Il Consiglio agricoltura ha adottato oggi due regolamenti che
semplificano le norme sulla registrazione delle denominazioni di origine
protette (DOP), delle indicazioni di origine protette (IGP) e delle
specialità tradizionali garantite (STG). Legambiente: "Giusto passo per
difendere l'agricoltura di qualità".
Via libera del Consiglio dei ministri
dell'agricoltura dell'Unione Europea alle norme sulla registrazione
delle denominazioni di origine protette (DOP), delle indicazioni di origine
protette (IGP) e delle specialità tradizionali garantite (STG). Il primo
regolamento, che riguarda le indicazioni geografiche e le denominazioni di
origine, dà inoltre attuazione alle conclusioni di un recente panel della
OMC (Organizzazione mondiale del commercio). In una decisione del
2004 - si legge in una nota dell'esecutivo europeo - un panel
istituito presso la OMC ha sostenuto la correttezza del regime comunitario
ed ha respinto la maggior parte delle denunce mosse dagli Stati Uniti e
dall'Australia. Il nuovo regolamento garantisce attualmente la conformità
del regime per i due aspetti che erano stati criticati: innanzitutto, viene
formalmente abrogato il requisito precedentemente imposto ai paesi terzi
della reciprocità ed equivalenza della protezione e, in secondo luogo, gli
operatori dei paesi terzi hanno la possibilità di presentare domande ed
eventuali opposizioni alla Commissione direttamente e non più per il tramite
dei loro governi. Il termine fissato per l'attuazione della decisione del
panel scade il 3 aprile 2006.
"Con questa nuova normativa, l'Unione europea ha
adottato una procedura di registrazione delle
DOP e delle
IGP più efficace e pienamente compatibile con le norme OMC" - ha
affermato Mariann Fischer Boel, Commissaria all'agricoltura e allo sviluppo
rurale. "Sono particolarmente compiaciuta perché con l'adozione del nuovo
regolamento sulle indicazioni geografiche e le denominazioni di origine
l'Unione europea potrà rispettare il termine del 3 aprile fissato dalla OMC".
Dopo l'entrata in vigore dei nuovi regolamenti, la
Commissione procederà ad una revisione della politica agricola della
qualità, in particolare per tener conto dei molti suggerimenti di riforma
che le sono pervenuti dal Parlamento, dagli Stati membri e dagli ambienti
interessati.
Legambiente ha accolto positivamente la nuova normativa. La
riforma - si legge in una nota dell'associazione - era stata richiesta anche
dal OMC su pressione degli Stati Uniti e dell'Australia perché ritenevano le
Dop e Igp come strumenti protezionistici dell'Unione europea. Il Panel
internazionale ha dato ragione all'Europa, chiedendo però di riconoscere
nella legislazione comunitaria gli stessi livelli di protezione anche per le
denominazioni di origine controllata dei prodotti extraeuropei in
applicazione del principio di reciprocità di trattamento.
Con la nuova normativa "Anche un vino sudafricano -
spiega Francesco Ferrante, direttore generale di Legambiente - purchè
iscritto nel registro, potrà beneficiare del marchio e dare così un valore
alla sua produzione". In un'Italia leader in Europa per produzioni tipiche e
tra i paesi europei l'associazione avanza "Una proposta ambiziosa, -
conclude il direttore generale di Legambiente - l'Italia e l'Europa si
facciano promotori di fronte al WTO per ottenere misure restrittive ed
efficaci contro l'agropirateria, e cioè la contraffazione di prodotti
alimentari, che solo in Italia vanta un fatturato di 2,5 miliardi di Euro
all'anno. Un'enormità
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