e cliente tanto che oggi il piccolo risparmiatore
italiano non si fida più di nessuno ? Che cosa ha trasformato le banche nel
tuo peggior nemico ?
Per spiegare quello che è successo dobbiamo tornare indietro di oltre
quindici anni quando il panorama bancario italiano era costituito da una
distesa prateria di piccoli istituti di credito con spiccata vocazione
territoriale, nella quale spadroneggiavano anche tre colossi nazionali, la
Banca Nazionale del Lavoro, il Credito Italiano e la Banca Commerciale
Italiana, tre banche storiche di diritto pubblico che erano presenti per
prestigio e diffusione capillare su quasi tutte le piazze provinciali del
paese con le loro mastodontiche agenzie di sportello.
Ricordo ancora il mio primo libretto di risparmio aperto in prima media
presso la Cassa di Risparmio di Verona, Vicenza, Belluno ed Ancona,
successivamente trasformatasi in Cariverona e poi tristemente fagocitata nel
gruppo bancario denominato Unicredito. In quel tempo non esisteva l’esigenza
viscerale di competere tra banche e banche, in quanto ogni istituto aveva
trovato una propria dimensione e sviluppo legato alle caratteristiche del
territorio ed a una propria vocazione imprenditoriale. Gli sportelli di
banche differenti presenti su una stessa piazza si facevano concorrenza
sulle modalità di erogazione del servizio e sul rapporto umano che si
instaurava con il personale che vi lavorava.
Vent’anni fa sarebbe stato impossibile che un direttore di banca vi
proponesse di investire su un’obbligazione strutturata emessa da chi sa chi
e per Dio sa cosa: i prodotti di risparmio tipici proposti erano i titoli di
stato, i pronti contro termine, i certificati di deposito oppure le
obbligazioni emesse dalla stessa banca: prodotti a capitale protetto e
rendimento garantito.<br><br>
I correntisti ed i risparmiatori erano trattati allora come persone con
specifiche esigenze sociali ed imprenditoriali, e non come avviene ora alla
pari di insignificanti numeri di conto corrente a cui addebitare costi ed
oneri di fantasia congiuntamente all’offerta di una copiosa varietà di
prodotti porcheria.
Come siamo arrivati, allora, all’attuale situazione di mercato ? La risposta
è piuttosto semplice: ottimizzazione dei costi e massimizzazione dei
profitti. Le tanto osannate dottrine sui processi di arricchimento
facilitato che si insegnano in quelle fabbriche di replicanti clonati, che
vengono definite business schools, hanno trovato prima applicazione proprio
nel mondo bancario. Fu così che alcune banche comprendendo la possibilità di
competere sui mercati internazionali in vista della definizione di un grande
mercato unico europeo iniziarono ad unire le forze nelle maniere più
subdole: fondendosi, fagocitandosi o incorporandosi.
Questo processo portava ad aumentare spaventosamente la loro redditività in
quanto se gli attivi dei patrimoni venivano sommati, lo stesso non avveniva
per i costi, i quali subivano invece un consistente ridimensionamento
(chiusura di filiali doppie sulla stessa piazza e licenziamento del
personale in esubero).
Lentamente negli anni hanno preso forma i gruppi bancari che conosciamo
tutti ed allo stesso tempo si sono verificati i grandi scandali finanziari
che hanno depauperato intere generazioni di risparmiatori italiani. Anche
questo è stato dovuto alla trasformazione del sistema bancario italiano, il
quale ha iniziato a fare i conti con la prima legge del mercato dei capitali
ovvero il rendimento in termini percentuali tra il dividendo erogato ed il
prezzo di una singola azione.<br><br>
La necessità di conseguire utili e rendimenti sempre più crescenti ha spinto
i banchieri ad individuare nuove aree di profitto senza compromettere o
aumentare l’esposizione al rischio della banca: per quanto motivo sono
proliferate commissioni, oneri e costi per servizi di base (che in molti
paesi sono completamente gratuiti).
Parallelamente si è sviluppato anche uno straordinario mercato di prodotti
porcheria per la gestione del risparmio, infatti questi gruppi bancari si
sono resi conto che è molto più conveniente per i loro bilanci e per il loro
profitto, gestire i vostri risparmi applicandovi oneri e commissioni senza
così esporre la banca in alcun modo al rischio imprenditoriale.
Il marcio del sistema ha trovato la sua massima manifestazione quando i
grandi gruppi bancari hanno individuato nell’utilizzo del budget, lo
strumento di eccellenza per la propria pianificazione aziendale. Con il
budget, infatti, si stabiliscono a priori i risultati che il gruppo bancario
deve conseguire per massimizzare il suo profitto e a questo dictat si devono
prostrare tutti i dipendenti della banca, dai funzionari ai cassieri.
Non cè da stupirsi quindoi se esistono banche che concedono in comodato
gratuito una Ferrari per una settimana come bonus o incentive per il
raggiungimento del budget ad un direttore di filiale, se questo è riuscito a
far erogare un determinato numero di mutui ipotecari ad intervento integrale
(quindi 100 %) a condizioni proibitive (mi piacerebbe potervi fare i nomi e
cognomi) !
Non mi dilungo sul personale di sportello, soggetto ad un tasso di turnover
improponibile (ogni mese avete un referente diverso), nella maggior parte
dei casi, vi trovate di fronte a persone frustrate, impantanate in un lavoro
che non ha futuro, destinate per anni a contare il denaro e gli assegni,
oppure a passare carte su carte tra lo sportello e la direzione
amministrativa. Ecco il motivo per cui non vi dovete fidare di quello che vi
propongono: perché quello che vi viene presentato, deve prima portare
ricchezza alla stessa banca.
Questa trasformazione del sistema bancario ha tuttavia prodotto o
indirettamente causato anche un effetto collaterale, che forse non si era
opportunamente valutato: per la prima volta si è venuto ad infrangere il
rapporto fiduciario che si riponeva nelle banche o nelle persone che vi
lavorano, dubitando profondamente su tutto quello che viene raccontato od
offerto allo sportello. Non a caso sono ripresi con grande frequenza e
dimensione fenomeni di espatrio di capitali (a volte anche con modalità
illegali) nei confronti di centri finanziari ritenuti storicamente più seri
ed affidabili.
Comunque questo paese e la sua inerte classe politica lasciano veramente
poco a che pensare, ma ancor di più la sua popolazione: se gli toccate la
squadra di calcio allora preparatevi a vedere scali e porti marittimi
bloccati da orde di tifosi che barricano gli accessi, mentre se qualcuno
(coperto dalla compiacenza politica di chi ci governa) vi sottrae
illegalmente 50 euro dal vostro conto corrente, vi limitate semplicemente a
lamentarvi stile bambino dell’asilio a cui hanno rubato la merendina. Chi è
causa del suo male, pianga se stesso.
Eugenio Benetazzo
www.eugeniobenetazzo.com/tour.html
16.11.07
http://www.comedonchisciotte.org
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