"Siamo d'accordo con Lei sulla scelta dell'ambientalismo del fare se per
esso s'intende un ambientalismo che, sconfiggendo il malaffare e le
corruzioni, punta a conciliare le esigenze della crescita con la tutela
del territorio e soprattutto della salute dei cittadini"
11 aprile 2008
Egregio onorevole,
siamo d'accordo con Lei sulla scelta dell'"ambientalismo del fare" se per
esso s'intende un ambientalismo che, sconfiggendo il malaffare e le
corruzioni, punta a conciliare le esigenze della crescita con la tutela del
territorio e soprattutto della salute dei cittadini. Ed è proprio per questo
che le nostre associazioni di cittadinanza attiva stanno da tempo lottando
per portare avanti il discorso di un nuovo modello di sviluppo dopo il
fallimento della vecchia politica e della vecchia gestione dell'economia
locale, l'una e l'altra naufragate fra inchieste giudiziarie e clamorosi
scandali con una reazione di popolo che portò nel 2004 ad un radicale
rinnovamento delle Amministrazioni locali.
Brindisi, una città devastata da scelte insensate, ha voltato pagina ed
in questa ottica va riguardato il rifiuto del rigassificatore la cui
realizzazione, oltre ad essere fonte di gravissimi pericoli per l'incolumità
dei cittadini, segnerebbe un angoscioso ritorno a logiche e pratiche che
sono state inappellabilmente condannate dalla nostra comunità.
La questione del rigassificatore è stata infatti considerata dai
responsabili delle forze politiche di vitale importanza per il futuro del
nostro territorio. Rammentiamo al riguardo che i Consigli comunale e
provinciale di Brindisi e quello della Regione Puglia hanno ripetutamente
votato all'unanimità ordini del giorno che esprimevano un irreversibile
rifiuto del rigassificatore per la sua assoluta incompatibilità ambientale e
sociale ed impegnavano le rispettive Amministrazioni ad assumere ogni
necessaria iniziativa per impedire la costruzione del contestato impianto.
Il progetto relativo al rigassificatore era stato invero autorizzato a
seguito di un procedimento amministrativo viziato da gravi illegalità e
segnato da comportamenti che hanno giustificato l'apertura di un inchiesta
penale sfociata nell'arresto di amministratori e imprenditori locali nonché
di qualificati manager della società costruttrice Brindisi LNG/British Gas e
nel sequestro della zona destinata ad ospitare l'impianto. Tale procedimento
penale è ancora in corso ma ha già messo vistosamente in rilievo fatti
pacifici e comportamenti documentati dai quali la competente Autorità
amministrativa non può in alcun modo prescindere.
Ne è conferma l'accusa che la Magistratura ha mosso alla società
costruttrice (Brindisi LNG alias British Gas) di avere commesso, come si
legge negli atti del noto procedimento penale, un «illecito amministrativo
per non avere adottato modelli di organizzazione idonei a prevenire» alcuni
reati commessi «da persone che rivestivano, all'epoca della commissione dei
fatti, funzioni di rappresentanza» e di dirigenza traendo dalla loro
condotta «un profitto di rilevante entità, consistito nell'ottenimento
dell'autorizzazione ministeriale alla realizzazione e all'esercizio di un
rigassificatore in Brindisi e nel rilascio da parte della locale Autorità
Portuale della concessione demaniale».
Dopo ripetute sollecitazioni delle Amministrazioni locali, dopo diverse
massicce manifestazioni di protesta e dopo l'apertura di un procedimento di
infrazione da parte della Commissione Europea, il Ministro dello Sviluppo
Economico ha con proprio decreto avviato una procedura di revisione
dell'iter autorizzativo disponendo la sospensione amministrativa dei lavori
di costruzione ed autorizzando la LNG a chiedere una procedura di
Valutazione d'Impatto Ambientale postuma e, in quell'ambito, alla
consultazione delle popolazioni interessate. Anche questo procedimento è in
corso a seguito di una richiesta avanzata dalla Brindisi LNG che ha così
contraddetto la sua consolidata linea di radicale opposizione a qualsiasi
riapertura del procedimento. Ma tale richiesta è stata ritenuta inadeguata,
perché priva dell'analisi dei rischi industriali e della necessaria
documentazione, dal Ministero dell'Ambiente che ha invitato la società ad
integrare la istanza.
Risulta allora di tutta evidenza che la battaglia contro il
rigassificatore delle Amministrazioni locali, della Regione Puglia e di un
vasto e variegato movimento della società civile non ha nulla di ideologico
ed è indenne da qualsiasi inclinazione partigiana. È una battaglia di
civiltà rivolta a sostenere che il rigassificatore a Brindisi non può essere
realizzato per ragioni oggettive, precise e di palmare evidenza che si
sostanziano nella estrema pericolosità dell'impianto in relazione al sito
prescelto, localizzato nel porto a ridosso del centro abitato e nelle
immediate vicinanze di altri impianti a rischio di incidente rilevante, e
nell'impressionante mole di irregolarità, falsità e loschi affari che ha
costituito la base di un procedimento amministrativo che ha viziato la
volontà della Pubblica Amministrazione.
Per queste ragioni le Amministrazioni locali e il nostro movimento hanno
chiesto e continuano a chiedere l'annullamento immediato della
autorizzazione a suo tempo concessa e considerano riduttiva e dilatoria la
decisione ministeriale di far svolgere una VIA postuma e nel corso di essa
la consultazione delle popolazioni interessate. Consultazione che, in questo
specifico caso, non ha alcun senso perché la nostra comunità si è già
espressa con le citate deliberazioni consiliari delle Amministrazioni locali
che nel modo più autorevole e democratico rappresentano la volontà popolare.
