Oggetto: Pericoli del gas naturale liquefatto per la popolazione
Vi informiamo in
merito al progetto di collocare due rigassificatori di GNL (gas naturale
liquefatto) nel golfo di Trieste uno off-shore della ENDESA ed uno terrestre nel
vallone di Zaule di GAS NATURAL.
Il GNL è un idrocarburo fossile, è un gas naturale (principalmente costituito da
metano) raffreddato a circa
-160°C .
Il raffreddamento a -160° permette che
600 litri
di gas siano condensati in circa
1 litro
di liquido GNL. Il liquido viene poi immagazzinato in grandi contenitori isolati
termicamente. Le tipiche gasiere di GNL usate oggi sono lunghe più di tre (3)
campi di calcio, sono alte dodici (12) piani e contengono 123,42 milioni di
litri di GNL che equivalgono a 74 miliardi di litri di gas.
Il terminal off-shore che si
vorrebbe realizzare davanti alla costa tra Grado, Pirano e Trieste
dovrebbe contenere 320.000 metricubi di GNL che equivalgono a 320 milioni
di litri di GNL, che equivalgono a 192 miliardi di litri di gas. La capacità
annua sarebbe di 8 miliardi m3/anno con 85 navi anno, circa una ogni 4 giorni.
Il terminal gas terrestre che si vorrebbe realizzare a Trieste nell’area ex
Esso, dovrebbe contenere 300.000 metricubi di GNL che equivalgono a 180 milioni
di litri di GNL in due serbatoi, a fianco del terminale della SIOT, dei depositi
costieri e del termovalorizzatore dell’ACEGAS. Il pontile di attracco delle
metaniere risulterebbe proprio all’ingresso del canale navigabile. Pure questo
impianto avrebbe una capacità di 8 miliardi m3/anno, con l’arrivo di circa 110
navi anno per un arrivo di una ogni 3 giorni. Ricordiamo che per la legge Seveso
2, alla quale questi impianti sono considerati a rischio di incidenti rilevanti,
riportando il concetto di “effetto domino” cioè di maggiori pericoli derivanti
dalla vicinanza di altri impianti pericolosi ( Depositi costieri di Trieste e
Muggia, Alder, Linde Gas, Servola Spa, GTS, Si.lo.ne Srl, SIOT Spa )
I pericoli
Siamo venuti a
conoscenza di un film d’inchiesta prodotto da due avvocati americani. Il film
denuncia i pericoli del GNL (il Gas Naturale Liquefatto). I due avvocati sono
stati pubblicamente ringraziati dalla città di Oxnard di 157.000 abitanti per
avere evitato che fosse realizzato un terminal off-shore per il GNL davanti alla
costa.
Intanto lo studio di un comitato scientifico a Livorno ha stabilito che se un
impianto simile ai nostri dovesse mai esplodere svilupperebbe un’energia pari a
50 ordigni atomici e distruggerebbe ogni cosa nel raggio di
55 Km . (
dal Corriere della Sera 30 marzo 06 )
Il peggiore incidente
previsto nella valutazione di impatto ambientale di Oxnard
Siamo venuti a
sapere che il Rapporto della Commissione Energetica della California del Luglio
2003 (allegato 4) afferma che “Il Consiglio Comunale di Oxnard (157.000
abitanti) ha commissionato uno studio che ha considerato i rischi per la
sicurezza nel caso di peggiore incidente. I cittadini di Oxnard si sono opposti
al progetto dopo che lo studio ha rivelato che ci sarebbero stati fino a 70.000
morti se un incidente di GNL fosse accaduto. Nessuno dei rischi considerati
includeva atti di sabotaggio o terrorismo.” Lo studio, basato sull’ipotesi di
una collisione con una gasiera di GNL a dieci miglia dalla costa e la
conseguente rottura di tutti e cinque i contenitori, afferma che la nube di gas
si potrebbe spingere intorno per un raggio di
30 miglia
( 55 chilometri
) distruggendo tutto nel suo cammino.
