Sabato pomeriggio i Cda di Banca Intesa e SanPaolo
Imi esamineranno l'ipotesi di una aggregazione tra i due gruppi bancari.
Le trattative in esclusiva verteranno su diversi argomenti a partire dal
concambio, il mercato oggi quotava 3 azioni Intesa per ogni azione
SanPaolo. Verranno ovviamente valutate le sinergie da costi e ricavi e le
eventuali sovrapposizioni sia territoriali e sia di business.
Ci sara' poi da decidere dove collocare la 'stanza dei bottoni'', il
ponte di comando del nuovo conglomerato bancario. Diversi analisti, pur
preferendo una intregrazione orizzontale, la piu' diretta per ottenere
economie di scala ma anche la piu' problematica in termini di rapporti
sindacali, ritengono che la strada piu' praticabile sia, almeno
inizialmente, quella della creazione di di una holding. Una strada
intrapresa con successo da Capitalia che poi, una volta definita la
struttura della ''stanza dei bottoni'', ha proceduto con la ricerca di
sinergie a livello di brand e ha generato free capital grazie alle
cessioni di asset ''non core'' e di asset sovrapposti che assorbivano
patrimonio.
Dovrebbero poi restare separate le funzioni di sorveglianza e gestione.
La presidenza del comitato di gestione dovrebbe andare a Sanpaolo Imi,
mentre quella del consiglio di sorveglianza e l'amministratore delegato a
Intesa. Infine il concambio: sara' decisivo per determinare gli assetti
azionari della nuova compagine soprattutto rispetto al destino dei due
soci esteri, Santander nel SanPaolo e Credit Agricole in Intesa.
L'istituto francese ha sempre definito strategica la quota in Banca
Intesa: probabile che, anche se diluito, restera' socio nel nuovo gruppo.
Al contrario, sono in molti a ritenere che la perdita dello status di
''primo fra pari'' del Santander potrebbe convincere gli spagnoli a
monetizzare la quota detenuta in SanPaolo.
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