Dopo Venezia anche Londra si
schiera per il ritorno al rubinetto. Il sindaco Ken Livingstone ha
invitato i suoi concittadini a non ordinare acqua in bottiglia,
lanciando la sfida "London on Tap", a tutti i designer londinesi:
progettare una caraffa d'acqua, in plastica riciclata, che sia la
"bandiera" del progetto/ Vai al
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Si apre all'insegna di una campagna per
il ritorno all'acqua di rubinetto il 2008, da Venezia a Londra. Ieri il
sindaco della capitale inglese, Ken Livingstone, ha invitato i suoi
concittadini a non ordinare acqua in bottiglia al ristorante, lanciando la
sfida "London on Tap", cioè "Londra al rubinetto" a tutti i designer
londinesi: progettare una caraffa d'acqua, in plastica riciclata, che sia
la "bandiera" del progetto per bar, ristoranti e alberghi della capitale. In
Italia l'appello a bandire la bottiglia di minerale era arrivato il 6
febbraio scorso dal Patriarcato di Venezia ai fedeli per la Quaresima,
proponendo di ridurre così la quantità di plastica e vetro, o di devolvere
in beneficenza i soldi risparmiati.
L'invito era stato appoggiato dal sindaco della città lagunare,
Massimo Cacciari, per poi rimbalzare alla Camera dei deputati, in una
lettera inviata dall'Associazione dei parlamentari per l'acqua ai questori
del Palazzo. Grazia Francescato dei Verdi aveva rilanciato l'iniziativa di
Venezia per 12 mesi l'anno e Antonio Borghesi dell'Italia dei valori a
livello nazionale. Dando un'occhiata ai numeri però, l' abitudine per
l'acqua in bottiglia degli italiani sembra dura a morire: secondo
un'indagine Gfk Eurisko e Gfk Panel per Mineracqua, il 98% delle famiglie la
compra regolarmente.
E il settore dell'acqua in bottiglia ha chiuso il 2006 con 12,2
miliardi di litri per un giro d'affari di 3,2 miliardi di euro al consumo.
In media ogni famiglia spende, secondo una stima Legambiente del 2007, oltre
300 euro l'anno, Lombardia in testa con 93 acquirenti ogni 100 abitanti.
Ecco un quadro fornito dall'ultimo Rapporto Eurispes sull'universo acqua
in Italia:
IL COSTO DELL'ACQUA: un metro cubo d'acqua di rubinetto costa circa
50 centesimi, un metro cubo di minerale costa circa 100 volte di più, circa
500 euro, mentre l'acqua usata dagli agricoltori invece costa 100 volte di
meno, cioé 0,5 centesimi. Agli imbottigliatori, sul prezzo finale di una
bottiglia d'acqua l'imballaggio incide per il 60%, il trasporto per il 15%,
il costo del lavoro il 15%, la pubblicità e gli altri oneri per circa il
10%. La qualità sia di rubinetto sia in bottiglia è generalmente ottima in
entrambi i casi. L'acqua potabilizzata, passata attraverso depuratori
meccanici o chimici, costa circa 25 centesimi di euro. Un metro cubo
d'acqua, cioé circa 1.000 bottiglie d'acqua minerale da un litro, costa:
quanto due bottiglie di minerale, se ottenuta attraverso la dissalazione
dell'acqua di mare; quanto 12 bottiglie di acqua minerale, se trasportata
tramite autobotti; quanto 24 bottiglie di acqua minerale, se trasferita con
navi cisterna.
IL CONSUMO IN ITALIA: l'Italia è il primo Paese consumatore di acqua
nell'Unione europea e tra i primi al mondo (dopo Giappone, Canada, Usa e
Australia). Secondo i dati Irsa-Cnr, l'uso non civile dell'acqua impiega il
49% nel settore agricolo, seguono il settore industriale con il 21% e quello
energetico con l'11%. L'uso civile ammonta al 19% del totale. Il 39% del
prelievo avviene nelle regioni del Nord-Ovest, per i consumi di tipo
agricolo e industriale (oltre il 40% del totale nazionale).
GLI SPRECHI: il 42% in media del volume d'acqua erogato viene
disperso, si va da un minimo del 22% nel piemontese ad un massimo del 73%
nell'area abruzzese-marsicana.
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