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17/04/2008 Una promessa importante. A proposito di bullismo e droga e normalità (Vincenzo Andraous)  

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Da qualche anno c’è in corso una diatriba politica, anzi un vero e proprio apprendimento sociale, sull’assunzione di sostanze stupefacenti.

Convincimenti e interpretazioni arbitrarie che nulla hanno a che vedere con le reali metastasi prodotte dall’espansione delle droghe tutte, e non solo nella parte definita con malcelata insignificanza, droga leggera,  quindi accettabile, se non addirittura omologabile al consumo quotidiano.

Fraintendimenti e bugie,  che alimentano un silenzio imbarazzante, quando l’ennesimo ragazzo rimane disteso sul selciato, privato di ogni sicurezza, derubato di quella libertà che sta nella capacità di affrontare delle scelte, colpevolmente mimetizzate.

Trasmissioni televisive, giornali, dibattiti, fanno un gran parlare di giovani e droga, di adulti e tossicodipendenza, del pericolo derivante dal consumo delle sostanze stupefacenti.

L’impressione è che ci si è adoperati affinché  le droghe risultassero  propaggini di luoghi comuni, tanto da sembrare non luoghi.

Marginali, marginalità, a margine, come se questa devastazione fisica e mentale, appartenesse a uno sparuto gruppo di indiani, sollevati di peso, e relegati in qualche riserva, come a volere tranquillizzare la rimanente umanità non solidale né partecipante.

Ci sono disattenzioni gravissime in queste ferite lasciate aperte, in questi passaggi sguarniti della ragione, in queste indifferenze verso la sofferenza altrui.

E’ sufficiente imbattersi almeno una volta nei ragazzi che faticano nella comunità Casa del Giovane, nei giovani ospitati nei centri di accoglienza residenziale, nelle strutture in & out, dove uomini e donne piegano di lato per avere barattato la propria esistenza con un piacere così effimero, da essere morto prima ancora d’esser  raggiunto.

Sembrano aironi che spiccano il volo, lasciano una scia luminosa di idee e di gesti, volano in alto, a confondersi con il cielo, fino a tentare di bucare quella nuova frontiera, ma poi improvvisa la paura, l’ansia, l’inquietudine, corrodono le certezze, le verità diventano opache, e quel volo si trasforma in caduta verticale, sempre più giù, dove non c’è più un’altra bugia a contenere il malessere.

Al suono assordante dai tamburi, la cocaina sniffata senza misura, ci si muove senza cuore, le emozioni e le passioni sono  tutte dentro un rimbalzo che dura la frazione di uno sparo, poi nuovamente a rotolare, a perdere contatto, e per non gridare dal terrore, ecco ancora l’eroina da fumare, per tentare di sedare la nuova assenza, che avanza come un mostro che non conosce mediazione.

Un ragazzo è morto di overdose, un altro si è schiantato con l’auto cancellando altre vite, altri ancora il sabato sera sono ubriachi, fatti e arrabbiati al punto giusto per sentirsi pronti a combattere la vita da veterani di una guerra che non è mai stata loro.

Non c’è più tempo, occorre fare un passo avanti, prometterci a vicenda qualcosa che siamo sicuri di potere mantenere, magari non di cambiare il mondo, ma di essere un po’ meno disattenti verso quanto ci circonda, se sapremo mantenere fede a questo patto saremo riusciti a fare qualcosa di importante.

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