Le sostanze chimiche disperse nell'aria
impediscono alle api di sentire il profumo dei fiori. E "l'overdose
di chimica" distrugge i cicli riproduttivi. È quanto denuncia la "Campagna
Liberi dai Veleni" lanciata da Apitalia e alla quale hanno aderito tra le
più importanti associazioni ambientaliste. La Campagna rilancia in una nota
stampa i dati di uno studio della Virginia University degli Stati Uniti per
il quale le sostanze chimiche cosparse nell'ambiente e che si depositano sui
fiori disorientano gli insetti impollinatori e non fanno loro trovare
l'appuntamento con il loro obiettivo alimentare: nelle aree a più elevato
inquinamento è distrutto il 90 per cento dell'aroma dei fiori. E' anche così
che le api muoiono. Così, se fino a un centinaio di anni fa le molecole di
profumo rilasciate dai fiori venivano avvertite dalle api ad una distanza di
1.200 metri, ora la distanza si è ridotta a 200-300 metri.
Con l'impatto dello "smog fotochimico" le api non
sentono più il profumo dei fiori, girano a vuoto e non riescono a portare
avanti la loro opera di impollinazione. "Trovano conferma le nostre peggiori
convinzioni e ne viene fuori che l'overdose di chimica che ha invaso le
città e le campagne sta distruggendo il ciclo riproduttivo della vita nelle
aree agricole, mettendo a rischio la vita animale - ha denunciato Massimo
Ilari, Direttore Editoriale di Apitalia - Non si tratta solo di valutare la
quantità di inquinanti ma anche che le api e gli altri insetti entrano in
contatto con nuovi elementi chimici come ftalati, muschi sintetici,
ritardanti di fiamma e chi più ne ha più ne metta che scatenano alterazioni
ormonali negative su tutti i sistemi viventi. Le api non muoiono solo per
neonicotinoidi ma a causa dell'intero arsenale chimico non testato".
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Archivio Ambiente
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