Un giro di milioni da far paura, un braccio di ferro tra personaggi di
primissimo piano della finanza e della politica, il verbale di una
riunione a porte chiuse: benvenuti nel regno dell’acqua a Napoli, ovvero
un intricato sistema nel quale fino ad ora non si sono regolati i conti e
adesso rischia di precipitare tutto. Il verbale che pubblichiamo in
esclusiva disegna un quadro interessante del giro di affari che c’è dietro
l’acqua che esce dai rubinetti sotto ‘o Vesuvio: una riunione che si è
svolta 48 ore fa a Napoli, sul tavolo ballavano 150 milioni di euro.
Protagonisti di questa “partita” sono il Presidente della Regione
Campania Stefano Caldoro, con l’assessore all’Ambiente Giovanni Romano;
Acea (colosso degli acquedotti nel quale Francesco Gaetano Caltagirone ha
appena superato il 16% di quote, rappresentato dall’Ad Marco Staderini e
dal direttore dell’Area Idrico Andrea Bossoli); Gori (controllata di Acea
che vende l’acqua ai cittadini campani di 76 comuni, tra la penisola
sorrentina e Capri, attraverso l’area del Vesuvio, fino ai Monti Lattari e
al bacino del fiume Sarno, con l’Ad Giovanni Marati); l’Ente d’Ambito
Sarnese Vesuviano, con il direttore Federico Lupoli; viene chiamata in
causa anche l’Arin (ora Acqua Bene Comune, azienda idrica della città di
Napoli recentemente resa pubblica da Luigi De Magistris) che però non è
presente alla riunione.
Quattro pagine che possono essere riassunte così: la Gori non ha
praticamente mai pagato l’acqua ad Acquacampania, società della Regione a
monte di tutto il ciclo, e adesso ammette un debito di 120 milioni di
euro, ma al tempo stesso dice (e scrive), di fronte ai precetti della
Regione, che per un paio di motivi almeno non crede di dover pagare.
Prima di tutto perché Acquacampania ha continuato a fatturare l’acqua a
0,18 euro e metro cubo e non a 0,10 come previsto da un protocollo
d’intesa siglato nel 2006, negli anni di Bassolino a Santa Lucia; poi,
perché non gli è stato permesso di aumentare le tariffe; infine per il
fatto che intanto (sempre secondo Acea e Gori), Acqua Bene Comune (ex Arin,
azienda idrica della città di Napoli) sarà pure pubblica ma fattura
l’acqua che vende a 0,47 euro al metro cubo, mentre la paga un terzo dalla
Regione Campania.
http://www.dagospia.com
Scarica la lettera reclamo da firmare ed inviare a Gori per
“bloccare” l’aumento tariffario!
Per ulteriori informazioni:
www.acquabenecomune.org
Pagina dell' evento "IO NON PAGO" Pagina dell' evento "IO NON PAGO"...
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