La Stevia rebaudiana Bertoni è una pianta
erbaceo-arbustiva perenne, di piccole dimensioni, della
famiglia delle
Asteraceae (Compositae), nativa delle montagne fra
Paraguay e
Brasile.
Descrizione
La Stevia rebaudiana è una pianta perenne poco resistente
al gelo, nei climi più freddi è coltivata solitamente come
semi-perenne. Arriva ad un'altezza di mezzo
metro
circa, ha fiori ermafroditi molto piccoli, numerosi, di colore
biancastro,
impollinati dagli
insetti. La fioritura è tardo autunnale. Ha foglie ovate,
opposte.
Coltivazione
Non cresce bene nei terreni compatti, preferendo quelli sciolti;
quindi è pianta di ambienti ruderali e di terreno smosso e lavorato
più che pianta da prato; è abbastanza tollerante per l'acidità
del suolo. Richiede un'esposizione soleggiata, ma vegeta bene anche
in posizione semiombreggiata.
In caso di clima freddo può essere protetta mediante
pacciamature, permettendo la sopravvivenza della parte basale
che rivegeterà a primavera. In caso di clima molto freddo può essere
ovviamente ricoverata in serra, riportandola all'aperto dopo le
ultime gelate primaverili.
Riproduzione e moltiplicazione
Si riproduce solitamente per
seme,
e si moltiplica per
talea
con una buona percentuale di successo. I semi sono minuscoli, e
prima della semina vengono solitamente mescolati con della
sabbia
per evitare una distribuzione troppo fitta. La percentuale di
germinazione è modesta. Si consiglia di non far seccare il
terriccio durante la germinazione. Le piantine vengono
trapiantate individualmente quando hanno messo il secondo paio di
vere foglie, mettendole a dimora all'esterno dopo le ultime gelate,
e fornendo loro una certa protezione fin quando la pianta è ben
avviata.
Utilizzi
La Stevia è conosciuta da molti popoli dell'area geografica
Sud-Americana da diversi millenni, oltre che per il potere
dolcificante delle sue foglie, anche per le proprietà medicinali,
infatti è stata correntemente usata da secoli dai popoli indigeni
del sud America per le sue doti curative, ed è usata ancora oggi.
Viene usata come dolcificante, in quanto è molto più dolce del
comune
saccarosio. I principi attivi sono lo
stevioside, e il
rebaudioside A.
I principi dolcificanti sono in tutte le parti della pianta ma
sono più disponibili e concentrati nelle foglie, che quando sono
seccate (disidratate), hanno un potere dolcificante (ad effetto
della miscela dei due componenti dolcificanti) da 150 a 250 volte il
comune zucchero. Contrariamente allo zucchero i principi attivi non
hanno alcun potere nutrizionale (zero calorie), ed essendo prodotti
naturali sono relativamente stabili nel tempo ed alle alte
temperature, per cui conservano perfettamente le loro
caratteristiche anche in prodotti da forno o in bevande calde,
diversamente da altri dolcificanti come l'Aspartame che subisce
degradazione.
La
polemica sulla Stevia
Come è comprensibile la possibilità d'uso e diffusione globale
della pianta allo stato naturale ha scosso il mercato dei
dolcificanti commerciali artificiali, che hanno visto in ciò una
minaccia del loro mercato; sono sorte così notevoli controversie.
Sono stati allestiti di conseguenza una serie di esami per
mettere alla prova la eventuale "dannosità" della Stevia nei
prodotti alimentari. I risultati sono stati ancora controversi e
discutibili, dato che è comprensibile che, non avendo la possibilità
di provare (con metodi scientifici attuali) per lunghissimi tempi e
sull'uomo i campioni di materiali, si è ripiegato con dosaggi
massicci per tempi brevi (pochi anni o mesi) su cavie animali
(soprattutto
topi). Come è ovvio tali prove hanno prodotto risultati poco
chiari: prima di tutto per l'uso delle sostanze da testare in
quantità massicce innaturali, poi per il funzionamento del sistema
digerente del topo che è evidentemente diverso da quello umano,
(soprattutto per la parte
ciecale). Questi fatti sono di rilievo, dato che è in tale parte
dell'intestino del topo che si sarebbero rilevati problemi
importanti, in tali condizioni.
