Desidero avere un vostro parere
circa questo fatto accaduto, in quanto io potrei decidere di
fare un esposto alla Procura, ma non vorrei che questo possa
ribaltarsi contro di me e la mia famiglia. Nel mese di
dicembre 2003, esattamente la settimana antecedente il Santo
Natale, il sottoscritto ricopriva il ruolo di direttore di una
agenzia bancaria. In quella mattinata ricevevo una telefonata
dal Capo Area e direttore della filiale capogruppo, del
seguente tenore:
- Mi puoi stampare urgentemente l’elenco dei conti correnti
della tua filiale e spedirmelo con il corriere interno, in
quanto poi te lo restituisco per fare un certo lavoro.
Io risposi:
- Se non vuoi perdere tempo, vista l’urgenza, l’elenco puoi
stamparlo dal tuo terminale senza problemi.
Il capo area volle che lo stampassi dal mio ufficio e cosi'
feci senza indugi e glielo spedii immediatamente.
Nella tarda mattinata del giorno successivo mi arrivo' il
tabulato, con vari importi annotati con scrittura a mano a
fianco di diverse posizioni di conto corrente. Lo contattai
subitaneamente al telefono, dicendogli che ho visto quelle
annotazioni, e mi rispose che le aveva scritte lui stesso e
che mi avrebbe richiamato nel pomeriggio della stessa
giornata, senza aggiungere altro. Nel pomeriggio mi chiamo' e
mi disse che in seguito ad accordi con la Direzione Generale
tutte le filiali appartenenti all’Area, non avendo raggiunto
gli obiettivi del budget, dovevano provvedere, entro il 31/12,
ad addebitare sui conti dei clienti alcune spese in modo tale
da bilanciare il budget previsto. Io risposi che ritenevo la
cosa non del tutto corretta in quanto gli addebiti delle spese
di gestione dei conti correnti erano eseguiti automaticamente
dalla procedura alla fine di ogni trimestre. Inoltre, proprio
in quel momento, era inopportuno un approccio commerciale di
questo genere in quanto i clienti, soprattutto in alcune
filiali, avevano gia' subito trattamenti ingiusti con
variazioni delle condizioni e delle spese applicate senza
preavviso, soprattutto ai correntisti intestatari del “conto a
tasso zero e costo zero”. Infatti ogni giorno avevo continue
visite di clienti che si lamentavano e questo l’avevo gia'
fatto presente, diverse volte, nelle riunioni dell’Area in
presenza di tutti i direttori delle filiali di appartenenza,
del capo area e del vice direttore generale. Mi rispose che
noi dovevamo seguire le linee decise dall’area e dalla
direzione, perche' la banca e' una sola e bisogna
salvaguardare prima di tutto il risultato di bilancio. Bisogna
quindi fare gli addebiti scrivendo una causale generica quale
“spese telefoniche”, “spese postali” o “spese varie”, visto
che queste spese la banca effettivamente le sosteneva,
soprattutto per quelle posizioni sconfinate, sempre al limite
dell’utilizzo oppure con rate continuamente sospese. Io dissi
che condividevo la filosofia aziendale, ma nel rispetto delle
leggi. Ribadivo in modo chiaro il mio convincimento che
l’azione richiesta era illegale perche' l’addebito era
stabilito in modo arbitrario, intempestivo e senza la
necessaria preventiva informativa, era quindi contro la legge
sulla trasparenza bancaria. Inoltre, aggiungevo, nelle filiali
erano esposti cartelli e documenti di sintesi che non
prevedevano quelle spese, che gli stessi cartelli e documenti
di sintesi non erano adeguati alla nuova disciplina sulla
trasparenza in vigore dal 01/10/2003 e comunque nessuna
comunicazione di variazione o di integrazione delle spese era
stata preventivamente inviata alla clientela. La risposta data
dal capo area fu che queste erano solo mie opinioni o
impressioni, che io dovevo procedere tranquillamente con
l’addebito delle spese sui conti correnti perche' nulla debbo
temere e perche' era normale prassi, alla fine di ogni anno,
fare questi addebiti pure nella banca dove era prima. Le altre
filiali dell’area gia' stavano procedendo, senza porre
