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Il costo del grano, del riso, della soia sta crescendo. Il
valore delle azioni delle aziende che producono biocarburanti
aumenta. I campi producono etanolo al posto del pane. Il cibo
crea energia meccanica, non più umana. Le macchine vengono sfamate, i poveri del
mondo tirano la cinghia.
Grafici aumento prezzo del cibo e della produzione di biocarburanti (fonte
FT)
Il biocarburante genera un surplus azionario per le aziende
dell’energia. L’assenza di cibo crea invece i morti di fame. Un
mondo senza morti di fame sarà un mondo ecologico. Un primo mondo sviluppato
senza la palla al piede delle Nazioni in via di sviluppo. Senza il secondo, il
terzo e il quarto mondo. Una diminuzione demografica è necessaria per lo
sviluppo del PIL. Meno bocche da sfamare e più energia per tutti. La rivolta del
pane e l’assalto ai forni stanno ritornando di moda. I poveri non vogliono
morire di fame in silenzio. Sono i soliti no global.
Molti Paesi hanno imposto restrizioni all’esportazione di prodotti agricoli.
L’Argentina, l’Egitto, l’Ucraina. L’erba del vicino, se è più
verde, se la tiene lui. In 30 Stati ci sono stati disordini per
l’aumento del prezzo dei cereali. Di solito domanda e offerta hanno lo stesso
andamento. Per i cereali non è così. Negli ultimi anni la domanda è cresciuta
dell’8%, il prezzo è aumentato del 50%. E’ la
globalizzazione dei morti di fame. Al contadino non far sapere
quanto vale il biodiesel senza pere. Se lo sa, lo vende a prezzo maggiorato. Se
non lo sa, la multinazionale gli compra i campi.
Le nazioni più povere importano cereali per sfamarsi. Se una
parte della loro produzione è gestita dalle multinazionali dell’energia il
prezzo della fame sale insieme alla Borsa. Giro, giro tondo, cade il mondo,
cade la terra, salgono i dazi, cresce la fame, l’azione si
impenna. Tutti giù per terra.
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e il futuro del mondo"
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