I pericoli elencati in uno
studio per il Pentagono
Siamo venuti a
sapere che uno studio preparato per il Pentagono nel 1982 afferma che “È
probabile che se il 9 % del carico di GNL di una nave cisterna fuoriuscisse
sull’acqua. Si trasformerebbe in una nube o un pennacchio e si disperderebbe
lungo la superficie fino a incontrare una fonte di accensione. Tale nube
potrebbe in dieci/venti minuti allungarsi sottovento almeno tre miglia. Alla
fine potrebbe arrivare più lontano, dalle sei fino alle dodici miglia. Come un
palla di fuoco potrebbe bruciare qualsiasi cosa nel suo raggio, ed il suo calore
radiante potrebbe causare ustioni di terzo grado e dar vita a incendi fino a
uno/due miglia di distanza dalla nube. Una palla di fuoco di GNL diffondendosi
in una città può causare un’enorme quantità di incendi ed esplosioni in una
vasta area. Al momento o nel prossimo futuro non c’è modo di combattere un
grande incendio di GNL.”.
Il pericolo delle nubi di gas
Siamo venuti a
sapere che
la Procedura
di Emergenza per il GNL della Capitaneria di porto di Savannah (Georgia), dove è
situato uno dei quattro impianti di GNL attualmente negli USA, indica che le
“AZIONI INIZIALI DA EFFETTUARE IN CASO DI PEGGIOR SCENARIO DI FUORIUSCITA DI GNL”
sono le seguenti “Ordinare l’immediata evacuazione di tutto il personale della
Guardia Costiera Americana dall’area interessata”.
Siamo venuti a sapere che il GNL non è infiammabile quando è nel suo stato
liquido dentro il suo contenitore, ma una volta fuoriuscito, rapidamente si
diffonde in forma di nubi di gas.
Siamo venuti a sapere che il gas, quando si mescola in percentuali dal 5% al 15%
con l’ossigeno, diviene altamente volatile e infiammabile.
La potenza di un'esplosione
di gas equivale a quella dell'energia nucleare
Siamo venuti a
sapere che, secondo lo studio preparato per il Pentagono nel 1982, l’energia
sprigionata da una gasiera con un serbatoio di 125000 metricubi sarebbe
equivalente a 55 bombe di Hiroshima prive di radiazioni.
Siamo venuti a sapere che “Science and Environmental Policy Project” afferma che
“L’esplosione di una gasiera di GNL è simile ad un'esplosione nucleare”. ( vedi
www.LNGdanger.com )
Il gas può infiammarsi ed
esplodere spontaneamente
Siamo venuti a
sapere che alcuni filmati del US Bureau of Mines del 1969 e del 1972 mostrano
che il GNL, in caso di perdita, si diffonde senza alzarsi, che il GNL può
prendere fuoco spontaneamente e che il GNL può esplodere spontaneamente.
Siamo venuti a sapere che tutti gli idrocarburi hanno una piccola finestra di
infiammabilità, però, tra tutti gli idrocarburi, inclusi quelli noti come la
benzina verde, il carburante per i jet, il propano e il butano, il GNL, che è
metano, ha la finestra di infiammabilità più larga con la maggiore probabilità
di combustione.
Il pericolo degli incidenti
Siamo venuti a
conoscenza dei seguenti incidenti catastrofici (la maggior parte avvenuta dopo
la conclusione degli studi alla base della Valutazione di Impatto Ambientale):
- 20 ottobre 1944 - esplode l’impianto GNL di Cleveland (Ohio, USA): 131 morti -
225 feriti - 79 case distrutte - 2 fabbriche - 217 auto - 680 senzatetto;
- 20 gennaio 2004 - a Skikda in Algeria esplode impianto GNL: 27 morti - 74
feriti (il città si salva per il vento);
- 31 luglio 2004 - in Belgio esplode un gasdotto di GNL: 15 morti - 200 feriti;
- 30 agosto 2005 - in Nigeria esplode un gasdotto di GNL: 11 dispersi.
