Cittadinanzattiva si appella al Ministro per
gli affari regionali e ai rappresentanti della Camera affinché
l'art. 15 del decreto legge 135/2009, che di fatto spiana completamente
la strada alla privatizzazione dell'acqua, venga respinto. "Il Senato,
il 4 Novembre, ha approvato l'Art.15 del DL 135/09 ("Disposizioni
urgenti per l'attuazione di obblighi comunitari e per l'esecuzione di
sentenze della Corte di giustizia delle Comunità europee. (09G0145)")
che sottrae ai cittadini l'acqua potabile di rubinetto, il bene più
prezioso, per consegnarlo, a partire dal 2011, agli interessi delle
grandi multinazionali e farne un nuovo business per i privati e per le
Banche",
denunciava qualche giorno fa il Forum Italiano dei Movimenti per
l'Acqua dalle pagine di Help Consumatori.
Oggi, in concomitanza con la decisione del Governo di
blindare il testo alla Camera ponendo la fducia, la presa di
posizione di Cittadinanzattiva: "Il servizio idrico integrato in Italia
presenta livelli di tutela dei cittadini pressoché nulli. Non è un caso
che il settore manchi ancora di una Autorità di regolamentazione
invocata perfino dagli operatori privati, e che nessuno applichi la
normativa sulla valutazione civica dei servizi pubblici, vero banco di
prova per costruire una alleanza strategica tra imprese e utenti",
commenta il segretario generale di Cittadinanzattiva Teresa Petrangolini.
Per Cittadinanzattiva riveste particolare preoccupazione
l'introduzione della scadenza del 31 dicembre 2011 per le
gestioni "in house" del servizio, che rischia di provocare il
congelamento di investimenti previsti per circa 2,4 miliardi di euro
fino al 2013, con ricadute sia sulla qualità del servizio che sui costi.
Il socio privato, infatti, potrebbe rifiutare di accollarsi oneri
preesistenti, che rimarrebbero a carico degli enti locali e che si
trasformerebbero in un aumento dell'imposizione fiscale locale. In
alternativa, se ne potrebbe far carico con l'intenzione di coprirli
totalmente mediante le tariffe, con un conseguente aumento del costo del
servizio a carico dell'utenza.
"Piuttosto che un frettoloso decreto legge - conclude
Petrangolini - si avvii un serio iter parlamentare sulla
riforma del servizio idrico con alcuni punti fermi: acqua bene pubblico
e non merce, diritto all'accesso minimo garantito, divieto di spreco,
coinvolgimento delle Associazioni dei consumatori e degli stessi
cittadini nella determinazione e nel controllo degli standard di
funzionamento del servizio, come peraltro previsto dal comma 461 della
Finanziaria 2008".
17/11/2009 Privatizzazione acqua, Governo pone la fiducia (BS, http://www.helpconsumatori.it)
Il Governo pone la fiducia sul decreto Ronchi
per l'attuazione degli obblighi comunitari che contiene, all'articolo 15, la
norma sulla riforma dei servizi pubblici locali con le misure per la
privatizzazione dell'acqua, ampiamente contestate da diverse sigle e
associazioni. Il decreto deve essere convertito in legge entro il 24
novembre. La votazione sulla fiducia è prevista per domani a partire dalle
16.00.
http://www.helpconsumatori.it
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