È stata l’acqua al centro del Forum sociale mondiale che si è appena concluso
a Caracas. Il commento di Maurizio Gubbiotti, coordinatore della segreteria nazionale di Legambiente
< «Save water from the Wto and other free trade agreements». Questo il
titolo della dichiarazione emersa dai lavori del Social forum mondiale
policentrico di Caracas che si è chiuso domenica. . Una discussione dedicata in
gran parte al tema dell'acqua, resa concreta dalle testimonianze e dalla
necessità di mettere in campo strumenti efficaci per fermare la trasformazione
di questo bene comune in merce. La dichiarazione vuole essere un primo documento
che ha lo scopo di far lavorare insieme le tantissime esperienze di movimenti e
associazioni che nel mondo si battono per la difesa dei diritti umani, della
giustizia sociale e della vita.
Da queste giornate di lavoro emerge anche la volontà di costruire un
osservatorio su privatizzazioni, conseguenze e azioni delle multinazionali che
sarà composto da due sezioni, una europea e una in America Latina. Grossa eco ha
ottenuto anche la creazione di un Ministero dell'acqua in Bolivia e il divieto
di privatizzazione dell'acqua nella stessa costituzione boliviana da parte del
neo presidente Evo Morales. Si è dimostrata l'esistenza di un vero movimento
mondiale sull'acqua, costruito da vertenze locali vere e intense ma anche da
buone pratiche che nel mondo sono molto concrete. Si punta ad avere sempre più
nelle Costituzioni l'impedimento di privatizzare il bene e i partiti italiani
(erano presenti solo minuscola pattuglia di Rifondazione, una dei DS e una della
Sinistra giovanile) hanno sbagliato nel sottovalutare questo appuntamento.
E’ stato sottoscritto anche un manifesto per rompere l'egemonia dei
grandi gruppi mediatici e lottare per la democratizzazione della comunicazione
attraverso la valorizzazione dei media alternativi. Ha detto il direttore
dell'Agenzia Cubana “Prensa Latina”, Frank Alvarez: «Soltanto cinque grandi
gruppi economici controllano più del 60% dell'informazione nel mondo. I monopoli
dell'informazione esistono anche a livello regionale, ad esempio Televisa in
Messico o Cisneros in Venezuela nonostante la apparente competizione fra di
loro». Aggiungendo: «È urgente e necessario che il giornalismo faccia marcia
indietro e torni alla sua “funzione sociale”. Il giornalismo non deve farsi
condizionare dalla finalità di lucro, che intende l'informazione solamente come
una merce».
Archivio Acqua
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