Siamo venuti a sapere che il
“The Norway Post”, il 20 settembre 2004, titolava “Gasiera di GNL in avaria a
nord di Bergen - ora rimorchiata” e si legge “I motori della nave si erano
fermati e con il cattivo tempo le ancore erano inutilizzabili. Comunque, due
rimorchiatori erano riusciti a trainarla a circa
27 metri
dalle rocce... intanto ci si preparava alla evacuazione degli 800 abitanti
dell’isola di Fedje, per paura che la gasiera potesse esplodere se si fosse
arenata sugli scogli”.
Siamo venuti a sapere che sul sito CNN.com (allegato 5), il 15 novembre 2002, si
leggeva “Un sottomarino nucleare si scontra con una gasiera” e poi “A Barcellona
(Spagna) la gasiera di GNL ‘ Norman Lady’ ha avuto una collisione nel
Mediterraneo occidentale con il sottomarino USS Oklahoma City. Fortunatamente la
gasiera aveva già scaricato il suo pericoloso carico. Si sono verificati solo
pochi danni al periscopio.” .
La vulnerabilità agli
attacchi terroristici
Siamo venuti a
sapere che dagli atti del Congresso degli Stati Uniti del 21 Aprile 2005, Markey,
membro del Congresso e membro anziano del Comitato di sicurezza interna, ha
affermato che gli impianti di GNL sono “tra gli obiettivi più attraenti per i
terroristi”.
Siamo venuti a sapere che “The Providence Journal”, il 21 settembre 2004,
titolava “Un dirigente della Lloyd paragona un attacco al GNL ad un esplosione
nucleare” e si legge che un dirigente dell’Assicurazione Lloyd di Londra, Peter
Levene, ha affermato che: “Anche le gasiere, sia in mare che nei porti,
costituiscono evidenti bersagli”. Levene ha anche detto che “gli specialisti
riconoscono che un attacco terroristico ad una gasiera di GNL potrebbe avere la
forza di una piccola esplosione nucleare”.
Siamo venuti a sapere che,
secondo i risultati di test eseguiti sulle armi da fuoco dall'ufficio
governativo statunitense di contabilità delle armi di piccolo taglio, armi non
militari sono in grado di rompere i contenitori di GNL. Quindi, se un gruppo
terrorista requisisse una nave metaniera carica di GNL, sarebbe un affare molto
pericoloso provare a arrestarlo senza rompere contenitori, valvole o condutture.
Secondo Brittle Power, strategia energetica per la sicurezza nazionale, un atto
di sabotaggio a bordo sarebbe assai semplice se diretto verso la manipolazione
delle valvole che potrebbero portare alla rottura dei contenitori di GNL per
sovrapressione e a un conseguente notevole versamento del GNL criogenico sullo
scafo di acciaio che ne verrebbe, probabilmente, frantumato.
Siamo venuti a sapere che Richard Clarke, ex capo del controterrorismo USA,
afferma che “Ci siamo anche resi conto che l’esplosione di una delle grandi
gasiere nel porto spazzerebbe via il centro di Boston”. Ricordiamo
l’attentato targato “Settembre Nero“ avvenuto ai depositi SIOT nel 1972.
La inaffidabilità degli studi
sulla sicurezza
Siamo venuti a
sapere che secondo quanto risulta da uno studio sulla sicurezza del GNL le
gasiere sono ritenute relativamente sicure perché sono a doppio scafo, che però
meno di un anno dopo questo studio una piccola imbarcazione da turismo ha
speronato il doppio scafo di una petroliera francese nell’ottobre del 2002, la
‘Limburg’ , causando un enorme incendio.
Siamo venuti a sapere che nel Rapporto Sandia, Guida alla analisi dei rischi ed
ai problemi di sicurezza conseguenti ad una grande fuoriuscita sull’acqua di GNL
Gas Naturale Liquido, stampato nel dicembre 2004, si afferma che “...le
dinamiche e le conseguenze di una fuoriuscita (di GNL, ndt) e i pericoli di un
tale incidente non sono ancora completamente conosciuti.”, “La mancanza di
informazioni sperimentali su larga scala, costringe gli studiosi a porre molte
ipotesi e semplificazioni.”.
