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14/03/2006 Fiumi, Onu: «Soffrono in tutto il Mondo» (www.verdi.it)

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Sono sempre meno i fiumi naturali, in Italia l'ultimo è il Tagliamento. È l'allarme delle Nazioni Unite confermato dal rapporto del Wwf. Solo un terzo scorre senza incontrare dighe o altri sbarramenti

I grandi fiumi del mondo sono in crisi. Lanciano l’allarme le Nazioni Unite, lo confermano al Wwf. L’ultimo rapporto degli ambientalisti, «Fiumi senza ostacoli, lusso economico o necessità ecologica?», racconta come la maggior parte di essi sta perdendo lo sbocco al mare e, cosa ancora più grave, quasi un quarto di quelli che ancora lo hanno, nei prossimi 15 anni rischia di restarne privo. Principali imputati l’effetto serra, la siccità, ma soprattutto le opere artificiali dell’uomo. Secondo l’associazione del panda, solo un terzo circa dei 177 fiumi più lunghi del mondo scorre senza incontrare dighe o altri sbarramenti. In realtà, solo 21 di questi sono fiumi senza ostacoli dalla sorgente alla foce, gli altri 43, come Congo e Rio delle Amazzoni sono tributari di altri grandi fiumi.

«La rapida diminuzione di fiumi non imbrigliati – avverte il Wwf – è una tendenza pericolosa che mette in forse la disponibilità di acqua per uso alimentare, sanitario, agricolo e ittico. Siamo sul punto di perdere un altro fenomeno naturale, e ci renderemo pienamente conto dei costi da pagare solo quando sarà troppo tardi. Anche perché, sono i naturali regolatori dei livelli d'inquinamento e di sedimentazione, la cui mancanza è stata tragicamente dimostrata dall'alluvione di New Orleans».

Il Wwf afferma inoltre che non bisogna sottovalutare la minaccia che gli ostacoli artificiali costituiscono per gli animali, come i pesci gatto nel rio delle Amazzoni e nel bacino del Mekong, i delfini di fiume nel bacino del Gange, gli gnu nel fiume Mara. I fiumi cosiddetti “naturali” si trovano in massima parte in Asia, e in quantità di poco inferiore in sud e nord America. In coda sono invece l'Australia e l'area del Pacifico, con solo tre fiumi, e l'Europa, dove un solo grande fiume, il russo Pechora, fluisce liberamente dalla sorgente al mare. In Italia abbiamo il caso del Tagliamento, uno degli ultimi fiumi naturali delle Alpi, oggetto di un devastante progetto di sponde artificiali.

«È solo un esempio – sostiene ancora il Wwf - della politica italiana contro le acque interne, suggellata di recente anche dalla condanna della Corte di Giustizia europea per il mancato recepimento della direttiva quadro sul tema. In Italia, inoltre, non si sta facendo nulla per impedire il deterioramento dei corpi idrici superficiali. Ci sono progetti previsti, o in corso, di nuovi ponti sul Po o sull’Oglio, di interventi devastanti sul Maira o il Sesia in Piemonte, sul torrente Pontebbana in Friuli, su Seveso e Lambro in Lombardia, e di nuove captazioni sulle aree sorgentizie dei fiumi Sele e Calore Irpino in Campania, solo per citare qualche esempio».

Ecco perché alla vigila del quarto Forum mondiale dell'acqua, in Messico dal 16 al 22 marzo, l’associazione ambientalista sollecita i governi «a una migliore salvaguardia dei fiumi superstiti, incentrata su una gestione a livello di bacino, per rinaturare i corsi d’acqua, anche attraverso la rimozione di opere inutili, vetuste e dannose, soprattutto per garantire una maggiore sicurezza da alluvioni e un uso equo e razionale della risorsa idrica».

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