Questo comunque ha prodotto tutta una gamma (molto ampia) di
provvedimenti, che in qualche caso tendono a limitarne il consumo,
esiste anche il pesante sospetto che tali provvedimenti possano
derivare dalle influenze praticate dalle imprese che
commercializzano dolcificanti convenzionali.
Infatti il suo uso nei prodotti alimentari è vietato in
Europa[1]
e
USA
[2] dato
che alcuni suoi componenti, alle dosi testate, come lo
steviolo e lo stevioside erano ritenuti a rischio, come
cancerogeni.
Nonostante questo, la
FDA ne
ammette l'uso come integratore dietetico, ma non come ingrediente o
additivo alimentare.
Chiaramente le discordanti definizioni di "cancerogenicità"
derivano da posizioni di difficile valutazione quando i parametri di
prova possono essere scelti in maniera da dare i risultati attesi.
Di fatto anche l'acqua calda ed il sale da cucina possono essere
sospetti di cancerogenicità se assunti in condizioni e quantità
eccessive.
[3]
Il sospetto del cosiddetto
complotto delle compagnie che commerciano in dolcificanti, ha
qualche supporto, in quanto altri test indipendenti non sembrano
evidenziare controindicazioni; questo diversamente dal saccarosio
raffinato, che aumenta la
glicemia e favorisce il
diabete, e dai dolcificanti ipocalorici contenenti
aspartame, ritenuti tossici da diversi studi
[4][5].
In particolare è sospetto il fatto che i provvedienti presi a
livello locale (nazionale) per la materia sembrano spesso derivare
da pesanti influenze politico-economiche piuttosto che da motivi
sanitari. In alcuni casi le conclusioni normative sembrano essere di
difficile comprensione (ad esempio: ammetterne l'uso come
integratore dietetico ma non come additivo alimentare). Le
conclusioni, ad una più attenta analisi, diventano però molto più
chiare se si considera che l'integratore dietetico è un prodotto
industriale, mentre l'additivo alimentare è come il prezzemolo che
si coltiva nell'orto. Quindi il "divieto" della Stevia del FDA
americano (Stati Uniti), che si è detto sopra, ha questo
significato: se ne può fare l'uso che si vuole, purché la si compri
dall'industria a prezzi adeguati; il divieto perciò è solo quello di
procurarsela a poco prezzo.
La sospetta tossicità della Stevia è quindi molto controversa.
Di notevolissimo rilevo è il fatto che la Stevia in normale
consumo è diffusa in molti paesi, in alcuni di questi da molto tempo
e senza particolari problemi. In tali paesi è considerata meno
dannosa di altri dolcificanti, usata come estratto secco o come
infuso
fresco.
Esaminando (più opportunamente) tali dati provenienti provenienti
dai paesi che ne fanno uso corrente, anche da molto tempo, la
FAO e l'OMS
hanno stabilito una "dose massima giornaliera" di 2 mg/kg peso
corporeo di steviolo.
[6] Questo limite, nello studio della FAO, ha un fattore
di sicurezza 200, ossia è 200 volte inferiore alle quantità che
possono essere assimilate senza rischi dai soggetti di studio.
Informazioni sull'uso della Stevia come dolcificante
Secondo alcuni studi lo
stevioside è tra 110 e 270 volte più dolce del
saccarosio, il
rebaudioside A tra 150 e 320, e il
rebaudioside C tra 40 e 60.
[7][8].
Considerando il contenuto medio degli estratti, risulterebbe che una
foglia fresca, o un quarto di cucchiaino di foglie essiccate
corrisponderebbero ad un cucchiaio di zucchero (durante
l'essiccazione il peso della pianta fresca si riduce dell'80%).
