Sì della Camera alla fiducia sul provvedimento
che introduce la liberalizzazione dei servizi pubblici locali, compresa la
privatizzazione dell'acqua. L'Aula ha infatti approvato con 320 voti
favorevoli e 270 contrari la fiducia posta sul decreto legge Ronchi, già
approvato dal Senato, sull'approvazione, senza emendamenti ed articoli
aggiuntivi, dell'articolo unico del disegno di legge di conversione del
decreto-legge 25 settembre 2009, n. 135, recante disposizioni urgenti per
l'attuazione di obblighi comunitari e per l'esecuzione di sentenze della
Corte di giustizia delle Comunità europee.
18/11/2009 Privatizzazione acqua, Legambiente e Consumatori: "Rischio speculazione su bene comune" (BS, http://www.helpconsumatori.it)
Un attacco agli enti locali, un'apertura al
rischio di speculazione privata, una privatizzazione che in
quindici anni potrebbe portare il 65% del servizio idrico di tutta
Europa e Nord America gestito da tre multinazionali. E invece l'acqua è
un bene pubblico. Netta la contrarietà di Legambiente alla norme, sulle
quali il Governo ha posto ieri la fiducia, che prevedono la riforma dei
servizi pubblici locali compresa la liberalizzazione del servizio
idrico, e dunque la sua privatizzazione. Forte anche l'opposizione delle
associazioni dei Consumatori."L'acqua è un bene comune,
il suo utilizzo deve rispondere a criteri di utilità pubblica - ha
commentato Vittorio Cogliati Dezza, presidente nazionale di Legambiente
- Obbligare la privatizzazione del servizio idrico, pertanto, vuol dire
intraprendere la strada sbagliata. La maggior parte delle esperienze di
privatizzazione di questo servizio, infatti, non hanno portato al
miglioramento della qualità della risorsa, né alla diminuzione dei
consumi e dei costi per i cittadini". La legge, ha commentato il
presidente di Legambiente, "costituisce l'ennesimo attacco agli enti
locali, Regioni e Comuni che saranno privati della possibilità di
amministrare il proprio territorio, anche nella gestione di un bene
primario come l'acqua, aprendo la strada ad una speculazione privata
soprattutto a discapito dei cittadini. Una decisione come questa,
inoltre, non tiene conto delle buone esperienze di gestione pubblica,
mettendo tutti sullo stesso piano con gravi conseguenze sulla qualità
del servizio offerto ai cittadini. Non si capisce, infatti, perché
aziende pubbliche che, ancora oggi, garantiscono la qualità del servizio
e tariffe contenute debbano ora essere obbligate a trasferire quote
importanti dell'azienda a privati o addirittura a riaffidare la gestione
ad altri".
"Troviamo del tutto inaccettabile ed improponibile
la norma sulla privatizzazione del servizio idrico, sulla quale si
prospetta oggi, alla Camera, il voto di fiducia". E' quanto dichiarano
Adusbef e Federconsumatori che sono già pronte a raccogliere le firme
per un referendum abrogativo, qualora il provvedimento dovesse passare.
Le Associazioni hanno già preparato le autorizzazioni per
l'installazione dei gazebo destinati alla raccolta delle firme.
"Avvieremo tutte le misure in nostro potere per far sì che
questa norma, che è un vero e proprio insulto ai cittadini, non
entri in vigore - dichiarano Rosario Trefiletti ed Elio Lannutti,
Presidenti di Federconsumatori e Adusbef - L'acqua è un bene primario e
vitale, che non può finire alla mercé di interessi privati. Sono molte
le preoccupazioni destate da tale norma: infatti, passando da un
monopolio naturale a un monopolio privato, non solo si esproprieranno i
poteri degli enti locali, ma, sulla base delle esperienze fatte, si
prospettano andamenti tariffari molto negativi. In tema di servizio
idrico - concludono le Associazioni - quello di cui vi sarebbe realmente
bisogno, è una profonda riflessione su questo delicatissimo settore,
sulla sua razionalizzazione e gestione funzionale, per dare finalmente
alla cittadinanza risposte di efficienza e di efficacia, senza fare
regali a chi può mettere in campo elementi speculativi".
Per Adiconsum "se le tariffe sono le più basse in
Europa è grazie al 'pubblico', il privato non è garanzia di investimento
mentre è certo che ci saranno tariffe più elevate. Per il segretario
generale Paolo Landi è "indispensabile un'Autorità che oltre a stabilire
parametri di qualità e criteri per le tariffe e gli investimenti
disponga di reali poteri di sanzione". "Nel settore dell'acqua - rileva
l'associazione - convivono realtà pubbliche gestite in modo esemplare ed
altre gestite in modo disastroso e realtà private gestite con efficienza
ed altre gestite in termini speculativi". E dunque "la normativa in
approvazione alla Camera non garantisce i consumatori da comportamenti
speculativi. Anzi, al contrario. Il testo di legge impone anche laddove
oggi c'è una gestione pubblica efficiente l'apertura al privato. Quest'ultimo
non entra per fare gli investimenti, ma solo se ha certezza di ritorno
di elevati utili o tramite le tariffe o tramite i lavori di appalto".
"Ai costi dei vari carrozzoni pubblici, aziende
municipalizzate e ATO, si aggiungerà la necessità dei profitti
delle S.p.A. con inevitabili conseguenze sulle tariffe e le bollette che
aumenteranno di oltre il 40%. Come già accaduto per la rete telefonica
nazionale e per le autostrade, - commenta Francesco Luongo, responsabile
Servizi a rete del Movimento Difesa del Cittadino - gli investimenti
infrastrutturali resteranno un miraggio, mentre ancora non è chiaro
quale sarà l'Authority che dovrebbe controllare la qualità dei servizi e
le tariffe".
"Crediamo che sia indispensabile che ci sia un'autorità
che verifichi e stabilisca gli standard di qualità minimi essenziali e
che eserciti un attento controllo sulle tariffe". Lo chiede il Movimento
Consumatori. "Auspichiamo, come già era stato evidenziato all'epoca del
governo Prodi, che sia l'Autorità per l' energia e il gas a esercitare
il controllo sull'erogazione dei servizi idrici al fine di promuoverne
l'efficienza, l'economicità e la trasparenza dell'erogazione a tutela
dei consumatori e degli utenti. Ci auguriamo comunque che il decreto non
apra la strada a speculazioni e a una privatizzazione dannosa per i
cittadini. L'acqua è un bene pubblico ed è giusto che rimanga tale. Ben
venga poi l'eventuale apertura ad una concorrenza che permetta di
usufruire di un bene comune con maggiori vantaggi".
http://www.helpconsumatori.it
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