Nell'alta finanza l'anarchia regna
già da tempo: difatti il sistema banchista non riconosce alcun potere
democratico come supervisore. Addirittura, la banca più anarchica del mondo
è la BCE che prevede teoricamente di perseguire anche i tentativi di
influenzamento provenienti da ONG democratiche, come ha più volte
puntualizzato l'economista Richard A. Werner. Questa ultima assurdità, che
dimostra l'arroganza di un sistema anarchico impazzito che va contro gli
interessi della comunità, semplicemente perché i suoi interessi sono
contrapposti, dimostra anche come i vari stati europei siano caduti in una
sindrome di Stoccolma nei confronti del sistema bancario.
Il golpe di Maastricht del 1992, che nessuno chiama "golpe" perché non si
vedevano militari che prendevano il potere, è arrivato al culmine di un
ventennio di stragi e terrorismo usato dai banchieri per sottomettere i
governi democratici ad un giogo incondizionato.<br>
Nel mio prossimo libro, "O la banca o la vita", descriverò precisamente come
una élite bancaria anarchica si è impadronita sempre più della funzione
monetaria, a cominciare dalla strage di Piazza Fontana voluta per far
smettere allo stato la stampa delle 500 lire "biglietto di stato a corso
legale".
Nel 1939, il governo tedesco passò una legge fondamentale di riforma della
Reichsbank dove il potere veniva restituito allo stato ed il consiglio
d'amministrazione della banca tedesca sarebbe stato ritenuto responsabile
delle sue azioni. A quel punto, il cda della Reichsbank dette le dimissioni
in blocco e molti fuggirono all'estero. La legge di riforma prevedeva che le
politiche monetarie dovessero seguire le indicazioni del Reich, proprio per
evitare la situazione di ricatto che si era avuta nel periodo di
iperinflazione del marco, quando la Reichsbank aveva poteri quasi uguali a
quelli che ha ora la BCE.
La legge del 1939 era introvabile su internet, fino a quando sono riuscito a
farla pubblicare dal Museo della Reichsbank, in modo che ognuno possa
giudicare da sé del suo contenuto:
[Reichsbank Act] Gesetz über die Deutsche Reichsbank vom 15. Juni 1939
Si noterà che la legge praticamente realizza il punto cinque del manifesto
del Comunismo, dove il potere d'emissione viene auspicato in mano allo
stato. Unico caso in Europa in cui questo avvenne in modo così conclamato.
Il Giappone copiò tale legge nel suo ordinamento. In Italia, ci si limitò a
richiedere la proprietà pubblica della Banca d'Italia.<br><br>
Nel dopoguerra, questa mancata indipendenza delle banche tedesca e
giapponese furono il vero motore della enorme ripresa che ebbero questi due
paesi: fino al golpe del 1992 che avvenne, con modalità differenti, anche in
Giappone.
La riforma del 1939 portò ad un rinsaldarsi dei rapporti economici
dell'asse, cosa che venne stroncata con la modifica della legge da parte
degli "alleati" il primo marzo 1948.
Il 18 aprile 1948, cominciò la serie di elezioni truccate in Italia che
avrebbero portato al sistema partitico-politico pseudo-democratico in cui
sopravviviamo oggi.
Citando Elie Wiesel, premio Nobel per la pace: « Se noi dimenticassimo,
allora saremmo colpevoli ».
Marco Saba
Fonte:
http://www.centrostudimonetari.org/
15.10.06
Archivio Banche
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