questioni od ostacoli. A questo punto, intimorito dalla
determinazione del superiore, ma niente affatto convinto della
legalita', chiesi di inviare mediante fax o posta elettronica
un ordine di servizio scritto in modo da adempiere alle
precise prescrizioni impartite. Il capo area rispose che non
aveva tempo perche' avrebbe dovuto gia' essere in ferie, di
proseguire comunque con gli addebiti perche' al suo rientro,
dopo l’Epifania, avrebbe controllato che tutto fosse stato
eseguito secondo gli accordi. Io invitai comunque
immediatamente a spedire l’ordine scritto, ma nonostante
l’assenso verbale non ricevetti nulla di scritto. Io, in
mancanza di ordine scritto, non detti esecuzione agli
addebiti. Nei giorni successivi telefonai ai responsabili
delle altre filiali dell’area, i quali mi confermarono di
avere gia' eseguito gli addebiti delle spese sui conti
correnti come da richiesta del capo area. Il giorno dopo
l'Epifania 2004 il capo area, rientrato dalle ferie, telefono'
dicendo precisamente:
- Sei una persona scorretta, perche' ho verificato che non hai
fatto gli addebiti sui conti correnti della lista che ti ho
dato prima di Natale, mentre tutte le altre filiali dell’area
lo hanno fatto prima del 31/12/2003. Voglio sapere i motivi di
questo comportamento per prendere delle decisioni serie sul
tuo conto. Io risposi con la seguente frase:
- Io ti rispetto sia come persona che come capo, ma non puoi
dire che sono scorretto e non ho nessuna intenzione di
diventarlo. Ti ricordo che ti chiesi di inviare mediante fax o
posta elettronica un ordine di servizio scritto impegnandomi
conseguentemente ad adempiere alle precise prescrizioni
impartite per l’addebito delle spese entro la data del
31/12/2003. Ti ricordo che non sono disponibile a rubare i
soldi alle famiglie, credo che lavorando onestamente possiamo
raggiungere validi risultati tutti. Se tu avessi creduto
veramente di non fare niente di illegale mi avresti mandato in
un solo minuto l’ordine scritto richiesto. Non voglio con
questo rinfacciare nulla, ma io le mie responsabilita' me le
prendo e se vuoi possiamo far un incontro di chiarimento con
il Direttore Generale. Sono a tua disposizione quando credi,
buon giorno e buon lavoro. A riprova dei fatti esposti non
posso documentare niente, ma si possono reperire le contabili
degli addebiti fatti manualmente nelle altre filiali dell’area
ed anche le registrazioni sul libro giornale della banca. La
stessa cosa potrebbe essere successa in tutte le altre filiali
della Banca. Preciso che non si tratta della Popolare di Lodi.
Posso inoltre affermare che dopo di questo fatto la banca ha
concretizzato e perpetuato un atteggiamento e varie azioni
intesi a vessare, umiliare e screditare il sottoscritto, fino
ad arrivare al mio trasferimento con contestuale
demansionamento subiti nel mese di settembre 2004. Ma questo
fara' probabilmente parte di un ulteriore ricorso alla
giustizia. Il tutto, inevitabilmente, va riportato nell’ambito
del rapporto banca, soci, clienti e dipendenti che ha
comportato l’inosservanza, a mio parere, della normativa
bancaria mediante un ingiusto quanto imposto squilibrio
contrattuale tra le prestazioni che, all'opposto,
nell'economia di un contratto a prestazioni corrispettive
qual'e' quello di conto corrente bancario, dovrebbero
esprimere un equo contemperamento degli interessi
(contrapposti) delle parti.
Risposta dell'ADUC La
ringraziamo di quanto ci ha inviato che, purtroppo, conferma
il comportamento truffaldino di molti istituti bancari. Se lei
e' fuori da questo mondo, e decide di fare un esposto in
procura della repubblica, in termini giudiziali la cosa non la
riguarda, perche' eventualmente non sarebbe lei a procedere
contro questa banca ma la Procura. Ci tenga informati perche',
al di la' del caso specifico, la questione ci interessa, e
anche molto. La sua storia, in forma anonima, la pubblichiamo
e cercheremo di farne tesoro.
Archivio Banche
|