Da quest’ultimo documento
siamo venuti a sapere che “È impossibile tentare di colmare alcuni di questi
‘vuoti’ dovuti alle limitazioni sperimentali e di calcolo.”, “È evidente che la
mancanza di dati disponibili su larga scala riguardo a perdite (di gas) non
permette di mettere a punto modelli previsionali affidabili.”.
Siamo venuti a sapere che pur considerando le suddette limitazioni il rapporto
afferma: “una gasiera di LNG danneggiata da un buco di 5 metriquadri ed una
fuoriuscita della durata di 8 minuti causerebbero una nuvola di vapore
infiammabile che si diffonderebbe e si estenderebbe per più di
2 miglia
”, “...questo dovrebbe essere convalidato da una sperimentazione concreta e
reale...”.
Siamo venuti a sapere che il
Rapporto CRS per il Congresso USA, Gennaio 2004, afferma che “La maggior
parte delle analisi del rischio di incidenti riguardanti gli impianti o la
movimentazione di GNL dipende dai modelli computerizzati di simulazione
utilizzati per calcolare gli effetti di un possibile incidente. [...] Ma i
modelli sul GNL sono estremamente complessi e intrinsecamente imprecisi, in
quanto basati su calcoli ed ipotesi riguardo alle quali studiosi imparziali
potrebbero trovarsi legittimamente in disaccordo. Anche minime differenze
presenti in un modello sul GNL potrebbero far giungere a conclusioni
significativamente differenti.”.
Il rischio è alto anche con
la moderna tecnologia
Siamo venuti a
sapere che l’impianto di GNL esploso a Skikda in Algeria nel 2004 è stato
modernizzato nel 1999 ed era dotato di tutte le più recenti tecnologie di
sicurezza. L'esplosione del terminale GNL algerino è stata così violenta che il
boato è stato sentito a diverse miglia di distanza. La violenta esplosione
algerina ruppe tutti i vetri di un distante complesso condominiale e lo avvolse
in una nuvola di fuoco.
Siamo venuti a sapere che dal Mobile Register del 14 aprile 2004 si legge “Un
nuovo rapporto dà nuove informazioni sull’esplosione di GNL a Skikda in Algeria”
e “I primi rapporti dicevano che l’esplosione era causata da un malfunzionamento
di una caldaia. Però le conclusioni finali indicano che è stata una grossa
perdita da un tubo, che ha formato una nube di gas altamente infiammabile e
esplosivo che è rimasta sospesa sopra l’impianto.”.
Terminale off-shore:
progetti "cavia", mai sperimentati
Siamo venuti a sapere che i progetti off-shore sono progetti sperimentali e
Gordon Shearer, Direttore generale della Weaver’s Cove Energy, ha recentemente
ammesso: “Non ho mai sentito parlare di un impianto off-shore di GNL; è una
tecnologia che è in via di sviluppo, ma non è stata sufficientemente
sperimentata, provata e non è esistente al momento.”
La FERC
recentemente ha detto: “La tecnologia per il trasferimento del GNL in condizioni
atmosferiche più avverse nel caso di un terminal offshore non è stata
verificata. Il livello odierno di conoscenza e la limitata esperienza operativa
non sono sufficienti per giustificare l’interesse per questa nuova tecnologia
off-shore.”.
Impatto su turismo e
industria della pesca
Siamo venuti a
sapere che per Guardia Costiera degli Stati Uniti sulla costa U.S.A. nessuna
imbarcazione può navigare entro
1 miglio
avanti,
2 miglia
dietro o 1/2 miglio su ciascun lato di una nave gasiera. E' probabile che la
zona di esclusione della guardia costiera americana non riesca a fermare
potenziali terroristi, ma sicuramente interferisce pesantemente con le nostre
industrie del turismo e della pesca.
Siamo venuti a sapere che gli impianti off-shore di GNL utilizzerebbero l’acqua
del mare per riscaldare il gas naturale congelato al fine di non togliere da
20 a 40
milioni di dollari all’anno dai profitti del GNL. Alcuni progetti oggi proposti
utilizzerebbero 568,5 milioni di litri d’acqua marina al giorno; l’acqua dopo
aver ricevuto un’aggiunta di cloro sarebbe rigettata in mare più fredda di 16° .