Oltre a non essere possibile, quanto ai rischi di incidente rilevante, per
vuoto normativo evidenziato - più autorevolmente di altri - dal Ministero
dell'Interno.
Sta di fatto che la procedura di VIA è stata già in qualche modo avviata
e, a fronte di questa situazione, la nostra comunità deve far valere le sue
ragioni sia in quella sede che fuori di essa chiedendo alla politica di
assumersi sulla sconcertante vicenda tutte le sue responsabilità.
Ringraziando per l'attenzione porgiamo distinti saluti.
Brindisi, 05 aprile 2008
Italia Nostra, Legambiente, WWF, Coldiretti-TerraNostra, Fondazione "Dott.
Antonio Di Giulio", Fondazione "Prof. Franco Rubino", A.I.C.S., ARCI, Forum
ambiente salute e sviluppo, Medicina Democratica, Lipu, Comitato per la
Tutela dell'Ambiente e della Salute del Cittadino, Comitato cittadino "Mo'
Basta!", Comitato Brindisi Porta d'Oriente.
04/04/2008 Walter Veltroni risponde a Zanotelli
Caro Alex,
nella tua lettera ricordi la visita che ti feci, ormai quasi dieci anni fa,
a Korogocho. Ricordi le parole e gli sguardi che ci siamo scambiati e
l'impegno che presi con te, ma soprattutto con me stesso: non dimenticare. E
come avrei potuto dimenticarmi dell'immane sofferenza che mi hai aiutato a
toccare con mano? Come tu ben sai, perché altre volte ci siamo incontrati in
questi anni, da quel momento, da quel primo viaggio, ho portato la mia
allora breve ma intensa esperienza nel continente africano al centro del mio
impegno politico.
Da Sindaco, nei sette bellissimi anni in cui ho amministrato Roma, credo di
aver fatto sì che la città sia stata, e sia considerata, un punto di
riferimento per coloro che hanno a cuore le sorti dell'Africa e dei popoli
poveri del mondo. La lotta alla povertà e alla fame è divenuto uno dei
principali tratti dell'identità di Roma, del suo concreto modo di essere e
di agire. E questo impegno è stato riconosciuto non solo dalle altre città e
dalla Campagna per gli Obiettivi del Millennio, ma anche dalle tante
associazioni di volontariato e di cooperazione, dai tanti volontari laici e
cattolici che animano, per fortuna, la società civile romana. In Africa
abbiamo portato centinaia di ragazzi delle scuole romane ad inaugurare
scuole e pozzi d'acqua costruiti con i fondi da loro raccolti. Li abbiamo
portati dove tu mi hai mostrato l'abisso della povertà, nelle discariche,
per rendersi conto di come ragazzi come loro sono costretti a vivere. A
tentare di farlo.
E come ho portato nella mia esperienza di Sindaco l'urgenza di richiamare
l'attenzione della politica italiana sul dramma della povertà nel mondo,
così oggi, caro Alex, da segretario del Partito democratico considero questo
impegno la priorità del nostro Paese nel mondo.
L'ho ribadito anche lo scorso 16 febbraio, quando ho presentato il programma
del Partito democratico per il futuro dell'Italia e ho detto – cito quasi
testualmente – che faremmo un torto alla nostra civiltà, oltre che al futuro
stesso dell'umanità, se non assumessimo in modo più stringente e vincolante
su di noi il compito, il dovere, di lottare contro la povertà e la fame e
per il raggiungimento degli altri Obiettivi di Sviluppo del Millennio.
Ripeto ancora ciò che dissi quel giorno: non è più solo una questione di
risorse da destinare agli aiuti allo sviluppo, anche se fa male constatare
che l'Italia è ferma allo 0,20 per cento del Pil, e che solo Grecia e Stati
Uniti fanno meno di noi; è anche una questione di qualità e di efficacia, di
come gli aiuti vengono impiegati, ed è anche per questo nella prossima
legislatura dovremo provvedere una sollecita approvazione della legge di
riforma della cooperazione.
E' un impegno che dobbiamo a quei milioni di italiani – volontari,
missionari, associazioni, Ong – che si spendono per migliorare le condizioni
di vita nei paesi in via di sviluppo. E' un impegno che ribadisco volentieri
direttamente con te, ascoltando il tuo appello in occasione della giornata
mondiale dell'acqua. L'acqua è un bene comune fondamentale il cui accesso,
come anche la qualità, devono essere garantiti a tutti. In molte, troppe
aree del mondo, questo significa una politica pubblica di costruzione delle
infrastrutture che portino l'acqua a tutta la popolazione. In Europa, nei
nostri Paesi, significa garantire a tutti un servizio di qualità, che
risponda a standard precisi. Questa è la vera condizione irrinunciabile, ed
è una condizione che può essere garantita solo da aziende di gestione che
siano vere aziende industriali. Solo aziende industriali, che possono poi
avere un assetto proprietario pubblico o privato o misto, sono realmente
capaci di raggiungere sufficienti economie di scala o di scopo. Solo così
potranno essere garantiti a tutti servizi pubblici al massimo livello della
qualità, al minimo costo di produzione e con la più ampia trasparenza dei
meccanismi di determinazione delle tariffe.
Non ovunque ci sono le stesse domande, e non ovunque, per fortuna, esse
hanno la stessa drammaticità. Ma quel che deve valere per tutti, nei paesi
più poveri come nel ricco Occidente, è il diritto all'accesso e alla qualità
dell'acqua.
Walter Veltroni
http://www.peacelink.it
Quest'opera è pubblicata sotto una Licenza Creative Commons (Attribuzione, Non commerciale, Non opere derivate 3.0)
Archivio Ambiente
|