A parlar delle banche si rischia di essere banalmente brutali. L'esperienza
quotidiana che ricaviamo dalle segnalazione degli utenti e' sconfortante.
L'ultima disavventura raccontataci riguarda l'"usurpazione di
fideiussione". In pratica il signor X che nel 1998 aveva garantito un
prestito (poi estinto) del signor Y, si e' automaticamente trovato a
garantire anche un finanziamento attivato (da Y) nel 2004.
Di fronte a situazioni come queste (che fanno anche un po' ridere chi non le
vive direttamente) e con la tradizionale propensione al “fottere il cliente”
delle banche nostrane, l'Associazione degli istituti di credito, non fa una
piega. Anzi. Dopo le nuove regole dettate dalla legge Bersani, l'Abi
precisa, interpreta, tendendo a minimizzare o ad annullare gli effetti della
riforma appena approvata.
Prima emana una circolare in cui sostiene che non e' vero che tutte le
spese sono annullate quando un conto corrente viene chiuso, ma al
cliente sono addebitabili le spese a valle dell'estinzione. Secondo i
burocrati dell'Abi sono quelle generate da ulteriori servizi richiesti dopo
la chiusura del rapporto. Un'esemplificazione pratica (si fa per dire) e':
spese sostenute dalla banca in presenza di prestazioni fornite da terzi per
il trasferimento di titoli. Al contrario, la nuova legge esclude
l'imputazione delle sole spese strettamente inerenti la chiusura del
rapporto. Questa interpretazione restrittiva e ambigua dell'Abi
generera' di tutto, e a svantaggio del cliente. Infatti, le care banche si
inventeranno tante spesucce a valle della chiusura che nella sostanza
tenderanno a lasciare le cose invariate.
Alle banche, poi, un regalo glielo ha gia' fatto il Governo che ha
modificato le previsioni originarie della legge che trattava
dell'adeguamento dei tassi di interesse, attivi e passivi, in conseguenza
delle modifiche da parte della Bce (la Banca centrale europea). Nella prima
versione, infatti, si diceva che le variazioni "devono operare,
contestualmente e in pari misura, sia sui tassi debitori che debitori".
Nella versione definitiva e' scomparsa l'espressione "in pari misura" e il
tutto si e' trasformato in un piu' equivoco "le variazioni ... si applicano
con modalita' tali da non arrecare danni al cliente". Immaginate come
intenderanno le banche queste parole. E gia' la solita Abi ha emanato una
circolare per dire alle loro associate come fare per continuare a "fottere"
il cliente. Ci chiediamo, ma era proprio necessario che il Governo
regalasse queste ambiguita' alle banche? E' in base a quale loro merito
sono state premiate? Insomma, il Governo vuole veramente cambiare
l'Italia o si accontenta di una mera presa per i fondelli?
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