Uno studio dell’EPA ha dimostrato che un impianto di GNL nel mare dell’Alabama
distruggerebbe il 25% di pesce, granchi e gamberi.
L'impatto ambientale
Siamo venuti a
sapere che in base ad un rapporto dell’EPA Americano ( "Le caratteristiche
chimiche del metano e le interazioni con l’atmosfera concorrono in modo
significativo all’effetto serra. […] Il metano (incombusto) produce, a parità di
peso, un effetto serra circa 21 volte maggiore di quello prodotto dal biossido
di carbonio (CO2).
Siamo venuti a sapere che secondo studi accreditati (Doyle, Energy geopolitics,
Scientific American, 2004) il trasferimento del gas naturale via mare con
metaniere a -161° è un processo che richiede molta energia e implica una
gestione costosa e complessa.
Siamo venuti a sapere che ogni gasiera di GNL consuma 100 tonnellate di
carburante al giorno. Ogni gasiera di GNL produce emissioni più nocive di quelle
provenienti dalle centrali termiche attualmente in uso.
Incidenti ai gasdotti
Siamo venuti a sapere dal Washington Post del 7 luglio 2005 che “Uno studio
sponsorizzato dall'azienda, avviato dopo l'esplosione di una casa nel marzo del
2005, ha
scoperto che le piccolissime variazioni della struttura del molecolare del gas
naturale liquido importato, che l'Azienda ha iniziato a usare nell'agosto del
2003, provocavano essiccazione delle tenute di gomma di vecchi raccordi di
metallo che collegano le varie sezioni delle condutture.” Il dirigente della
contea di Prince George, Jack Johnson ha dichiarato, “che era allarmato del
fatto che l'industria del gas era a conoscenza fin dal 1992 che modifiche nella
composizione del gas potevano provocare fughe di gas dai raccordi.”
Per quanto sopra, chiediamo
ai Sindaci di valutare fino in fondo, quali responsabili della salute dei
cittadini, i rischi per la sicurezza della popolazione alla luce dei nuovi
eventi e notizie successivi alle valutazioni d'impatto ambientale o comunque
fino a oggi non emersi.
Chiediamo di considerare con la massima attenzione le questioni esposte, tenuto
anche conto che le valutazioni tecniche effettuate fino ad oggi si sono basate
su perizie di parte presentate e finanziate dalle società proponenti i due
progetti. La sicurezza dei cittadini non può essere affidata alle valutazioni di
perizie di parte.
Chiediamo di verificare le questioni esposte mediante accurate indagini affidate
a studiosi, italiani e stranieri, di indiscussa capacità e autorevolezza.
Invitiamo infine a
considerare se sia opportuno costruire due impianti, come quelli previsti a
Trieste, che al rischio particolarmente rilevante derivato dalla sua stessa
natura aggiungerebbe il rischio derivato dalla mancanza di esperienza in
impianti così grandi.
Chiediamo sia fatta una corretta informazione come lo prescrivono le leggi
nazionali ed europee; infatti il governatore Illy e la sua giunta regionale non
solo non informa i cittadini sui pericoli che corrono ma in data 24.03.06 chiede
pure ai comuni interessati dai progetti di dare un parere positivo entro 30
giorni. ( il silenzio assenso equivale a sì ). Ricordiamo pure che sono in corso
le elezioni proprio nei comuni interessati per cui un’analisi e valutazione dei
progetti sicuramente passerà inosservato!
Chiediamo ai Sindaci e
consiglieri comunali
Di Marano Lagunare, Grado, Staranzano, Monfalcone, Duino Aurisina, Trieste,
Muggia e S.Dorligo della Valle a nome dei cittadini residenti nel golfo di
Trieste di votare NO alla delibera della giunta regionale, perché solo i
cittadini informati possono decidere in materia della tutela dell’ambiente,
della salute e perfino della sopravvivenza delle generazioni future.
Comitato Monte d’Oro
COMITATO NO TERMINAL
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