Un macchinario potrebbe produrre diesel a volontà grazie agli scarti
vegetali. Boco: "Prudenza, ma siamo fiduciosi
Un nuovo macchinario in grado di produrre diesel a volontà, e a
minori emissioni, ricavandolo da materie prime di origine vegetale. E’ un
oggetto ancora misterioso, ma il sottosegretario alle Politiche agricole,
Stefano Boco, pur prudente perché è ancora in fase di studio, non nasconde
di riporvi qualche speranza, anzitutto per sottrarre terreno ai carburanti
tradizionali, sempre più cari e ad alta emissione di inquinanti e di gas
serra.
Il prototipo a regime potrebbe produrre fino a 12.000 litri al giorno di
diesel puro con qualsiasi tipo di materiale organico attraverso un unico
macchinario.
Ma di cosa si tratta? "E' la prima tecnologia al mondo in grado di convertire
praticamente qualsiasi materiale organico in diesel puro – spiega Boco in
un’intervista all’Ansa - attraverso un unico sistema, il Kdv,
sviluppato in Germania, ma prodotto e distribuito in esclusiva da una società
italiana”.
Le materie prime di base sono per esempio gli scarti vegetali, sia
legnosi che agricoli e quindi colza, girasole, barbabietola, e poi oli esausti
vegetali e minerali, grassi e deiezioni animali, fanghi di risulta dalla
depurazione delle acque.
“Il risultato – spiega ancora Boco - è un diesel a basso costo, di
altissima qualità e quindi le emissioni prodotte dalla combustione risultano
molto ridotte. Si tratta di un sistema anche maneggevole: il modello base occupa
una superficie di circa 15 metri per 6 e un'altezza massima di 13,5 metri
dalla base, con un costo compreso tra i 2,5 e i 3,5 milioni di euro".
Potrebbe essere questa la risposta per mettere a punto il potenziale italiano
nelle agro-energie? Boco informa che di questo e di altro se ne discuterà al
Tavolo convocato a settembre con i rappresentanti della filiera
bioenergetica, dai petrolieri ai produttori agricoli.
Abbiamo attraversato una stagione di grandi sogni che ora dobbiamo realizzare, –
aggiunge il sottosegretario - analizzando il potenziale che abbiamo in Italia.
Non esiste alcuna pozione magica ma ci sono nuove tecnologie che stiamo
studiando attentamente".
Data la fase di studio e di analisi di fattibilità Boco invoca prudenza.
“Aspettiamo prima di cantare vittoria. Si tratta di un buon esempio da prendere
in considerazione, ma intendo fare prima un attento esame scientifico,
tecnico e politico di questa tecnologia e metterla in rete con ciò che già
esiste, dal biogas al biodiesel”.
Prima di dare la benedizione a nuovi sistemi – aggiunge - bisogna conoscerli a
fondo, per questo abbiamo già fatto sopralluoghi con tecnici ed esperti".
Il futuro dell'agricoltura italiana continua ad essere legato alle
produzioni di qualità”, spiega Boco analizzando il contesto. La vera
sfida è capire se siamo autosufficienti per quel che riguarda le agro energie,
ma penso che con la dovuta preparazione, lo possiamo essere. Inutile costruire
un meccanismo, se poi non funziona; la sfida oggi è costruire una cinghia di
trasmissione in tutto il mondo delle energie rinnovabili e delle agronergie.
In vista del tavolo di settembre Boco spiega che il ministero metterà insieme
tutti i rappresentanti della filiera agro energetica. Sono certo che a
settembre saremo in grado di dare delle risposte organizzative da mettere in
pratica. La domanda e l'offerta sono obbligate ad incontrarsi nell'interesse del
Paese
Archivio Auto
|