Dove e come si
usa
La
Coca Cola in Giappone la usa come dolcificante per la Coca Cola
Light (Diet Coke). Ne è approvato ufficialmente l'uso in 10 paesi,
inclusi
Svizzera,
Giappone,
Paraguay, e
Brasile. Viene coltivata estensivamente e consumata in
Thailandia,
Israele e
Cina,
ed in genere in tutta l'America meridionale, dove è usata da secoli
come dolcificante ma soprattutto da pianta medicinale. In Brasile è
utilizzata come rimedio della
medicina popolare per il
diabete.[9]
Generalmente è usata nei soft drinks, nelle gomme da masticare,
come tavolette dolcificanti, negli sciroppi e nei prodotti
farmaceutici. Negli USA può essere venduta come supplemento
dietetico ma non come dolcificante o additivo per cibi.
In Europa nel 1999 la Commissione sugli Additivi nei Cibi dell'OMS,
ed il Comitato Scientifico per gli Alimenti dell'Unione Europea,
hanno elencato i dati da loro raccolti circa la pericolosità della
Stevia come additivo alimentare.
Conseguentemente a tali dati il
22 febbraio
2000 la
Commissione Europea, dando seguito alle opinioni espresse dallo
stesso Comitato Scientifico per gli Alimenti - SCF, ha deciso che la
Stevia Rebaudiana (pianta ed estratti secchi) non può essere
immessa nel mercato come alimento o come additivo alimentare. La
Svizzera invece ne ha ammesso il commercio e l'uso.
Il 10 aprile del 2003 il Parlamento Europeo ha approvato una
risoluzione che chiede di rivedere le norme di utilizzo di
edulcoranti quali l'Aspartame e la Stevia. Nello stesso
provvedimento si limita pesantemente la quantità massima di
edulcoranti nelle bibite gassate.
[10]
Note
- ^ (EN)
PDF della SCF
- ^ (EN)
FDA Alert
- ^
http://www.cybermed.it/index2.php?option=com_content&do_pdf=1&id=7270
- ^ Morando
Soffritti et al., European Journal of Oncology "Aspartame
induces lymphomas and leukemias in rats" , vol. 10, n. 2,
(luglio
2005)
- ^ Trocho, C
et al., Life Sciences, "Formaldehyde
Derived From Dietary Aspartame Binds to Tissue Components in vivo"
vol. 63 n. 5 pp 337-49 (1998)
- ^ (EN)
Safety evaluation on certain food addictives
OMS &
FAO,
2006, p. 140
- ^ (EN)
Analisi della Stevia
- ^ Phillips,
K.C. "Stevia: steps in developing a new sweetener.", 1989, pp 1-43
, Developments in sweeteners, Volume 3. Elsevier Applied Science,
Londra
- ^ (EN)
Raintree database
- ^ (IT)
Resoconto seduta europarlamento 10-04-2003
Bibliografia
- Geuns JM, Augustijns P, Mols R, Buyse JG, Driessen B., "Metabolism
of stevioside in pigs and intestinal absorption characteristics of
stevioside, rebaudioside A and steviol.", Food Chem Toxicol.,
novembre 2003 n.41 vol. 11 pag. 1599-607
- Jeppesen PB, Gregersen S, Poulsen CR, Hermansen K, "Stevioside
acts directly on pancreatic beta cells to secrete insulin: actions
independent of cyclic adenosine monophosphate and adenosine
triphosphate-sensitive K+-channel activity". Metabolism, n. 9 vol.
2, pag. 208-14, febbraio 2000
- Wasuntarawat C, Temcharoen P, Toskulkao C, Mungkornkarn P,
Suttajit M, Glinsukon T, "Developmental toxicity of steviol, a
metabolite of stevioside, in the hamster", Drug Chem Toxicol. 1998
n. 21(2), pag. 207-22.
- John M. Pezzuto, Cesar M. Compadre, Steven M. Swanson, N. P.
Dhammika Nanayakkara, A. Douglas Kinghorn "Metabolically Activated
Steviol, the Aglycone of Stevioside, is Mutagenic", Proceedings of
National Academy of Sciences, 15 aprile 1985, vol. 82, n. 8 pp.
2478-2482
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