L'impatto di Seveso sulla salute dell'uomo è ancora oggi difficile da
valutare. Nei giorni immediatamente successivi all'incidente ci furono
diversi casi di cloracne, un'eruzione cutanea che è forse il sintomo più
eclatante dell'esposizione alla diossina. Diversi studi hanno poi segnalato
un'incidenza elevata di tumori al fegato e alle ossa tra le persone
residenti nelle aree contaminate al momento dell'incidente e tassi di
mortalità per malattie dell'apparato circolatorio, respiratorio e digestivo
di molto superiori alla media.
L'incidente di Seveso aveva denunciato, tra
l'altro, l'esistenza di un vuoto normativo che è stato colmato dal
legislatore europeo con la direttiva Ue Seveso 82/501/EEC, poi sostituita
dalla direttiva del Consiglio Seveso II 96/82/EC, in seguito emendata dalla
direttiva 2003/105/EC.
La Direttiva Seveso - una normativa mirata alla prevenzione e al
controllo degli incidenti industriali - ha diversi punti deboli: stabilisce
soltanto delle procedure per una gestione più adeguata del rischio; non
considera la questione della responsabilità dell'incidente; non prevede un
principio di sostituzione obbligatoria delle sostanze chimiche pericolose.
Nel 2001, ad esempio, la Direttiva Seveso non è bastata a evitare
l'incidente di Tolosa, quando, all'interno dello stabilimento chimico AZF si
verificarono un'esplosione e una fuga di fosgene, un composto del cloro
assai pericoloso, che viene usato nella produzione di pesticidi. Anche se
esistono tecnologie e composti chimici meno pericolosi che possono essere
utilizzati al posto del fosgene, la Direttiva Seveso non prevede il
principio della sostituzione obbligatoria. La Direttiva Seveso dovrebbe
inoltre richiedere dati sulla pericolosità dei composti chimici e sul loro
ciclo di vita.
La nuova normativa europea sulla chimica - il REACH - può invece fornire
tutte le garanzie e le tutele che la Direttiva Seveso, pur con tutti i suoi
emendamenti, non ha saputo fin qui offrire. Se i composti chimici fossero
soggetti a una procedura di autorizzazione che preveda la valutazione delle
alternative e il principio di sostituzione obbligatoria - così come potrebbe
accadere con il REACH - il caso di Tolosa avrebbe infatti potuto essere
evitato.
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