Con oltre 1 miliardo di euro di investimenti nel 2005, innovazione
tecnologica al centro delle strategie di sviluppo del settore. Per Zadra:
"pił efficienza, sicurezza e qualitą dei servizi per i clienti". In piena
evoluzione il processo di internazionalizzazione che negli ultimi sei anni
ha registrato un aumento del 43,2% delle partecipazioni di gruppi bancari
italiani in societą estere. Sono i temi principali del convegno Abi "Costi
& Business". Aumento degli investimenti per rafforzare le
infrastrutture tecnologiche del settore bancario e crescita
dimensionale per consolidare i livelli di competitivitą del sistema
finanziario, accelerando i processi di internazionalizzazione. L'edizione
annuale dell'Osservatorio Abi sui costi amministrativi delle banche
evidenzia questi due elementi tra le prioritą strategiche del settore. In
particolare: innovazione, processi di consolidamento in atto, miglioramento
continuo dell'efficienza interna e un attento controllo dei costi si
segnalano come i pilastri dei piani di sviluppo delle banche italiane, con
il risultato di un effetto positivo sull'economia del Paese nel suo
complesso. In sintesi i principali dati dell'indagine, elaborata su 123
istituti e 39 gruppi, e presentata al convegno Abi "Costi & Business" che si
č tenuto a Roma nelle sede di Palazzo Altieri.
I primi 27 gruppi
bancari (che rappresentano circa i ¾ del totale di settore) hanno
effettuato, nel 2005, investimenti complessivi per 2,1 miliardi di euro
nelle diverse aree di attivitą (dal private al retail, dal corporate ai
servizi operativi, ecc). Di questi, la componente Hardware e Software ha
visto assegnarsi il 49,4% per un totale di oltre 1 miliardo di euro.
Tecnologia intesa come via per la progettazione di modelli di business
coerenti con le richieste del mercato e con il miglior impiego del capitale
umano di cui dispone la banca.
Per il Direttore generale dell'Abi, Giuseppe Zadra, "le
banche si confermano tra i top spender in innovazione tecnologica che vuol
dire pił efficienza, pił sicurezza, pił qualitą dei servizi a vantaggio dei
clienti. Si tratta di fattori competitivi essenziali su cui concentrare
ulteriormente gli investimenti del settore. Ma non solo. La tecnologia va
vista come un tassello fondamentale al centro dell'evoluzione della stessa
attivitą bancaria, con un'offerta di servizi finanziari sempre pił associata
alla produzione di informazioni, alla condivisione del sapere ed
all'utilizzo della conoscenza".
Sono tre le attivitą principali che hanno caratterizzato la
struttura dei modelli di business del settore nel 2005: l'attivitą
di banca commerciale genera il 40% della redditivitą lorda complessiva,
credito al consumo (15%) e asset management (11%). Vi sono poi altre quattro
aree di attivitą che contribuiscono, in media, per oltre il 5% alla
redditivitą dei gruppi: mutui residenziali (7%), sistemi di pagamento (6%),
banca d'investimento (6%) e trading (5%). Sotto il profilo operativo, lo
sportello, le societą terze ed i promotori rappresentano i canali di
distribuzione pił importanti. A livello medio di sistema, infatti, la rete
sportelli assicura ai gruppi del campione il 68% della redditivitą lorda
complessiva, seguita con un 18% dagli altri canali (che riguardano esercizi
commerciali ed attivitą di sviluppo delle Business Unit, private bankers,
dealer convenzionati) e dai promotori (7,9%). Internet contribuisce per il
2,4%, mentre le societą non comprese nel gruppo per l'1,5% della
redditivitą, seguite dalle agenzie assicurative, dai mediatori creditizi e
dalla banca telefonica.
La crescita dimensionale che sta interessando il sistema bancario
italiano - si legge dalla nota - contribuirą a rafforzare la competitivitą
del settore finanziario e l'economia nel suo complesso. Obiettivi concreti
grazie ad un processo di internazionalizzazione in piena evoluzione che ha
portato tra il primo trimestre del 2000 e il primo trimestre del 2006, ad un
incremento del numero di partecipazioni di controllo detenute da gruppi
bancari italiani in banche e societą estere pari al 43,2%.
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